Lettera – Caccia al fringuello in Regione

Mi spiace dover contraddire Paola Pierantoni (OLI 73) circa le motivazioni addotte dalla Giunta regionale per la caccia in deroga al fringuello.


La deliberazione di giunta (23.09.2005 N. 1085, disponibile al sito http://www.bur.liguriainrete.it/archiviofile/B_000000059005412000.pdf ) apre la caccia in deroga allo STORNO per i danni all’agricoltura (art. 9 comma 1 lettera a) della direttiva europea 79/409/CEE – “Direttiva uccelli”: http://europa.eu.int/eur-lex/it/consleg/pdf/1979/it_1979L0409_do_001.pdf ), mentre per il FRINGUELLO fa riferimento all’art. 9 comma 1 lettera c) della stessa direttiva, che permette, “sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti”, la caccia alle specie protette “per consentire in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità”.
La stessa delibera di giunta sostiene che “per l’imminente stagione 2005/2006 le Regioni a seguito della riunione del 21.07.2005 presso l’l.N.F.S (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica), hanno definito i contingenti abbattibili in regime di deroga e che relativamente al fringuello per la Regione Liguria è stata stabilita una quota massima di prelievo pari a 183.125 unità”.
Io personalmente ho qualche perplessità sul fatto che 183.125 unità per la sola Liguria costituiscano una “piccola quantità” (anche se so dai miei colleghi ornitologi che il fringuello in Liguria gode di ottima salute), che queste vengano prelevate “in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo” e che “non vi siano altre soluzioni soddisfacenti” (soluzioni per che cosa, dato che per questa specie non si adducono come motivazione i danni all’agricoltura?), ma per tutto ciò non bisogna prendersela con la Giunta regionale, ma semmai chiedere spiegazioni all’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, ente più che benemerito e punto di riferimento nazionale per gli studi sulla fauna selvatica, che ha ospitato la riunione di tutte le Regioni. Io, che faccio lo zoologo, non mi occupo in maniera particolare di uccelli ma da anni lavoro a contatto con validissimi colleghi dell’I.N.F.S. di cui ho la massima fiducia ed un rispetto quasi reverenziale. Per questo mi domando: l’I.N.F.S. era solo ospite della riunione o ha partecipato alla decisione? Cordiali saluti
(Andrea Balduzzi)
Risposta
La precisazione del. Prof Balduzzi ci riporta all’argomento fringuello. Tocca alle Regioni la competenza sulla definizione del calendario e del regolamento venatorio regionale, e quindi anche sulle deroghe ammesse dalla normativa comunitaria per la caccia alle specie protette.
Ciò però è possibile solo “dopo aver sentito l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica”, che ha il compito, tra gli altri, di “… di controllare e valutare gli interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome”.
Vi è quindi una vasta possibilità di articolazione territoriale, che però le indicazioni dell’INFS dovrebbero contenere entro i confini della coerenza nazionale e del rispetto degli obiettivi comunitari.
Il panorama nazionale (La Giunta Regionale Veneto, ad esempio, ha deliberato la possibilità di abbattere un numero di fringuelli 14 volte superiore a quello indicato dall’INFS) fa nascere però parecchi dubbi sulla efficacia di questa azione di contenimento e di coerenza. La situazione si compone così di una normativa europea molto rigorosa che ammette deroghe solo in modo selettivo, per piccole quantità, in condizioni rigidamente controllate, e di una normativa regionale in libera uscita, complice un indebolimento del potere di indirizzo e controllo dell’INFS privo, come denuncia un appello, “delle risorse minime indispensabili per rispondere ai suoi obblighi” che procede in parallelo all’attacco in corso alla normativa nazionale sulla caccia varata nel 1992.
Può essere (vorremmo però saperlo con certezza) che la Giunta Regionale Ligure, a differenza dal Veneto, abbia rigorosamente seguito le indicazioni dell’INFS, ma data la situazione appena descritta mi chiedo se non sarebbe stata decisamente preferibile la scelta di non procedere a deroghe per una specie di uccellini che non reca danni a nessuno: i nostri 183000 fringuelli morituri si aggiungono infatti ai milioni decisi altrove, e nel mondo sempre meno bio-diverso in cui viviamo sarebbe stato meglio lasciare perdere. (p.p.)