Ci sono in giro Costituenti Federalisti,
Cui non piace il sud dei poveri cristi;
Vorrebbero tagliare il Paese in due o tre parti
Per non avere tra i piedi controparti,
Quei nordici Costituenti Federalisti
(GUR)
Ci sono in giro Costituenti Federalisti,
Cui non piace il sud dei poveri cristi;
Vorrebbero tagliare il Paese in due o tre parti
Per non avere tra i piedi controparti,
Quei nordici Costituenti Federalisti
(GUR)
Difficile capire da dove nasce l’illusione di aver già vinto il referendum. Per quel che può valere, pochi sono i sondaggi accessibili. Quello condotto per Repubblica (7 giugno) rivela che poco più della metà degli italiani (53%) è a conoscenza del referendum, il 60% pensa di andare sicuramente a votare e il 23% ci andrà probabilmente. Su base nazionale il 60% è orientato a votare NO, mentre al nord la percentuale scende al 51%.
Repubblica del 5 aprile, intervista a tutta pagina, con foto e Genova sullo sfondo. Burlando parla. Domanda d’obbligo dell’intervistatore: “E Tursi?” E lui: “Confesso 10 anni fa ho sbagliato… ho sbagliato il metodo, non certo il nome (nda: appoggiò Pericu).
Secolo XIX del 26 aprile – ma gli stessi concetti si trovano nella intervista rilasciata a Repubblica il primo giugno: Parla Bisagno, il presidente degli industriali. Sbrigativo e netto come si confà a un manager, presidente di una associazione potente, Bisagno dichiara che lui alle primarie non ci crede. Sono solo un espediente buono per partiti che non hanno candidati abbastanza forti per contrastare quelli altrui (“non c’è consenso generale e allora lo chiediamo al popolo”) e che spesso vengono promosse al solo scopo di bruciare i candidati degli altri.
In distribuzione regionale con Venerdì di Repubblica (16 Giugno 2006), una pubblicazione, siglata dalla regione Liguria e dall’Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure). Grafica verde-basilico, tronco secolare in copertina, Ambiente in Liguria il titolo, con fascetta gialla “2005”: cosa sarà mai l’ambiente in Liguria? Verde, mare e bagliore argenteo di foglie d’ulivo. La presentazione prosegue in questa direzione, con l’accento sul “patrimonio ricchissimo di specie animali e vegetali”, “la riqualificazione dell’entroterra”, accompagnato da una sagoma della Liguria composta da un mosaico di fotografie, porticcioli, castagneti, viali alberati, spiagge.
Il “caso Savona” presenta diversi motivi di interesse. Lo scontro politico, tutto a sinistra, ha come perno una “questione morale” piuttosto evidente, legata al business del cemento, “che ha unito immobiliaristi, politici della sinistra storica e meno storica, transfughi dell’opposizione (Cdl), parenti (anche stretti) dei medesimi, affaristi con un passato colmo di ombre e simili” (cfr. OLI 103).
Nel suo articolo “Call Center – mancavano al convegno professori e politici” (Newsletter OLI, n. 105 del 14/6), m.c. deplora le molte significative assenze ad un convegno sicuramente importante. Scrive, in particolare: «Qualche professore di diritto, e non solo del lavoro, ci sarebbe stato bene». L’osservazione critica coglie nel segno, ma merita qualche riflessione ulteriore, a partire dalla domanda: perché non c’erano?
Il direttore de L’Unità Antonio Padellaro, conducendo Prima Pagina (19 giugno), ha dato conto di una inchiesta sulla discriminazione salariale delle donne a cui il suo giornale ha dedicato un ampio spazio. Benissimo. Meno bene quel che succede a seguito della telefonata di un ascoltatore il quale in sintesi ha detto: “Sono quaranta anni che lavoro, e non ho mai incontrato un solo caso in cui, a parità di mansione, per le donne fosse prevista una paga inferiore a quella degli uomini. Di quali discriminazioni state parlando?”
E’ uscito il numero 4 di MicroMega dedicato in gran parte al calcio.
Il calcio è un gioco. Ma lo sport più amato del mondo ormai è industria, potere, consenso e purtroppo soprattutto corruzione. All’indomani dello scandalo del “sistema Moggi” che scuote alle fondamenta il mondo del calcio, e non solo, MicroMega nel suo nuovo fascicolo fa intervenire i protagonisti.