Autore: Redazione

  • Mind the gap – Prostituzione domestica contro il caro-affitti

    A volte per arrivare all’informazione si deve cercare altrove, non negli articoli o nei commenti, dove arriva ciò che in un modo o nell’altro è diventato già opinione comune . Una scorsa alla pagina degli annunci può portare là dove il quotidiano aspetta, amorfo, di essere macinato e digerito per divenire il bolo della notizia. Gli affitti sono un esempio. A Genova le camere, per studenti e trasferitisi o semplicemente per chi non può permettersi il lusso di un focolare, hanno prezzi che oscillano tra i 170 euro, per il posto letto, e i 400, per la camera singola, fino a 500-600 euro per una doppia uso singola. Un vero e proprio strozzinaggio autorizzato (OLI n. 177, 5 marzo 2008).

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  • Giovani immigrati – Una bella notizia attesa 10 anni

    Fino al 28 marzo scorso, quando i giovani immigrati compivano 18 anni e diventavano maggiorenni erano costretti a scegliere tra permesso di soggiorno per motivi di studio e permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nel primo caso, una volta completati gli studi, non potevano più richiedere un permesso di soggiorno per lavoro, e impiegare così in Italia la professionalità appena conseguita, ma dovevano lasciare il Paese, e quando gli studi andavano male e non venivano raggiunti i requisiti previsti, le questure rifiutavano il rinnovo del documento, decretando la clandestinità di fatto dei giovani. Se invece avessero lasciato gli studi e avessero scelto il permesso per “motivi di lavoro” i giovani immigrati rischiavano la clandestinità quando perdevano il loro lavoro e non ne trovavano un altro entro sei mesi.

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  • Assistenza – La difficile strada delle priorità

    Circolo Zenzero, mercoledì 2 aprile. Quarto incontro con Paolo Pissarello, vicesindaco di Genova. All’ordine del giorno ancora bilancio e servizi alla persona.
    Accanto a lui Roberta Papi – assessore alle Politiche sociosanitarie – in una sola parola, assessore agli ultimi.
    La categoria include: anziani soli con redditi bassi, disabili, minori affidati al comune, tossicodipendenti e malati di aids, donne violentate, ragazze straniere da sottrarre alle strade, e individui senza fissa dimora. In tutto diciottomila persone accolte, tra le più sfortunate nel territorio.
    Della fascia superiore – la città sembra sempre più divisa in caste – quelli che non arrivano a fine mese o con problemi economici la cui entità non è ancora catastrofica, il Comune non può farsi carico, per la semplice ragione che i soldi non ci sono.

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  • Quando gli sos disturbano più dei bolidi

    Cara OLI, “Corse folli con bolidi truccati in piena notte”. Repubblica del 25 marzo scorso gli ha dedicato una paginata. Poi più niente. Uno legge e si chiede: ci sono altri che come me sono stati colpiti dalla notizia? Mi rendo conto che alla vigilia delle elezioni a parlare di queste cose faccio la figura della cretina; è che una persona comune cos’altro ha per osservare il mondo se non piccole cose? Certo: sono le grandi cose a essere importanti ma su di esse non ho alcun controllo; solo speranze.

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  • VERSANTE LIGURE


    MOZZARELLE VOLANTI

    La bufala inquinata
    il Bel Paese umilia:
    non quella diossinata
    ma quella che in Italia
    ha forma di cordata
    che vuole l’Alitalia.



    Capocordata

  • G8/1 – Tortura, un marchio su Genova 2001

    Quando nel 2001 a Bolzaneto uomini e donne della legge hanno mortificato, violentato e torturato era passato solo un anno dalla approvazione a Bruxelles della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. L’articolo 4 della Carta recita “Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a trattamenti inumani o degradanti”. Il catalogo compilato dai magistrati genovesi circa i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto e le notizie che ne ha dato la stampa non lasciano dubbi: a Bolzaneto la tortura c’è stata, non casuale ma programmata e di gruppo.

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  • G8/2 – Quei mandanti politici non tanto misteriosi

    Che l’Avvocatura dello Stato sia stata autorizzata a presentare pubbliche scuse al processo G8 in corso a Genova, per le torture (anche se il codice le chiama diversamente) avvenute nella caserma-prigione di Bolzaneto, è un segnale che qualcosa si muove. Così almeno viene letto da chi vuol credere ostinatamente nelle istituzioni, dopo la lunga sequenza di fatti che fanno perdere ogni fiducia: basti pensare non solo all’impunità assicurata (è ormai prossima la prescrizione dei reati), ma alle promozioni che hanno premiato tutti, nessuno escluso, i funzionari responsabili di tante efferatezze.

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  • Saltimbanchi – Nuove elezioni nuova casacca

    E così anche Genova ha avuto i suoi bravi De Gregorio, pronti all’ultimo momento ad assicurarsi un seggio al Parlamento saltando su una barca diversa da quella grazie alla quale avevano avuto i voti per entrare in Regione. Sarebbe curioso sapere che cosa ne pensano i loro elettori…
    Uno è quel Giovanni Paladini, un tempo della Margherita, la cui figura abbiamo visto campeggiare a grandezza naturale, ora in jeans, ora in completo azzurro – così il messaggio delle sue possibilità trasformiste era più che chiaro – nella campagna di una tornata elettorale della Regione. L’altro è tale Rosario Monteleone, già noto alle cronache genovesi per aver ostacolato con protervia – e non si è capito con quale diritto – l’elezione del presidente Repetto alla Provincia. Costui quatto quatto, all’ultimo momento, con un bel salto pirotecnico si è catapultato sul trenino di Casini ottenendo in lista uno dei posti che con questa stronzata di legge elettorale potrebbe fornirgli l’elezione.
    Entrambi fanno professione rigorosa di devozione alla famiglia, alla Chiesa e a tanti altri valori della tradizione. Pare già di vederli arringare i loro, nei prossimi giorni, in zona Matteotti e aggirarsi con occhio di riguardo e scrutatore attorno all’Episcopio…
    (Giovanni Meriana)

  • Aree Cornigliano – Distripark: risorsa o mito fasullo?

    Sembrava che a Genova la lezione fosse stata capita: non più Fiumara, le aree strategiche vanno destinate al porto. Anche le aree liberate dall’Ilva, a parte gli interventi pubblici di riqualificazione urbana a Cornigliano, dovevano servire alle “funzioni logistico-portuali”, ovvero al distripark, un’area attrezzata per la manipolazione delle merci in transito portuale, per l’assemblaggio dei componenti dei prodotti finiti, per il loro smistamento verso le destinazioni finali.

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  • Acciaierie – Dalle bande stagnate all’indice infortuni

    Su Repubblica del 26 marzo il paginone dedicato all’Ilva col titolo “Cornigliano, a qualcuno piace freddo” pare fatto apposta per scaldare i cuori di entusiasmo e speranza. “L’accordo di programma resiste”, dice fiduciosamente il sottotitolo, e l’articolo prosegue con suggestive descrizioni dei lavori in corso: “Una gru gialla si muove sopra la vasca appena completata che conterrà fino a 300 tonnellate di zinco … la ruggine sparisce per fare spazio alla vernice blu … gli impianti sono stati progettati con valutazione di impatto ambientale…”.
    Le cifre degli investimenti vengono puntigliosamente allineate insieme alle previsioni produttive a regime che guardano al 2010. Il quadro si completa con gli ottimi dati sull’andamento infortunistico: dal 2003 al 2007 si è passati da una frequenza di 202 infortuni ogni milione di ore lavorate a 86,5: più che un dimezzamento.

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