Fra gli ultimi provvedimenti che il Governo si è apprestato ad approvare prima delle elezioni vi è il Decreto attuativo -firmato il 2 aprile- di una legge che prevede il passaggio della Medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale. Questa legge è la 230 del 1999, ed è stata promulgata con l’intento di rispettare tanto la normativa europea quanto l’art. 32 della Costituzione Italiana che prevedono che ogni cittadino abbia diritto alle stesse cure qualsiasi sia il suo stato sociale ed economico. Dopo otto anni quindi la gestione degli interventi sanitari e del personale medico e infermieristico non dipenderà più dagli Istituti di detenzione e passerà al SSN, quindi alle Regioni. Potrebbe sembrare un’informazione destinata ad un pubblico ristretto, ‘tecnico’, a chi in carcere ci lavora o ha a che fare con esso; ma in realtà tocca ugualmente tutti i cittadini, visto che in seguito al decreto la regione Liguria si troverà a dover gestire un centinaio di dipendenti in più e assicurare lo stesso livello di assistenza dentro e fuori il carcere, e senza che per questa operazione siano stati assegnati fondi aggiuntivi. Si parla di posti di lavoro, di appalti dei servizi infermieristici, di soldi che la Regione potrebbe dover integrare per assicurare il servizio: cose che, ad oggi, non hanno ancora trovato posto sulla nostra stampa locale.
(Maria Cecilia Averame)
Categoria: Salute
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Sanità/1 – Le non notizie da conoscere
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Sanità/2 – 34 cents al giorno costo della vita
Quaranta euro è quello che costa in più una mammografia ottenuta privatamente nello spazio di due giorni, rispetto alla prima data disponibile presso una struttura pubblica: cioè quattro mesi di attesa se si accetta di rinunciare alle vacanze e fare l’esame nel pieno del mese di agosto. Altrimenti si dovrà aspettare a fine settembre, sei mesi.
Se c’è qualche motivo che spinge a non attendere troppo, chi può permettersi un investimento di quaranta euro aggiuntivi correrà dal privato.
Non ci correranno solo le persone tanto povere da non poter investire quaranta euro per un esame potenzialmente salvavita.
Quaranta euro per quattro mesi di attesa aggiuntiva equivalgono a 34 cents al giorno. C’è qualcosa che non va nel confronto tra servizio pubblico e privato.
(Paola Pierantoni) -
Burosanità – Il gioco delle tre carte sulla pelle dei pazienti
Ospedale Evangelico lunedì 25 febbraio. La sala prenotazione è semivuota. La donna prende un numero e si avvicina allo sportello. Su ogni vetro che separa impiegati da utenza campeggia la scritta: QUI PAGOBANCOMAT. Questo la rassicura: non ha molti soldi e le tre prenotazioni potrebbero superare il contante.
La donna mostra all’impiegata le impegnative: una visita, già fissata in farmacia, da saldare e altre due richieste da fissare e pagare. -
Sanità – Suggestionare e sedurre o solo informare
Giorni fa, giungendo alla Stazione Principe dopo un periodo all’estero, mi trovo accolta da una selva di manifesti difficili da interpretare. Ormai tutti li conoscono: infermiera carina e sorridente accompagnata da uno slogan che riecheggia il titolo di un famoso film, “Pane, amore e sanità”. Che vorrà dire?
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Cancro – La mappa inquinata delle città
E’ grazie a un’inchiesta agghiacciante di Luca Carra e Daniela Minerva apparsa sull’Espresso il 31 maggio che si può provare ad esaminare i termini di un inquinamento che miete sempre più vittime.
