Assistenza anziani e conti della Sanità: due questioni collegate

L’intervista a Sotgiu (CGIL) sull’assistenza agli anziani pubblicata nella Newsletter OLI 219 segue le polemiche in Regione sullo stato dei conti della Sanità. Le due questioni sono strettamente collegate. L’autore dell’intervista considera che la situazione dell’assistenza agli anziani (redditizia per i privati convenzionati e allo stesso tempo disastrosa per la parte ancora pubblica) “ha il sapore di un sabotaggio”. In altre parole, si penalizzerebbe la struttura pubblica per promuovere quelle private.


Se affrontiamo scientificamente la questione delle convenzioni con privati, si fa presto a concludere che si tratta in realtà di esternalizzazioni, o outsourcing che dir si voglia. Modalità notissima e ampiamente studiata nelle discipline di gestione aziendale.
Sacrificando un po’ di comprensibilità alla sintesi, posso dire che l’outsourcing è conveniente se e solo se il fornitore (nel nostro caso le cliniche e i laboratori privati) ha volumi produttivi tali da garantire superiori economie di scala e d’esperienza. Altrimenti si introducono solo maggiori costi, trasformando allo stesso tempo denaro pubblico in profitti privati.
Dal momento che nessun privato in nessuna regione italiana gestisce volumi clinici e diagnostici superiori alla regione, concludo come ha fatto l’ottimo Sotgiu nell’intervista: “Vedete voi…”.
Questa conclusione costituisce l’aggancio alla questione del bilancio: per ottenere un risanamento dei conti bisogna volerlo, e l’esistenza di numerose convenzioni mostra chiaramente che questa volontà non c’è. Visto quanto sopra, dovrebbero essere limitate a coprire temporanee emergenze.
Quel che è peggio è che il danno erariale è il male minore. Pochi mesi orsono, un anziano perse la vita in una clinica convenzionata, forse perché non gli davano da bere, e il Secolo XIX, dandone notizia, scrisse che in Liguria esistono ben 68 strutture del genere, senza contare cliniche d’altro tipo e laboratori d’analisi convenzionati. Credo che la magistratura stia ancora indgando su quella morte, ma è comunque chiaro fin d’ora che, se si introducono diseconomie e si riconoscono profitti a soggetti privati, restano meno soldi per la cura delle persone e del bilancio regionale.
Ho personalmente e ripetutamente posto la questione ai vertici regionali. Hanno fatto battute e cambiato discorso. Di questi numerosi centri di profitti privati, pagati da noi contribuenti, non si può parlare. Chi tocca i fili muore.
La mia personale conclusione è che ai vertici nazionali del centrosinistra possono arrivare leader di qualità (tra Prodi e Berlusconi la differenza salta agli occhi, e anche Veltroni, Franceschini e Bersani sembrano persone di valore), mentre faccio fatica a distinguere i politici locali (genovesi) del centrosinistra da quelli del centrodestra.
(Bernardo Gabriele)