Migranti – Basterebbe una circolare

Scade il permesso di soggiorno, e contemporaneamente scade anche l’iscrizione del cittadino immigrato al Sistema Sanitario Nazionale.
Una iscrizione temporanea (che dura tre mesi) si può avere portando alla ASL la ricevuta della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, e finalmente, quando arriva il permesso, l’immigrato dovrà tornare ancora una volta alla ASL, per avere una iscrizione ancora una volta pari alla durata del permesso. Ma molto spesso, dati i lunghissimi tempi del rinnovo, una iscrizione temporanea non basta, per cui è necessario tornare alla ASL più volte per rinnovarla. Un andirivieni che ingrossa le code alla ASL, aumenta la mole di lavoro agli sportelli ed irrita gli anziani che devono stare in coda per più tempo, non tutti possono avere la sedia, qualcuno pensa che la colpa è degli immigrati.


Ogni volta poi si perdono soldi, perché bisogna chiedere il permesso non retribuito al datore di lavoro. Non solo, ma quando accade che un membro della famiglia ha bisogno di cure durante una di queste fasi di scadenza, viene meno il diritto alla cura.
Come mai continua ad essere applicata una procedura vecchia, che risale al periodo precedente all’entrata in vigore del Testo Unico (D.L. 286/98)? Le norme attuali infatti prescrivono che gli immigrati regolari “Hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all’obbligo contributivo, all’assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale” (art. 34, comma 1). Inoltre, il Regolamento d’attuazione del testo Unico, modificato dal D.P.R. n. 334 del 18 ottobre 2004, dispone chiaramente che “L’iscrizione non decade nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno.” (art. 42, comma 4).
E’ evidente, che la durata dell’iscrizione al S.S.N. degli immigrati regolari deve essere a tempo indeterminato come quella del cittadino italiano e non ci deve più essere una data di scadenza sul tesserino sanitario. A Milano qualcuno ha fatto la proposta indecente dei posti riservati ai milanesi nella metro, va a finire che a qualcuno verrà in mente di proporre corsie differenziate agli sportelli delle ASL…
Eppure per evitare una trafila inutile e umiliante ai lavoratori immigrati, un disagio ai loro datori di lavoro, oltre che ai lavoratori e agli altri utenti della ASL, basterebbe una circolare dell’assessorato regionale alla sanità che prescriva l’applicazione della legge. Perché non viene fatta?
(Saleh Zaghloul)