Realismo teatrale – In scena il dramma del precariato

“Luciana non era matta. Era solo stanca”. E ’ l’epilogo del monologo teatrale in cui Paola Cortellesi dà vita ai molti caratteri della sua pièce gli “Ultimi saranno gli ultimi”. Personaggio emblematico appunto quello di Luciana, al settimo mese di gravidanza, a cui non viene rinnovato il contratto a termine. Luciana armata di pistola prende in ostaggio cinque persone rimaste di sera nella sua azienda: direttrice, due guardie, una segretaria, e l’addetta alle pulizie, tutti sfumati dall’attrice con intelligenza e ironia.


Se volessimo condensare il quotidiano dell’Italia di oggi in un’ora e mezza di racconto, potremmo partire da questo monologo in cui la realtà assume le forme chiare dell’evidenza in un rapporto causa ed effetto spietato e concreto. Luciana morirà dopo aver dato alla luce il suo bambino per gli spari di una poliziotta capitata in azienda per puro caso. “Credo” -sussurra l’addetta alle pulizie al pubblico – “che l’esasperazione” della gente arriverà a generare cose molte brutte. Da quell’esasperazione è nata la stanchezza di Luciana.
La storia della miseria di Luciana può essere spunto per un’ulteriore riflessione su “domani è un altro giorno” dei Ds. L’ispirazione al mondo femminile è ormai documentata. Le donne anche se difficilmente eleggibili dicono cose che toccano il cuore facili da utilizzare in politica. Chi sono la Rossella di Via col vento e la Luciana di Paola Cortellesi? Perché privilegiare un carattere piuttosto di un altro? Perché tutta questa mitizzazione dell’America – “non ti chiedere cosa può fare il tuo paese per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”? Si deve sempre pescare là, come se gli U.S.A. fornissero oltre che merci, slogan di facile consumo, utili per ogni occasione? Rossella è figlia di una società che vive di segregazione, Luciana nasce nell’Italia di oggi da una segregazione diversa e rivendica il suo diritto, come le altre alla maternità. In mancanza di una giustizia morale, la sua esasperazione la spinge a farsi giustizia da sé. Rossella ha da riconquistare quello che è già stato suo: la terra. Luciana ha la sua pancia che la spinge ad essere altro. E’ una pancia che contiene proprio tutto: presente e futuro e può parlare alla politica generando oltre agli slogan i programmi per chi si dice di sinistra. E’ certo che nel gioco dei confronti, il datato “Via col vento” contiene l’epopea della sconfitta e quel desiderio di riconquista della terra così simili alla storia della sinistra Italiana degli ultimi cinque anni. Nella sceneggiatura anche una piantagione “Le dodici querce”. Il kolossal è datato 1939. Per le prossime elezioni sicure citazioni da “La vita è meravigliosa”, “Casablanca”, “Io ti salverò”.
(Giulia Parodi)