Immigrazione – Dissezione di un volantino tra diritti e privilegi

Il volantino della Lega Nord che promuove la raccolta di firme contro la legge regionale sulla immigrazione merita una dissezione.
Partiamo dal titolo: “Firma il referendum contro la legge regionale che concede agli stranieri tutti i privilegi a danno dei nostri cittadini”.
Dunque, qualunque prestazione è qualificabile come “diritto” se ci si riferisce agli italiani, e come “privilegio” se si tratta di immigrati. Di più: un privilegio che comporta, specularmene, un “danno” ai “nostri” cittadini.


Chi sono i cittadini di questa città? Sarebbe interessante definirli. Gli stessi estensori del volantino qualche problema in proposito devono averlo avuto, se hanno sentito la necessità di inserire quel “nostri”. Ma siamo sicuri che il perimetro sia stato ben tracciato? Ad esempio “A” che di italiano ha solo una zia, per di più di origine marocchina, temo che resti fuori da cerchio. Non credo che basti, una zia.
Ma la cosa più bella è che legge della Regione Liguria si limita, nella sostanza, a confermare quel che già prevede la legislazione nazionale: abrogare la legge regionale non servirebbe quindi a nulla.
Prendiamo la prima voce del volantino: “Pensioni: danno agli extracomunitari 381 euro”: si tratta della pensione sociale. Ma cosa c’entra la legge regionale? E’ il Testo Unico sulla immigrazione, art. 41, che garantisce tale diritto agli immigrati residenti che hanno compiuto i 65 anni d’età, che non hanno altre fonti di reddito e che siano in possesso di regolare permesso di soggiorno, equiparandoli così ai cittadini italiani. Anzi, dal 2000, per effetto di un intervento in sede di Legge Finanziaria, questo diritto (pardon, privilegio) è stato limitato a chi possiede la “carta” di soggiorno, cioè a chi è regolarmente soggiornante da almeno cinque anni, e che, in aggiunta, ha un reddito sufficiente e un alloggio adeguato per se e per i familiari. In pratica quindi ben pochi immigrati possono avervi accesso.
Il volantino prosegue: “Casa: l’accesso agli alloggi di edilizia pubblica residenziale”. Il dissenso qui deve essere talmente forte e scontato che gli estensori non lo esplicitano nemmeno. Ma, anche qui, cosa c’entra la legge regionale? A Genova l’accesso degli immigrati regolarmente soggiornanti alle graduatorie della edilizia popolare fu deciso dal Comune di Genova nell’ormai lontano 1996, in anticipo sulla legge nazionale: fu uno dei frutti della interazione tra Forum Antirazzista ed amministrazione comunale. Ma ora questo diritto è sancito per tutta Italia dal Testo Unico sulla Immigrazione, art. 40, c. 6: “… Gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale … hanno diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica …”
Tra i documenti – in corso di riordino – del Forum Antirazzista spunta la pagina di un giornale del 1996 con annunci immobiliari: “Centrantico … libero alloggio di 45 mq, completamente distrutto, affittabile ad extracomunitari. Ottimo investimento”. Ecco, finalmente, una buona idea!
(Saleh Zaghloul e Paola Pierantoni)