Categoria: Salute

  • Sanità/3. Dialogo tra un sanitario e un non so (2)

    -Però, bella la Fiumara, no? Grande il Palazzo della Salute. Tutto lindo, tutto bello, tutto nuovo…
    -…tutto vuoto…

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  • Sanità. Un giorno non è bastato

    Sostituirli tutti. Sostituirne solo alcuni. Non sostituirne nessuno.
    A priori, per quello che ne sa il comune cittadino, ognuna di queste soluzioni potrebbe essere quella giusta, o al contrario quella assolutamente da evitare.

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  • Sanità/1. Perchè gli infermieri rifiutano gli ospedali

    Sono un tossico della cronaca. E’ l’unico rimedio contro l’orgasmo ideologico. Il solo capace di mettere in discussione la presunzione dell’esperienza o il desiderio di sintesi. Come succede quando i fatti (di cronaca) oltre a fare a pugni con i nostri pregiudizi, confliggono tra loro. Prendete la notizia comparsa sui quotidiani locali del 21 maggio ’05: “Al concorso per infermieri professionali si è presentata la metà dei candidati che avevano presentato la domanda e tra i dodici che hanno completato le prove e sono stati dichiarati idonei cinque di loro hanno già fatto sapere alla direzione di Villa Scassi che rinunceranno all’assunzione”.

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  • Sanità/2. Da migliaia di candidati ai concorsi deserti

    Chiedo lumi infine a Galeno. Vero agente all’Avana della nostra NL, lui con queste notizie ci va a nozze, le conosce dall’interno…
    Sul finire degli anni 90, presso la ASL 3 di Genova – spiega – fu bandito un concorso per 10 posti di infermiere professionale. Non che ne servissero solo 10; 10 era un numero messo lì per giustificare il concorso, selezionare un tot di infermieri e avere una graduatoria, da cui attingere per le necessità dei due o tre anni successivi. Duemilacinquecento domande.

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  • Sanità/3. Avvocati e ingegneri invece di paramedici

    Da esperto qual è, Galeno ricapitola infine il quadro storico della situazione in quattro punti.
    1) Nell’arco di neppure un decennio si è bruciato un patrimonio formativo gigantesco (forse fin esagerato), cumulato nel dopo Donat Cattin. Chi era Donat Cattin? Uno dei migliori ministri della sanità (…e non era medico!), al quale va riconosciuto il merito di aver saputo affrontare il problema della carenza di infermieri, da un lato fissando un rapporto di sicurezza – diremmo oggi – tra infermieri presenti e numero dei letti (per valori inferiori a quelli prefissati, si dovevano chiudere letti); dall’altro autorizzando forme di incentivazione (borse di studio) per gli allievi infermieri. E le vocazioni improvvisamente si sprecarono.

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  • Buco-sanità/1, Quelle voci nel vuoto contro gli inciuci

    Un paio di settimane prima del voto regionale un gruppo di funzionari – operanti “a diverso titolo all’interno del Servizio Sanitario Regionale” – aveva indirizzato a Burlando una lettera. Importante perché gli scriventi, che si dichiaravano leali sostenitori della sua candidatura, denunciavano in tempi non sospetti (B. doveva ancora essere eletto) le curve che presto avrebbe dovuto affrontare.

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  • Buco-sanità/2. Senza trasparenza i conti peggiorano

    Perché tutti o quasi gli abitanti della regione Liguria ritengono – a proposito della sanità pubblica – di saperne qualcosa? E magari anche d’aver qualcosa da dire? Perché tutti o quasi, giovani, mezzi giovani e vecchi hanno messo una o più volte un piede in una ASL, un ospedale, un ambulatorio ecc. ecc. sono per questo competenti? No.

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  • Amianto. Come mettere il freno alla legge salva-vita

    Che l’amianto porti con sé il cancro è accertato ormai da 40 anni e, dal 1992, esiste una legge che vieta l’estrazione e l’utilizzazione dell’amianto e dei materiali che lo contengono. A 12 anni dalla sua approvazione, l’applicazione della legge è lenta e contraddittoria. Le informazioni più recenti sulla mortalità per mesotelioma pleurico, tumore provocato dall’esposizione ad amianto, restano inquietanti e in Liguria i valori sono nettamente superiori alla media italiana.

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  • Arresti. Chi deve controllare la spesa sanitaria

    Chi è dell’ambiente, un po’ scioccato lo è comunque rimasto. Perché di Valbonesi tutti sanno che è un tipo tosto ma che rubasse… Vedremo le prove. D’altro canto s’è sempre detto che in sanità i costi sono gonfiati anche (sottolineo anche) dagli sperperi che vanno sotto diversi nomi secondo le diverse forme: compro roba come capita e poi la butto (spreco vero: però qualcuno intasca e ne è contento); compro roba carissima, al top, anche per fare sciocchezzuole (spreco sospetto: perché Pantalone paga molto, qualcuno intasca più del necessario e forse deve dire grazie; il malato non ne sta male, ma dove potevi trattare 10 pazienti, a questi prezzi ne fai sì e no 8); compro porcherie, le pago per buone e sono tutti cavoli acidi per il paziente: vedi valvole cardiache “brasiliane” di Torino e non serve altro commento.

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  • Pensa alla salute che il conto arriverà

    Ho ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la pubblicazione ”Pensiamo alla salute”, con allegata lettera del Presidente del Consiglio. L’ho inviata al signor Prefetto pregandolo di volerla cortesemente rispedire al Mittente, insieme con le seguenti motivazioni:

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