LE CARTOLINE DI OLI – Quando l’immigrazione diventa mortale

Disegno di Guido Rosato
Tutta la comunità senegalese è in collera dopo la morte del giovane Mame Mor Diop, 25 anni.
Il 19 luglio, a Ventimiglia, mentre scappava dalla polizia, è caduto in acqua, secondo le informazioni raccolte da un connazionale senegalese. Il giovane Mame Mor è morto nel fiore degli anni lasciando la famiglia a cui lui provvedeva.
Quel che è accaduto è una vergogna e dimostra ancora una volta l’incapacità dei nostri governanti a trattenere la gioventù africana in Africa.
I giovani connazionali di Mame Mor sono uccisi o torturati ogni giorno e rischiano la loro vita in Europa per aiutare i loro genitori, mentre i nostri leader africani non cercano una soluzione per fermare l’emigrazione.

Manifestazione di protesta a Ventimiglia
Foto da internet

I soldi che i giovani africani spendono per venire in Europa potrebbero essere un punto di partenza per un lavoro in Africa: il Dio che è in Africa è lo stesso che è in Europa, l’Europa non fa la fortuna, è come qualsiasi paese del mondo.
Amici, l’Italia non può più contenere i suoi immigrati: sono milioni gli africani.
Non è facile a dirsi, ma la realtà è che tocca a noi africani educare i giovani e far capire loro che soltanto il lavoro paga, permette di credere in se stessi e di rimanere nel proprio paese.
Ma le autorità italiane, dal canto loro, devono essere consapevoli che l’immigrato è un essere umano come tutti gli altri e non una bestia selvaggia da cacciare e uccidere: se lascia il suo paese, è per cercare una vita migliore.
(Moustapha Niang)