Spiccioli e sicurezza. Tanti park sotterranei per i buoni affari di chi?

I cittadini più attenti fanno sentire (giustamente) la loro voce in difesa del verde e dell’ambiente contro la tendenza a svuotare come una forma di di formaggio parchi e piazze per farne dei park. Pochi però si domandano che cosa succderà dopo, cioè dopo anni di disagi, sconquassi, una volta realizzato il famoso silo: quali eventuali vantaggi potranno derivare per lo meno a quella parte di cittadini motorizzati, in nome dei quali tutti insieme paghiamo in termini di vivibilità peggiorata.


Ebbene anche in questo caso il titolare del sottosuolo pubblico, il Comune, dovrebbe esercitare una maggiore vigilanza.
Non è un caso se la concessionaria Genova-Parcheggi, interpellata, non vuole far conoscere i dati di affluenza negli spazi ricavati dagli scavi. L’episodio che riferiamo (testimoni diretti disponibili) fa dubitare che la gestione “interamente automatizzata”, cioè in totale assenza di personale, di quegli hangar sotterranei sia un esempio di sicurezza dei più tranquillizzanti. E’ il mattino di una giornata particolare (non solo per il traffico): c’è Berlusconi a Palazzo Ducale e il centro cittadino è chiuso; per evitare intralci uno posteggia (purtroppo) nel park di piazza Galeazzo Alessi. Alle 13 va a ritirare l’auto e al momento di pagare il ticket si vede ripetutamente respingere dalla macchina la banconota da 5 euro, l’unica in suo possesso, salvo il biglietto da 100 in portafogli. A questo punto preme il citofono per ottenere il cambio dall’addetto, scoprendo però che non c’è ombra di addetto. “Se vuole che mandiamo qualcuno deve pagare il servizio”, rispondono dall’altra parte. “Diversamente –è il consiglio– esce e va dal tabaccaio che cambia a tutti.”
Benissimo. E se scoppia un incendio?