OLI 294: ILVA – Di nuovo le donne

Fotografia tratta dal sito di La Repubblica, ed. Bari

Questa volta sono le “Donne per Taranto”, città che vive sotto i fumi dell’Ilva. Donne che si costituscono in comitato “a favore della tutela della vita e della salute“, per chiedere “la creazione di mappe epidemiologiche”, per rivendicare una “economia più pulita che non causa inquinamento e distruzione”, donne che si preoccupano del fumo rosso che grava “sulle case dove vivono i nostri bambini”.
Ne parla – isolatamente – La Repubblica del 21 marzo, pagina nazionale, con un articolo di Giovanni Di Meo.
Anche a Genova furono le donne del Comitato salute e ambiente a mettere – antipaticamente – in discussione il fatto che fosse “inevitabile” pagare in salute il diritto al lavoro. A sparigliare gli equilibri, a percorrere la via della “irragionevolezza”, a chiedere a industriali, istituzioni e sindacato la capacità di progettare un lavoro che non facesse male.
Le donne tarantine richiamano in un loro comunicato quel che avvenne a Genova, l’indagine epidemiologica che nel 2001 determinò la decisione di chiudere l’area a caldo dell’Ilva, ma ormai l’idea che l’Ilva di Cornigliano e quella di Taranto appartengano allo stesso gruppo sembra svanita dalle coscienze. Anche quella del sindacato: che ognuno si arrangi con le sue polveri, il suo inquinamento, le sue malattie e la sua disoccupazione.
(Paola Pierantoni)