Libera Tv – Arte in tutta Europa meno che in Italia

L’Italia è l’unico paese della Comunità europea escluso da Arte, il canale televisivo, dal nome nostrano, ma di lingua franco-tedesca, dedicato ai temi della cultura e privo di pubblicità. Inizia con queste parole l’appello lanciato, già alcuni anni fa, da Claudio Abbado e rimasto finora senza esito. Non senza risposte, perché alla firma dell’illustre musicista se ne sono aggiunte numerose altre e sono seguite anche assicurazioni ufficiali, come quella del ministro dei beni culturali del tempo, Urbani, che nel 1994 definiva la possibilità di inserire il programma nel digitale terrestre “una grande occasione da non perdere”. Puntualmente perduta.


Forse non tutti sanno che Arte, oltre a trasmettere film d’autore e grandi concerti, si occupa di storia e fa informazione: due telegiornali quotidiani e una rubrica domenicale, Fermo immagine, condotta da un corsivista di Le Monde, che analizza il trattamento delle notizie nei telegiornali del mondo intero. Insomma un osservatorio tv simile a quello che Oli fa, su scala ridotta, dalle nostre parti. E tutto questo proposto simultaneamente in francese o tedesco e con i sottotitoli nelle altre lingue europee, italiano escluso.
Per comprendere le ragioni che impediscono l’ingresso di Arte nel nostro paese (“una censura che limita il diritto costituzionale alla libertà d’informazione”, sottolinea l’associazione articolo 21), bisogna probabilmente ricordare alcuni reportages “scomodi”, addirittura a puntate, messi in onda dal canale tv, su temi ancora caldi e oscuri della vita italiana: esempio, la strategia della tensione, il golpe Borghese, con interviste a generali statunitensi che si assumevano responsabilità gravissime confermando la “necessità di fermare in qualsiasi modo” l’avanzata comunista in Italia; ma anche uno sconcertante documentario su Berlusconi comprendente la registrazione di un’esilarante telefonata in cui l’ex premier ironizzava sulle intimidazioni mafiose. Il governo italiano di allora intervenne presso il primo ministro francese Raffarin perché la trasmissione non venisse replicata, come previsto, qualche giorno più tardi. Invano.
Com’era pensabile che un canale così indipendente, per non dire impertinente, potesse metter piede sull’italico suolo tv? Si illudeva, se non spargeva fumo, a suo tempo il ministro Urbani. Ora però, col centrosinistra, certi ostacoli dovrebbero essere caduti. O no?
(Achab)