OLI 377: TEATROGIORNALE – Femminizcidio, femminezidio, femminesidio?


Da Repubblica.it: “La sfida di Josefa”

-Apri le braccia. Il sorriso meno tirato. Chi è che ha fatto i capelli a Jos? Più indietro queste spalle.
Il direttore della trasmissione passa tra le ragazze già posizionate per il balletto di apertura. Mancano pochi minuti, giusto un giro per sistemare qualche paillettes sul corpetto e, distrattamente, godere di quel morbido rigonfiamento. Un pantaloncino mal messo può rovinare la trasmissione e per questo il direttore deve alzare tutte le gonnelline.
-Maria, Maria, meno male che il Papi controlla, altrimenti sai quante visualizzazioni su youtube?
E così dicendo il direttore fa passare il dito dentro gli shorts della ragazza mora in terza fila, la stoffa si srotola aprendosi mentre il suo vecchio indice indugia nell’insenatura della giovane che resta immobile. Lui si alza e batte le mani, una stagista gli corre incontro e lui le indica Maria; la stagista prende nota sorridendo.
Il fondale azzurro vira sul rosso e poi sul rosa: i tecnici luci stanno provando le sequenze della serata. Un grande cerchio compare sugli screen luminosi che costituiscono la scenografia, dal soffitto una dozzina di bracciali formato hula hoop ondeggiano.
– Cosa sono quelli? Danilo, cosa sono quelli?
Urla il direttore dalla terza quinta. Un ragazzo alto, magro, in pantaloni e camicia bianchi e quindi cangianti in base al colore delle luci, dal proscenio scivola indietro verso il direttore. Ariel in uno studio televisivo che vola dal suo Prospero.
– I braccialetti, caro. I braccialetti della Cancellieri. Ho ideato una coreografia stupenda, le ragazze vengono benedette da queste aureole che scendono su loro. Loro alzano le braccia e accolgono la grazia. Debby da brava, fai vedere al Papi, anche così senza braccialetto.
Una ragazza alta, castana, alza le braccia al soffitto e accenna a qualche passo di danza. A un cenno di Danilo la ragazza si ferma e rimane immobile per qualche secondo. Solo quando sarà sicura che il coreografo e il direttore non avranno più bisogno di lei, si rimetterà in posizione per il balletto di apertura.
– Quindi sono le ragazze che ballano con i braccialetti? Ma che ho fatto io per aver un cretino del genere?
Sbotta il direttore, urla così forte che i macchinisti si fermano per un istante.
– Non sono le donne che mettono il braccialetto ma gli uomini, gli stalker! Ma che avevi capito? Non è che una viene violentata e poi le fanno mettere il braccialetto.
Danilo diviene rosso, dalla testa ai piedi, poi blu. Le luci sui fondali continuano a cambiare mentre lui tenta di giustificarsi.
– La scaletta, presto. Conclude il direttore, la stagista si avvicina. – Via questo balletto dei braccialetti. Sostituitelo con una panoramica sul pubblico, poi musica e arriva la mamma del ragazzo accusato di stupro di gruppo a quindici anni. Poi ci trasferiamo sulla telecamera due per lo spot della Telecom.
 Entra correndo una seconda stagista.
-Direttore! La ragazza violentata dal fidanzato non vuole più comparire in trasmissione.
-Le dica che ormai ha firmato e che ho delle foto fatte dal medico legale e se non segue il copione le pubblico su Facebook.
– Ma direttore è illegale.
– E tu vedi di non farti registrare. Che poi quelle foto neanche esistono ma lei non può saperlo è ancora in stato di shock.
Le luci si abbassano e si alzano, una bella donna in abito rosso entra in scena. Ripete a se stessa:
– Femminizidio.
Il direttore le si avvicina.
-Femminicidio, mia cara. Senza z.
– Femminizcidio.  Femminezidio. Femminesidio.
Le luci si accendono, il pubblico in sala è seduto e sorride, il direttore è scomparso nella terza quinta come la presentatrice.
– Sigla
Mormora il direttore al microfono. La bella donna in abito rosso entra, il pubblico applaude.
Le ballerine iniziano a danzare. Maria cerca di non guardare la terza quinta.
– Buonasera. Oggi siamo qui per dire basta al femminisidio!
Applausi.
– Vogliamo una task force contro il femminezidio!
Maria alza gli occhi verso la terza quinta e sorride al direttore.

The show must go on

(Arianna Musso – Foto da internet)