Si muove lentamente Agnese. Bloccata dagli anni e dalla casa vicina al bosco, nella quale vive lontana dalla gente. Si muove costretta in una bolla di ricordi fissati nel tempo, dolorosamente nitidi negli anni. Per nulla sfuocati. Agnese arriva in scena accompagnata dalle cose che abitano il suo quotidiano: la terra da curare, il bucato da stendere, un tavolo dove mangiare. E una solitudine che difende la sua vecchiaia ma le piega l’anima. Le luci di scena si spengono e si accendono su di lei portando lo spettatore in un’esistenza dove ogni giorno è uguale all’altro. Agnese è una donna di campagna. Della sua solitudine si parla in paese, di questo suo stare ostinatamente segregata in casa, ed è proprio in paese che viene segnalata ad un giovane di città in cerca di occupazione. Forse sì, lì c’è bisogno di braccia giovani, abili al lavoro. Il ragazzo in quella casa viene ruvidamente accolto: un materasso in cucina e la legna da spaccare. Il giovane è gentile. Lavora molto. La sua pazienza si svela in un sorriso aperto. Ma di tagliare l’erba grama lui non vuol sapere e nemmeno di mangiare cibo proveniente dall’uccisione di altri esseri viventi. Lui non può potare gli alberi. E quando lei lo invita a cenare il piatto pieno rimane intatto, allontanato con un gesto.
Autore: Redazione
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Teatro – Agnese dolce agnese
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Parole degli occhi – Prospettive
a cura di Giorgio Bergami
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© foto: Giorgio Bergami
Lettere – La voce di una donna sulla Ru486
Oltre il rumore della politica, la voce di una donna. Mi imbatto in questo articolo di IGN (adnkronos) che porta alla superficie alcune verità sulla Ru486, che scompaiono dietro ai muri delle ideologie e delle convenienze: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Aborto-la-testimonianza-Con-la-Ru486-nessuno-sconto-sulla-sofferenza_225582559.html
(Stefano De Pietro)Lettere – Tassista de-genere
Qualche giorno fa sono andato in trasferta. Visto che il Volabus di AMT Genova-Aeroporto effettua una corsa all’ora (http://www.amt.genova.it/orari/Orario4.asp?Linea=VLB&Gg=29&Mm=3&Aa=2010&giorno=1&codserv=I0110), per evitare di mettersi in moto circa due ore prima della partenza dell’aereo, si è praticamente costretti ad utilizzare un taxi.
Lettere – Leggendo i risultati delle elezioni
Dunque non ha perso lucidità, nonostante l’età, il “nostro” Eugenio Scalfari. Vien da pensare invece che la lucidità l’abbiano persa giornalisti, commentatori politici ed esponenti dei partiti.
Versante Ligure
Io, Spottossico
Ho ansia, inappetenza
pulsioni maniacali:
io di jingle-demenza
e di volti letali
non posso fare senza!
Dà effetti micidiali
la crisi d’astinenza
da spot elettorali

Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://lanterninoenzocosta.blogspot.com
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://proveaglaja.blogspot.com
Elezioni – Il sabato del villaggio
La comprensione chiara – illuminazione alla Blues Brothers – del perché Berlusconi sia sempre al potere arriva da un luogo che le donne impegnate in politica dovrebbero frequentare con la costanza destinata a dibattiti, incontri elettorali, mercati: il parrucchiere.
Cultura – Poetica dei ricordi di Rosetta Loy
La primavera ha fatto capolino in città con due giorni d’anticipo, il 19 marzo scorso. Il sole ha risvegliato il rosa caldo delle pareti di Palazzo Tursi e, se la visuale non fosse stata serrata dai vicoli, affacciandosi dalle sue finestre, fronte via Garibaldi, si sarebbe probabilmente goduto di uno di quegli orizzonti vasti e profondi che Roma sa regalare. Un pomeriggio di primavera romana a Genova, in compagnia di Rosetta Loy, ospite della rassegna Scrittrici Oggi.
Informazione – Falsari e complici
Nei giorni scorsi è venuto alla luce un episodio avvenuto qualche tempo fa. Lo scorso 22 novembre Libero aveva pubblicato, onorandola di un titolo a quattro colonne, una intervista a Philip Roth. Intervista particolarmente spinosa, perché rivelava la profonda delusione del grande scrittore americano per Barack Obama, di cui era stato convinto sostenitore: “Obama? Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico”.
Società – Rivoluzione farmaceutica in Ecuador
Peacereporter (*) e Greenreport (**) hanno pubblicato a febbraio 2010 l’ennesima importante notizia silenziata sulla stampa italiana, che nulla ha a che fare con escort e statuine del Duomo. Il Presidente dell’Ecuador Correa ha dato seguito ad un decreto legge, già approvato a Ottobre 2009, per cui lo stato ecuadoriano ritiene di essere autorizzato a produrre in casa una serie di farmaci necessari per la sopravvivenza dei suoi cittadini. Viene messo in pratica con un colpo di mano da premio Nobel un accordo che le case farmaceutiche avevano firmato ma poi sempre ostacolato, ossia la legalità di produrre i farmaci in modo autonomo, versando solo i diritti al detentore del brevetto, quando la situazione sanitaria sia disperata. E Correa considera tale quella dell’Ecuador.