Urbanistica – I furbetti del quartierino abitano anche qui

Qualcosa sta accadendo a Genova (e forse anche altrove…). Negli ultimi giorni sono rimbalzate sui giornali cittadini insistenti notizie e polemiche su importanti operazioni immobiliari.
I parcheggi: quelli dell’Acquasola, di Ponte Caffaro, della Meridiana…, con numerosi interventi di tecnici e politici. Sabato è esplosa la bomba: “Erzelli, l’addio di Piano”. Perché? “Troppo cemento, l’architetto rinuncia al progetto”.


Il lettore può facilmente restare frastornato: l’Affresco, Cornigliano, gli Erzelli, i parcheggi, la metropolitana, coinvolgono una pluralità di soggetti a diverso titolo. Quali vanno considerate opere pubbliche, quali operazioni private a valenza puramente commerciale?
C’è una mescolanza di interessi, capitali, competenze pubbliche e private. I privati investono ovviamente per realizzare un guadagno, il pubblico per realizzare finalità generali. Inoltre gli enti locali svolgono funzioni di regia per modellare il territorio, in termini di costruzioni e infrastrutture, in maniera razionale e attenta alle esigenze funzionali ed estetiche.
In questa situazione è fondamentale la trasparenza con cui vengono perseguite finalità così differenziate, mentre le scelte del soggetto pubblico possono aprire o chiudere, ingigantire o ridurre il flusso di quattrini proveniente dalle varie iniziative.
In un altro articolo si legge: “(Il Progetto Leonardo agli Erzelli) si potrà chiamare ancora “technology village” ora che gli immobiliaristi entrati a controllare “Genova High-tech” vogliono farne un paradiso di villette ed edilizia residenziale?”. Che interesse ha la collettività di vedere una collina ricoprirsi di edifici, con le spese di urbanizzazione connesse, se viene a mancare la fondamentale premessa di utilità pubblica?
Nei due articoli che occupano tutta la pagina si dà molto risalto ai conti fatti dagli immobiliaristi. Questi, attraverso le società Euromilano e Prometeo, con l’appoggio finanziario di Banca Intesa, hanno ottenuto il controllo della società che gestisce l’operazione, la “Genova High tech”, prima controllata dalla Dixet, consorzio genovese di aziende ad alta tecnologia.
In questa storia il ruolo dei cattivi spetta dunque chiaramente agli immobiliaristi e alla loro brama di profitto. Bisogna leggere tutto con molta attenzione per accorgersi che nella storia c’è un protagonista assolutamente decisivo, che preferisce starsene defilato: il Comune di Genova.
Esso ha modificato le destinazioni d’uso nel senso desiderato dagli immobiliaristi. Senza di ciò, l’intera operazione di stravolgimento del progetto e di emarginazione della sua componente industriale e tecnologica non sarebbe potuta avvenire.
Perché questo favore, che rimette in discussione anche la scelta della facoltà di Ingegneria di trasferirsi agli Erzelli? Cosa resta dell’intera operazione? Una colossale speculazione immobiliare, che genererebbe un altrettanto colossale flusso di danaro. Come dai parcheggi.
Si discute molto sui mass media locali di estetica, di vivibilità…, forse sarebbe meglio tenere d’occhio i conti. Correnti. Perché di “furbetti del quartierino”, con annesse complicità politiche, l’Italia è piena, non ci sono brevetti, e il know how, facilmente disponibile, dilaga.
(Pino Cosentino)