Autore: Redazione

  • Immigrazione/2 – Uso politico della statistica

    Nell’articolo “Il crimine cresce ma soltanto tra gli irregolari” (Repubblica, 12 febbraio) Paolo Arvati invoca “un approccio rigoroso a statistiche particolarmente insidiose come quelle giudiziarie”, e indica nella ricerca di Marzio Barbagli (“Immigrazione e sicurezza in Italia”, Il Mulino) un utile strumento.
    Barbagli parte dal cambiamento occorso in molti paesi europei a metà degli anni ’70: fino ad allora il tasso di criminalità degli immigrati era risultato inferiore a quello delle popolazioni autoctone, ma dopo la crisi petrolifera del 1973 le politiche migratorie europee diventano più restrittive, la pressione migratoria aumenta e per la prima volta cresce la quota dei reati commessi da stranieri.

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  • Lavoro – Per i contratti a termine solo disattenzione e silenzio

    Sapete qual è il paese dove chi è “disoccupato è 12 (dodici) volte più a rischio di essere povero del resto della popolazione”? E’ l’Italia! A dirlo sono alcuni economisti, tipi seri che non a caso da tempo avevano annunciato la stagione che stiamo vivendo. Tra loro Tito Boeri intervenuto più volte su Repubblica delle ultime settimane. E’ probabile, ha scritto Boeri (16 febbraio 2009), che nel 2009 i disoccupati superino la soglia dei due milioni. Venerdì 13 febbraio (quando si dice le date) il governo ha annunciato di aver reperito 8 miliardi per finanziare gli ammortizzatori sociali tramite un accordo con le Regioni ma già a poche ore di distanza il ministro del lavoro ha annunciato che la riforma dovrà essere “ulteriormente rinviata”. A quando? Non si sa. Verranno finanziati solo gli interventi di cassa integrazione in deroga. Si tratta di interventi diretti alle imprese e non ai disoccupati che invece possono essere vittime di licenziament i individuali o subire il mancato rinnovo del loro contratto a termine. Inoltre gli interventi di cassa integrazione non sanciscono alcun diritto ad essere aiutati per coloro che perdono il lavoro. Per queste persone l’unica possibilità di essere aiutati è che la Regione e sindacati si accorgano della loro esistenza e si impegnino a sostenerli. Infine gli interventi di cassa integrazione sono uno strumento di politica industriale e non di assistenza: è la politica – Governo e Regioni assieme ai sindacati – che decide a quali imprese dare gli ammortizzatori e a quali non. A goderne sono le imprese con più coperture politiche e situazioni sindacali “con buone relazioni”.

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  • Gronda – Débat public ou débâcle publique?

    “Rivolta per la gronda. Voltri scende in piazza”, “Gronda, il no della Valpolcevera. Tensione a Rivarolo”, “Gronda, abitanti sulle barricate. Proteste anche a Sampierdarena”. Sono alcuni titoli dei giornali locali che riportano il clima incandescente della prima fase del dibattito pubblico sulla gronda dedicato alla presentazione del progetto, arrivato alla quinta puntata (la sesta e ultima avrà luogo il prossimo giovedì 26 a Bolzaneto). Registrano solo il clima dei vari incontri di presentazione del progetto. Semplicemente rovente, animi esasperati. Lo descrive molto bene Diego Curcio sul Corriere Mercantile: “netta contrarietà degli abitanti a questo tipo di infrastruttura” a ognuno dei cinque tracciati proposti, perché la soluzione è quella “di una mobilità sostenibile che sposti le merci e le persone sul ferro invece che sulla gomma”. Secondo il cronista “il Débat public, come è stato condotto finora, ha ottenuto come unico risultato quello di tracciare un solco ancora più profondo fra istituzioni e cittadini, allargando notevolmente l’area di dissenso”. A confermare il distacco è stato il modo con cui a Sampierdarena è stato minacciosamente accolto l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune Andrea Ranieri che ha ribadito la contrarietà del Comune alla “opzione zero”: “Ci rivediamo alle elezioni” (Coriere Mercantile, 22 febbraio). Più che un débat sembra una débâcle publique.

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  • Comune – Verde in svendita

    Ma che affari fa il Comune! Quando si dice avere fiuto. Specialisti gli addetti del Settore Tecnico del Patrimonio che dichiarano in un delibera del 30 luglio 2002 di ritenere vantaggiosa una proposta della società costruttrice dei box di via Ausonia in Castelletto. La proposta? Semplice! Uno scambio di verde ovvero, poiché si ribadisce che l’area di via Ausonia “ha una migliore potenzialità di utilizzo nell’ipotesi di sistemazione a parco urbano”, si accetta la permuta con un’altra in via Sclopis, a Sturla, che “risulta essere gerbida e scoscesa”. Si sa le ferie incalzano, la delibera è esecutiva il 16 agosto. E così voilà, per 4379 euro la ditta costruttrice di via Ausonia ottiene allora di scambiare una porzione di verde in Castelletto con un’altra a Sturla. Il tempo passa, i lavori di via Ausonia si interrompono e la ditta cessa di esistere. Nel frattempo se ne fa avanti un’altra, nome nuovo, stessi componenti, che presenta tempo dopo un progetto di 52 box pertinenziali e posti auto sull’area verde di via Sclopis.

