Regione – Cresce il partito dei porticcioli

La Repubblica del 2 febbraio 2006, nelle sue pagine genovesi: “Varazze il porto del futuro diventa un salotto esclusivo. Non solo barche, ecco boutique e attici”. Il nuovo porto “Marina di Varazze che prende il posto del vecchio scalo comunale è il primo realizzato sulla base del cosiddetto decreto Burlando approvato quando l’attuale presidente della Regione era ministro dei trasporti e che detta tempi e percorsi per i progetti dei porti turistici”. La notizia serve a cancellare le preoccupazioni di cui si era fatto interprete in più occasioni “il Giornale” in particolare con un articolo del 5 giugno 2005 dopo che Burlando, appena eletto presidente della Regione, aveva presentato il suo programma in Consiglio. Del Piano della costa – messo a punto dalla giunta Mori – che prevedeva l’aumento dei posti barca da 14 a 26 mila, Burlando non ha parlato. Per la semplice ragione – insinuava il Giornale – che il Piano era stato a suo tempo stoppato da Rifondazione e Burlando ha taciuto per il veto di Rifondazione.


Come del resto suggerivano le parole dell’assessore alla Pianificazione Carlo Ruggeri che dopo aver riesaminato i progetti in corso d’opera aveva dichiarato che “i progetti sono nati da un Piano della costa datato, fatto quando sembrava ne¬cessaria una grande espansione dei posti barca» e aggiungendo che non tutto era perduto (“possiamo ancora tornare indietro e preservare la nostra costa”). Invece Varazze si è fatto e in tutta Liguria altri porti turistici stanno per essere completati e per altri ancora stanno iniziando i lavori.
Non c’è da stupirsi. Negli ultimi tre anni il valore di un ormeggio fisso in un porticciolo turistico è salito anche del 280% e gli affitti sono andati di pari passo. Posti barca, locali commerciali e appartamenti attinenti all’area, “service” sono ad oggi gli investimenti più remunerati. Un allettante fiume di denaro. E la previsione per i prossimi anni è in crescita. Burlando, attuale presidente della Regione, impegnerà a fondo la sua Giunta – anche Rifondazione sembra aver cambiato idea – perchè si realizzino i 26 mila posti barca. All’ultimo Salone Nautico, 2005, tutti i dibattiti pubblici hanno mostrato la piena unità di intenti che in materia esiste tra gruppi finanziari, imprese e amministratori pubblici. Insomma: il partito della nautica e dei porticcioli è recente ma ha già fatto il pieno di iscritti.
Del resto, ai tempi del Salone del 2004, quando la Giunta regionale era ancora nelle mani del centro destra, Burlando – che allora era solo un candidato in pectore – aveva pubblicamente sottolineato l’importanza di un impegno “bipartisan” a favore della nautica e dei porti turistici. Di fronte al grido di allarme degli operatori turistici (ed eravamo solo all’inizio!) Burlando aveva detto (Repubblica, 11 ottobre 2004) che la salvezza sarebbe ancora una volta venuta dal mare e che la politica avrebbe continuato a fare la sua parte. “Sulla nautica non c’è stata discontinuità politica e anche questo ha permesso al settore di correre a doppia cifra”, aveva detto. Tutti insieme, appassionatamente. Ed è stato di parola.
(Manlio Calegari)