8 marzo/1 – Se la festa delle donne è celebrata da Corona

Non occorre essere femministi della penultima ora per leggere come uno schiaffo alla maturità, diciamo pure dignità, dell’altra metà del cielo, la “festa della donna” organizzata per l’8 marzo all’hotel (con piscina) dei Castelli di Sestri Levante. Basti dire che l’ospite, il motivo di attrazione, era nientemeno che Fabrizio Corona, fotografo appena dimesso dalle patrie galere, dov’era stato rinchiuso, un’altra volta, per spaccio di banconote false: reato da bassa manovalanza, ma consumato a bordo di una lussuosa Bentley; noblesse oblige.


L’annuncio dell’incredibile serata, anzi nottata dal momento che il fotografo dei vip (ricattati) non si fa vedere mai prima delle due antelucane, aveva molti caratteri della “bufala”, cioè di una specie di pesce d’aprile, un’esca per i gonzi. Invece no. Era del tutto rispondente alla più assurda realtà. I particolari ce li fornisce la successiva cronaca del Secolo XIX che non ci fa mancare neppure le filosofiche riflessioni del “personaggio” in questione: “Questo è un paese che non ha futuro”, commenta sprofondato in poltrona, mentre riceve l’omaggio, ma anche qualche sberleffo, dal suo pubblico.
Poco importa quale sia il recondito significato delle sue parole: forse la mancanza di domani, di speranza è una cinica ammissione del non senso delle sue esibizioni in pubblico, un’autentica performance di sfrontatezza. Pagare tanto di biglietto d’ingresso (10 euro le squinzie, 15 i ragazzotti), per farsi immortalare accanto a lui, sembra davvero troppo. E se davvero Corona, innescando un cortocircuito logico, vuol dire che tutto questo è una beffa insopportabile, gli andrebbe riconosciuta, insieme alla solita arroganza irridente, anche una capacità critica e autocritica non di tutti.
Resta comunque intatto il cattivo gusto della provocazione da parte di chi – un certo conte Max – ha avuto l’idea di scegliere un simbolo del peggio corrente per festeggiare l’8 marzo in Riviera. Che cosa ha voluto realizzare, oltre un modesto mucchietto di euro, il presunto manager di spettacoli? Per chi credeva di fare un’operazione culturalmente controcorrente, mettendo sul palco un maschietto bello, tosto e disinvolto, come esemplare di ciò che vogliono realmente le donne, ossia il solito sciupafemmine, a dispetto di emancipazione e liberazione femminile, la miglior risposta è venuta poco prima che albeggiasse su Sestri Levante, quando al passaggio della Bentley è echeggiato un pernacchio.
(Camillo Arcuri)