Operai – I modi per diventare finalmente visibili

I tg della sera, tutti, mostrano operai metalmeccanici che occupano strade e stazioni. Scioperi spontanei -dice il commento- per il rinnovo del contratto di lavoro. La differenza tra la richiesta operaia e l’offerta di Confindustria sembra modesta, comunque non lascia capire al profano il clamore della protesta e la sua risonanza mediatica. Fino a pochi giorni fa degli operai non parlava nessuno. Invece oggi 17 gennaio 2008 gli operai sono lì sullo schermo che si agitano. Forse perché il 17 gennaio (come il 16, il 15…) viene dopo la Thyssen che a sua volta arrivava dopo che da mesi il presidente della Repubblica denunciava – in solitudine, vogliamo dirlo? – le morti sul lavoro. O forse perché i sindacati hanno detto – anche loro dopo la Thyssen – che facevano autocritica e che sarebbero tornati nelle fabbriche per vedere e capire cose ci succede dentro.


Ecco perché oggi, 17 gennaio 2008, vediamo gli operai alla tv: perché dal punto di vista dell’informazione dopo la Thyssen qualcosa è cambiato. Ma solo per l’informazione, si capisce, perché quanto ai fatti quelli si sono ripetuti – 4 morti sul lavoro – inesorabili anche oggi 17 gennaio. Solo qualche incertezza: 3 a mezzogiorno, 4 la sera, di nuovo 3 a mezzanotte; in compenso se ne sono aggiunti due gravissimi. Arriveranno a domani?
Gli operai ce la mettono tutta per rendersi visibili e l’informazione sta facendo la sua parte. Certo bloccano l’autostrada e la stazione come quelli delle quote latte o come gli autotrasportatori o come i taxisti o come gli oppositori della discarica o come i tifosi del pallone… In un paese dove tutto, cose e persone, viaggia su strada, se vuoi che si accorgano di te non ti resta che bloccare le comunicazioni, ha detto un manifestante. Più casino, più informazione, più visibilità: è così? Qualcuno risponde: meglio di niente.
Nel 1966, oltre 50 anni fa quando i meccanici erano parecchie centinaia di migliaia più di oggi, chiusero il contratto nazionale dopo 100 ore di sciopero senza prendere un fico secco. Protestarono inutilmente: erano tanti ma rimasero invisibili. Diventarono visibili solo 2 anni dopo non perchè occupavano le stazioni ma perché avevano messo in discussione le loro rappresentanze, i loro comportamenti, le loro piattaforme e avevano cominciato a dire parole importanti anche per quelli che operai non erano: diritto alla salute, all’informazione, libertà…
(Manlio Calegari)