Scandali. Perchè dilagano le firme false

La vicenda riguardante la raccolta delle firme per la presentazione della lista di Alternativa Sociale alle prossime elezioni regionali, ha scoperchiato tutto il marasma che, sul piano organizzativo, accompagna ormai questo mondo politico del tutto votato alla ricerca del potere fine a se stesso.


Non è il caso, però, di esprimere giudizi più o meno moralistici, ma piuttosto per sviluppare una annotazione di carattere tecnico. Per ragioni di natura professionale mi è capitato di assistere alla presentazione di liste elettorali in moltissime occasioni, passando attraverso tutti i sistemi che, via via, sono stati adottati: dagli anni ’60, quando tutti dovevano raccogliere le firme; successivamente dalla raccolta furono esentati i partiti presenti in Parlamento; poi, dopo Tangentopoli si è ritornati alle firme ed, infine, alla ibrida situazione attuale.
Ritengo che il caos creatosi in questa occasione (ma già visto, in precedenza, anche se non in dimensioni così eclatanti) sia dovuto essenzialmente all’eccessivo allargamento nella facoltà di autenticazione: allargamento rivolto ai “politici” (Sindaci, Assessori, Consiglieri) ed alla facoltà di raccogliere le firme in qualsiasi sede. Questo elemento ha aumentato il senso di onnipotenza dei partecipanti alla sfera dell’autonomia del politico, causando ulteriore disorganizzazione nelle fila dei partiti e ulteriore presunzione nei potenziali “eletti”.
Se vogliamo (come è necessario) che la raccolta delle firme sia una cosa seria occorre, prima di tutto, restringere il campo degli autenticatori, ai funzionari pubblici delegati e ai notai, e i luoghi di raccolta limitati alle sedi istituzionali ed agli studi professionali, eliminando assolutamente i banchetti all’aperto (nei banchetti all’aperto, tra l’altro, credo che la presenza degli autenticatori all’apposizione delle firme potrà essere calcolata attorno al 30% dei casi. Per il restante 70% le firme sono state raccolte, per tutti i partiti, dai volontari e poi autenticate successivamente. In palese contrasto, cioè, con quanto previsto dalla legge).
Siamo dunque ad un ulteriore segnale di degrado della politica, che si accompagna al fenomeno della personalizzazione, ai manifesti dei singoli candidati, all’iper esposizione televisiva dei leader, mentre i dati ci dicono che l’80% degli italiani, non segue assolutamente (o lo fa molto da lontano) la campagna elettorale.
Al centro di una possibile alternativa debbono stare quindi: serietà e rigore.
(Franco Astengo)