Lavoro – I salari di un mondo frantumato

Ansaldo STS. Accordo sul premio di produzione siglato senza colpo ferire. Ogni mese un 5° livello (Operaio specializzato) riceverà 132 euro (1588 euro divisi in quote mensili), più il premio di risultato di 1900 euro a luglio 2010; questa ultima è una cifra a crescere per gli altri livelli, fino ai 2470 dei più alti. Nei prossimi anni il premio di risultato dipenderà dal raggiungimento o meno di obiettivi finanziari e produttivi. Quest’anno no.
Fincantieri. L’azienda rifiuta di pagare i 750 euro annuali del premio di produzione. Proteste sindacali, scioperi, manifestazioni, blocchi del traffico, fino alla occupazione per cinque giorni consecutivi della palazzina della direzione aziendale. Una durezza che rischia di non essere compresa da chi rimane imbottigliato per strada, o che nemmeno sa cosa possa essere un premio di produzione. Il sindacato la motiva con la preoccupazione che “l’atto mancato” dell’azienda possa preludere anche ad un disimpegno produttivo. Poi l’accordo si trova: 210 euro subito, il resto a gennaio.


Negozio xyz, centro città, genere di prodotti di lusso, periodo natalizio. Al banco di vendita una laureata che ha preso al volo questa opportunità di lavoro, per quanto precaria. Fa i conti e realizza che il suo orario è di 82 ore settimanali. Esattamente. Quanto ti danno? “Non lo so, l’ho chiesto, e mi hanno risposto: vedremo. Non mi sento di insistere, il lavoro mi serve. Vedremo”.
Pizzeria zyx. Al servizio ai tavoli una laureanda che alterna studio e lavoro precario. Come ti trovi? “Bene, è gente amichevole, simpatica. Mi hanno un po’ adottato”. E quanto guadagni? “Mah, è difficile dirlo. Un po’ forse se ne approfittano, con questa cosa dell’amicizia. La prima settimana non me l’hanno pagata, poi non mi danno tutte le ore…”
Trinity College, Dublino. Ricercatore scientifico, nazionalità italiana, emigrato per assenza di opportunità di lavoro qualificato in patria: nel corso dell’ultimo anno a lui, come a tutti i dipendenti di Enti pubblici in Irlanda, lo stipendio è già stato ridotto due volte, un centinaio di euro a volta. Altrimenti il debito dello Stato cresce troppo. E come l’ha presa la gente? “Beh, qualche protesta c’è stata, ma l’alternativa è chiudere delle attività”.
(Paola Pierantoni)