Sovente l’aumento dei tumori distribuiti sulla carta geografica del nostro corpo – colon, polmone, fegato, sangue, prostata, cervello – ci appare distante. Automaticamente lo collochiamo nella sfera delle probabilità che non può, non deve riguardare proprio noi. Succede però che quello che teniamo distante possa essere evocato da quanto accade all’amico, allo zio o alla madre e che, facendo due conti, lo stato d’animo riaffiori con la sensazione – questa volta precisa – che ciò con cui ci nutriamo, ciò che respiriamo faccia davvero danni enormi. -
Sanità – Il rischio di assistere i malati terminali
Nei titoli a più colonne è stata presentata come “la truffa dell’ossigeno”; in realtà ha tutta l’aria di una tristissima beffa la storia che vede coinvolti anche non pochi medici della buona sanità. L’accusa sostiene che a Genova a dintorni c’è stato un abuso in eccesso di prescrizioni di ossigeno per moribondi, con bombole destinate addirittura a persone defunte e interessamento sospetto dei sanitari presso le ditte fornitrici. Un ennesimo scandalo?
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Farmaci – Risparmiare sulla salute non sempre è giusto
“La salute al giusto prezzo”: s’intitola così un colorato dépliant distribuito dall’Assessorato alla Salute della Regione Liguria. Ed ecco il testo. “Per curare alcuni disturbi è possibile trovare in commercio farmaci ugualmente efficaci e sicuri con nomi e prezzi diversi. Gli attuali studi scientifici hanno evidenziato che i farmaci appartenenti alla categoria terapeutica degli Inibitori di Pompa Protonica, utilizzati per i disturbi correlati alla secrezione acida gastrica, il trattamento dell’ulcera peptica e della malattia da reflusso gastroesofageo, sono sostanzialmente sovrapponibili in termini di efficacia e tollerabilità. Dal 1° febbraio 2007 per questa classe di farmaci sarà a carico del Servizio sanitario regionale il prodotto CON IL PREZZO PIU’ BASSO. I cittadini che vorranno comunque un medicinale diverso, lo potranno avere pagando la differenza di prezzo.” -
Evangelico – Maternità silurata a mezzo stampa
“Come Regione abbiamo ipotizzato il superamento del reparto di Ostetricia dell’ospedale Evangelico…perché mossi dall’obbiettivo di garantire condizioni massime di sicurezza, che in questo caso mancavano per l’assenza della rianimazione” (Corriere Mercantile, 18 gennaio). Nessun problema di sicurezza: il servizio di ostetricia dell’ospedale Evangelico “funziona bene e in sicurezza” (Corriere Mercantile, 19 gennaio). Così, l’assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo smentisce Claudio Montaldo il giorno dopo. Ma non importa: il reparto di ostetricia, ginecologia e neonatologia verrà comunque chiuso. E’ previsto dalla “seconda fase” del suo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera ligure. Un piano che nessuno conosce.
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Incidenti – Il dolore aggiuntivo da Pronto Soccorso
Domenica 24 dicembre si è presentata come una giornata di quelle che i milanesi non sanno: limpida, insolitamente calda, insomma proprio da moto. Così,chiesto il permesso alle Mogli, Guido, Franco ed io siamo partiti per il giro delle tre Province: da Santa Margherita sino a Santo Stefano d’Aveto passando per il Passo della Scoglina; poi su verso il Tomarlo e giù sino a Bedonia; una bella salita ancora al Passo Cento Croci per scendere a rifocillarci a Varese Ligure; infine verso Sesta Godano e il Bracco per il ritorno. -
Sanità Non si sa nemmeno se uno è morto
Chi nasconde per anni il numero dei pazienti deceduti nella nostra regione e perché lo fa ? E’ quanto intende far emergere la Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia)sindacato che in Liguria raggruppa gli oltre 1.400 medici di famiglia attraverso una denuncia per omissione di atti d’ufficio che verrà presentata dall’ufficio legale nei confronti di Comuni, Asl, Regione e Datasiel che non hanno provveduto nel corso degli ultimi dieci anni a depennare dall’anagrafe sanitaria molti liguri non più in vita. Ma a chi tocca aggiornare questi elenchi? Non certo ai medici.