Primarie/1 – Qualcuno è contrario? Io, risponde Burlando

Repubblica del 5 aprile, intervista a tutta pagina, con foto e Genova sullo sfondo. Burlando parla. Domanda d’obbligo dell’intervistatore: “E Tursi?” E lui: “Confesso 10 anni fa ho sbagliato… ho sbagliato il metodo, non certo il nome (nda: appoggiò Pericu).


Fu Benvenuti a svolgere quel compito di carnefice di Sansa ma dietro c’ero io e sbagliai con Sansa anche se Pericu poi fu una scelta felice. Allora mi esposi troppo, oggi starò più indietro, giocherò un ruolo diverso”. A leggere (il giorno dopo, 6 aprile, Burlando rettificherà: la parola “carnefice” attribuita al compagno di partito è opera dell’intervistatore) si capisce che chi lo interroga ha un piccolo sussulto. Perché, Burlando confessa pubblicamente quanto è sempre stato negato? Che bisogno ha di cospargersi la testa di ceneri? Per sapere basta proseguire nella lettura quando, alla domanda sulle future candidature per Tursi, Burlando butta lì, come se niente fosse, due battutine. La prima: “se la Margherita rivendica quel posto dovremo stare a sentire”. Tradotto: il sindaco è dei Ds che però sono disposti a metterlo in discussione con i loro sodali dell’Ulivo. Seconda: “Dopo Pericu non si può cercare una figura della società civile che al confronto sbiadisca”. Traduzione: le “primarie” – grazie alle quali la società civile sceglie il sindaco, al suo interno o tra i politici non importa – non servono.
Messa così ha ragione Pierfranco Pellizzetti (“A chi spetta realmente scegliere il sindaco”, OLI n. 105) che sostiene che partiti cercano di sottrarsi alle primarie e ha torto Pittaluga che dice che non è vero. Ma siamo solo al 5 aprile.
(Manlio Calegari)