Memoria G8 – Se le foto smentiscono le parole del giudice

“Chi non vuole ricordare il passato è condannato a riviverlo”. E allora bando alla pigrizia e sforziamoci di ricordare, anche se fa male o dà fastidio.
Prosegue al processo la descrizione degli avvenimenti in piazza Alimonda di venerdì 20 luglio 2001.


All’inseguimento del reparto in fuga e delle due camionette ci sono una cinquantina di manifestanti, arrabbiati per l’attacco subito dal corteo anche sul fianco. E’ interessante notare che dai responsabili dell’ordine pubblico il loro numero è stato sempre esagerato, fino al parossismo. C’è chi si è fermato a tre- quattrocento, chi è arrivato a parlare di quattro-cinquemila. Cinquemila persone avrebbero gremito l’intera piazza, e non è proprio così. Perché l’esagerazione? Ovvio, in una logica di ordine pubblico trasformato in scontro militare l’esagerazione delle forze del nemico giustifica anche le manovre insensate e la fuga.
In realtà il numero dei Cc (un centinaio) è nettamente superiore a quello dei manifestanti, tant’è che l’ufficiale più alto in grado, sulle strisce pedonali che delimitano il tratto di via Caffa verso Tommaseo, richiama il contingente con ampi gesti, ma senza successo. Occorre precisare che i manifestanti che giungono relativamente vicini alla camionetta (relativamente significa mai più vicini di tre metri, tenendo sempre presenti gli effetti di schiacciamento dei teleobiettivi) non sono più di una quindicina, e comprendono anche qualche fotografo (a conferma di questo e di altri particolari si possono osservare alcune fotografie presenti sul sito http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa).
In una fotografia, una delle tante scattate da un cittadino che abita in via Caffa e consegnate, come è giusto, alla procura, si vedono le due camionette: una appoggiata al cassonetto, l’altra che ne ostacola la manovra. Nella stessa fotografia che dimostra, se pure ce ne fosse bisogno, come le camionette non siano affatto circondate, si può notare anche Carlo, distante una quindicina di metri e a mani nude. Un filmato mostra la seconda camionetta che si allontana e un manifestante che raccoglie un estintore da terra e lo lancia verso la jeep. L’estintore picchia sul bordo superiore del lunotto, ricade sulla gomma di scorta e rotola per terra. Nella ordinanza di archiviazione il GIP scrive: “un estintore che, proiettato verso il vetro posteriore ormai rotto del defender, colpisce il piede destro di Placanica che chiaramente sporge oltre il limite della ruota di scorta nel tentativo di impedirne l’entrata nella camionetta, quello stesso estintore che alcuni secondi dopo Ca rlo Giuliani raccoglierà da terra alzandolo sopra la testa per scagliarlo nuovamente all’interno della camionetta, come qualche altro, se non addirittura lui stesso, aveva poco prima tentato di fare.” Il sottolineato non appare una manifestazione di attenzione alle immagini e di equilibrio espositivo.
(6-Continua)
(Giuliano Giuliani)