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  • Cornigliano – Il fantasma delle acciaierie

    Strana giornata quella di venerdì 20 febbraio per le Acciaierie di Cornigliano, anzi per il loro fantasma mentale, in due diverse sale genovesi.
    Da un lato tirate in causa in modo insolitamente rude ed esplicito da chi è venuto da fuori, da Vendola, che nella sala più che gremita in cui è riunita la “Costituente per la sinistra” dice con bella veemenza: “Troppo facile fare come ha fatto Riva, a comprarsi a prezzo di saldo un’area d’oro. Certo, ora è un po’ arrabbiato con me perché gli sto chiedendo di restituire un po’ dei soldi che si è fatto per sanare i problemi ambientali e della sicurezza” (applausi convinti e liberatori).

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  • Libri – Economia canaglia

    Il regalo di un amico che ha vissuto molto tempo a Shanghai mi fa conoscere un libro (Loretta Napoleoni, “Economia canaglia”, Il Saggiatore) che vale la pena di conservare nella propria libreria. E’ l’ultima fatica di Loretta Napoleoni, una denuncia sullo stato dell’economia del nostro tempo, raccontata nei suoi risolvi più torbidi. Il racconto spazia dalla caduta del muro di Berlino fino al mondo virtuale dei giochi su internet e la finanza mondiale, passando attraverso tutti gli argomenti che ritroviamo a macchia di leopardo nei telegiornali, nelle conferenze, sui giornali, o che anche non troviamo affatto nell’informazione di stato che ci caratterizza oggi.

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  • PD – Se i proprietari si facessero vivi

    La domanda si presenta inaspettata, dopo una giornata qualsiasi che non ha niente a che vedere con quelle passate di Veltroni o Franceschini. E se vogliamo di D’Alema o Bersani. Si tratta di un quesito birichino e inadeguato che gli umani – vedi elettori – normalmente non si pongono perché cosa gli appartiene, infine, di questa società?
    Il gioco delle parti suggerisce ruoli precisi nei quali si è partito solo in piazza o in campagna elettorale. Come si trattasse di una chiamata alle armi, nella quale chi può sceglie il proprio esercito, sentendosi – anche in minima parte – fattore determinate. Poi, a fine giochi, tutti a casa.

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  • VERSANTE LIGURE



    NOTIZIE BOMBA

    “Per la Moschea un bel grazie

    dalla popolazione”

    “Gay Pride: solo letizie”

    “La destra non si oppone”

    (esplosive notizie

    trovate alla stazione).



  • Sciopero 13 febbraio – A Roma contro l’umiliazione

    Due enormi striscioni bianchi percorrono in tutta la sua lunghezza un terrapieno davanti al Colosseo: “A TARANTO DI INQUINAMENTO E LAVORO SI MUORE”. Le grandi lettere compongono le parole in verticale. La firma è di un gruppo di giovani i Tarantini fuori sede, studenti universitari che, dalla capitale, tengono d’occhio la loro città. Il corteo sfila davanti a loro, indifferente al monito e agli insulti che i pochi ragazzi urlano verso Riva, presente solo in spirito tra i suoi operai in sciopero
    Un freddo nordico a Roma venerdì 13 febbraio, e un sole allungato che, a tratti, riscalda la manifestazione. Tantissime bandiere rosse e pettorali gialli per difendere, oltre a tutto il resto, anche la costituzione.

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  • “Sicurezza” – Una firma contro gli impresari della paura

    Firmare o no l’appello “Rompiamo il silenzio”, pubblicato da Libertà e Giustizia su Repubblica del 7 febbraio scorso, intitolato “La democrazia è in bilico”?
    Qualche fatto, tanto per decidersi. Il 4 febbraio scorso il Senato ha approvato una serie di emendamenti al disegno di legge sulla sicurezza dei cittadini. I quotidiani ne hanno dato notizia il 5 successivo. Il 6 febbraio D’Avanzo su Repubblica (“La nuova civiltà dell’odio”) ha scritto “Lo stato di eccezione che la destra di Berlusconi e Bossi ha adottato fin dal primo giorno come paradigma di governo, diventa regola. Con un tratto di penna centinaia di migliaia di non cittadini – in attesa di permesso di soggiorno… perderanno ogni diritto protetto dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’uomo, dalle convenzioni internazionali (il diritto all’uguaglianza, alla salute, alla dignità della persona)… Così passo dopo passo, legge dopo legge, la nostra democrazia liberale cambia pelle per diventare democrazia autoritaria.”

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