Informazione/2 – Dello sponsor petroliere meglio non far sapere

Tra tante opinioni sulle dichiarazioni di Riccardo Garrone in favore della candidatura a sindaco di Stefano Zara, sorprende quella di Piero Ottone su Repubblica-Lavoro del 14 gennaio 2007: “L’interessamento di una persona come Garrone per la vita pubblica genovese, in considerazione della sua autorevolezza e della sua posizione nella società, mi sembra di per sé un’ottima cosa: dobbiamo essergliene grati”. Con ogni probabilità egli allude al ruolo del petroliere di sponsor del Carlo Felice e di presidente della Sampdoria. Ma non è tutto.


Riccardo Garrone fu condannato dal tribunale di Siracusa il 7 aprile 1986 per corruzione e per altri reati alle pena di tre anni e tre mesi di reclusione. In appello, l’8 febbraio 1988, fu assolto da alcuni reati e per altri reati fu dichiarato di non doversi a procedere per prescrizione. Il 29 giugno 1990, la Corte di Cassazione confermò l’assoluzione e la prescrizione per tutti i reati. La vicenda risaliva al 1974 e riguardava le raffinerie di Bolzaneto e quella dell’Isab in Sicilia e si inseriva in una più ampia storia che vedeva l’intera Unione petrolifera italiana implicata in una gigantesca rete di corruzione che coinvolse partiti, ministri di governo e parlamentari dell’epoca: i petrolieri si compravano le leggi che loro stessi scrivevano. La Commissione inquirente del Parlamento – che avocò il procedimento e dopo più di quattro anni decise di archiviare la posizione dei ministri e di negare la richiesta di procedere nei confronti di parlamentari – contribuì non poco a far scadere i tempi per le prescrizioni.
L’intera vicenda – recentemente ricordata nel libro “Petrolio e politica” da Mario Almerighi (che svolse le prime indagini insieme a Carlo Brusco e Adriano Sansa) – non produsse quindi risultati apprezzabili sul piano penale, ma resta pur sempre uno dei più gravi scandali che hanno tanto turbato la vita pubblica. Almerighi riporta anche un’intervista concessa da Riccardo Garrone in piena Tangentopoli al Lavoro (24 maggio 1992). Alla domanda “Dottor Garrone, vent’anni fa, anche lei si trovò coinvolto in faccende di tangenti…”, Garrone risponde: “Anche allora i partiti agivano come sanguisughe… Ero un giovane petroliere e pensavo che la categoria si dovesse ribellare, ma le mie posizioni vennero battute. Dopo i fatti del 1974, il settore petrolifero riuscì a chiudere le porte al sistema tangentizio. Furono anni difficili… Qualche anno fa le cose sono migliorate…Adesso va molto meglio”.
Che cosa andasse molto meglio nel 1992 non è dato sapere, commenta Almerighi. Ma oggi almeno si sa che, sui giornali, le opinioni senza i fatti, come quella di Piero Ottone, alimentano un sistema dell’informazione che porta a far dimenticare la storia del paese. Soprattutto quando è scomoda.
(Oscar Itzcovich)