Palazzo Tursi – Marta e gli altri quale convivenza?

Adesso che tutte le procedure burocratiche sono state espletate all’interno delle sezioni Ds, ai genovesi non resta che ringraziare il partito e i suoi alleati per aver prodotto faccia e nome del loro candidato. Di sinistra? No – semplicemente candidato “di”. Degli iscritti che l’hanno scelto. Semplificando candidato “D”. Come donna.
Nove mesi esatti sono stati necessari per partorire la creatura che aveva annunciato il suo arrivo già in periodo pasquale, senza che nessuno la prendesse sul serio.


Ma adesso che è nata chi se ne occuperà? E con il fratello, che per fedeltà e devozione poteva pretendere più di lei l’investitura, riuscirà a convivere? Li metteranno nella stessa cameretta o li terranno separati? E per i loro giochi, cosa decideranno i genitori?
Lei serenamente abbraccia sia il fratello antagonista che un nuovo possibile arrivo segnalato – per preoccupazione – dall’industria. E del poeta che dice? E degli altri? Troverà le parole? Ma questi volti di chi sono figli? Chiedere ad amici e conoscenti è inutile. Loro fanno spallucce. Il più delle volte non sanno. Gli altri – i consapevoli – propongono una mappa delle alleanze, suggerendo che è meglio stare alla larga da certi discorsi. Si tratta di questioni di famiglia molto dolorose. Tutti, però, andranno a votare alle primarie, senza sapere quale sia la differenza tra l’uno e l’altro.
Si sa, i programmi si scrivono in tre giorni, se hai qualcuno che ti dà una mano. E poi c’è la fase dell’ascolto. E allora incontri a pioggia con comitati cittadini, quartieri e associazioni e anziani e bocciofile e campi sportivi e scuole e operai e marittimi. In più ci sono i salotti, con gente più selezionata. E le parole della politica sui manifesti – quelle più convincenti che toccano il cuore – con sfondo cittadino adeguato. Poi ristoranti e trattorie. Quelli defilati dove, volendo, si possono usare le tovagliette di carta per scrivere i nomi di una giunta, magari unta di frittura di pesce. O sporca di bollito. E scegliere inoltre la collocazione più opportuna per coloro che a Tursi quest’anno non avranno un posto. Allora sulla stessa tovaglietta, lista di società all’altezza.
Come uno scarabeo nel quale vanno utilizzate tutte le lettere. Da quest’anno, ad allargare le possibilità, la nascita dei nove municipi cittadini, che offriranno posti e deleghe ai più volenterosi.
A questo punto ci si perde. Perchè il quadro è troppo noto e per la distanza dello stesso dalla gente comune che chiede al futuro sindaco d’essere portavoce di bisogni e sogni. Che non hanno a che fare con maschile e femminile e nemmeno con poltrone ma con una quotidianità che la politica ha smesso di esplorare, affaccendata com’è ad occuparsi d’altro. Suo malgrado.
I genitori di questi candidati sono bambini. Ai neonati l’augurio di crescere in fretta, con la curiosità necessaria per restituirci una città migliore.
(Giulia Parodi)