Categoria: Politica

  • Disservizi – Marta sul web l’ultima sfida

    Titolo di Repubblica (8 dicembre ’07) per la risposta della sindaco Vincenzi alle domande che le sono piovute addosso dal sito genovese del quotidiano (http://genova.repubblica.it/). Domande e proposte, scrive Vincenzi, la aiuteranno a sperimentare la sua idea di un metodo diverso di amministrazione della città. In altre parole: c’è il consiglio comunale e quelli dei municipi ma ci sono anche i singoli cittadini che sanno e parlano. La rete, la comunità web – come quella legata al sito di Repubblica – sarà uno dei luoghi privilegiati dello scambio.
    Ottimo no? Aprire occhi e orecchie alle voci che da tempo non trovano più ospitalità in organismi di rappresentanza afflitti dal partitismo e dai gettoni di presenza. Usare la posta dei lettori dei quotidiani e dei corrispondenti dei siti web per riflettere sull’efficacia della macchina comunale.

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  • Dialogo – I rischi (inevitabili?) di credere al Cav

    Chiedereste di amministrare il vostro patrimonio a un imbonitore da baracconi? Per esempio a uno di quelli che facendovi credere che una partita di vasi da notte viene ceduta a un prezzo molto conveniente riesce a convincervi a portarvela a casa? Bene, Berlusconi è di questa razza qui. Nei giorni scorsi ha fondato un nuovo partito stando sul predellino di una vettura in una piazza di Milano, tra un gruppo pare nutrito di fedeli osannanti. Nessuna idea programmatica, nessun progetto: solo slogan, urli, sorrisi da cammello del Sahara e signore impellicciate in deliquio. Ha poi fatto credere ad alcuni milioni di italiani (lui dice dieci…) che un governo si possa mandare a gambe all’aria con una raccolta di firme, ignorando quello che anche un bambino di terza media sa: solo il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere e non c’è referendum che tenga.

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  • Reti – Quando la politica non lascia il segno

    Si chiama “dedomonostra” – qualcosa come “attorno a casa nostra” – ed è il titolo di una mailing list, un circolo di corrispondenza tra studenti, borsisti, ricercatori, contrattisti italiani che studiano o lavorano presso università o istituti di ricerca stranieri. Una associazione dove futuri nobel si confondono con studiosi alle prime armi. Le loro materie sono diverse: si va dalla filologia classica, alle neuroscienze, alla genetica, alla biofisica. Una distinzione ormai poco significativa: da tempo gli ambiti disciplinari vanno ridefinendosi.
    Di cosa parlano i papers scambiati – tutti con tutti – tra la sessantina di corrispondenti della “dedomonostra”? Non delle indagini di cui sono esperti e che hanno già i loro canali – pubblicazioni, altre mailing list ecc. I giovani di “dedomonostra” si scambiano notizie sull’Italia, una roba che un tempo si sarebbe forse chiamata politica ma che loro ironicamente hanno ribattezzato cose di casa nostra. Le fonti? Familiari, amici, amici di amici. Perché le notizie quasi mai provengono dalla stampa locale o di qualche ufficialità. Piuttosto raccolgono punti di vista personali di conoscenti o di conoscenti di conoscenti. Prima conclusione: questo gruppo di primi della classe se parla del proprio paese lo fa usando esclusivamente – per gioco? – fonti personali.

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  • Informazione – Il corteo è pacifico quindi inesistente

    Volete un esempio di come si può manipolare un evento fino a cancellarne (o quasi) il significato? Prendete il corteo sul G8 di sabato 17 novembre scorso a Genova. Il corteo arriva dopo una settimana di timori di polemiche durissime. La destra ne ha chiesto la cancellazione. Una campagna giornalistica e televisiva martellante, specie a livello locale, ha di fatto suggerito l’abbandono della città da parte dei cittadini e la chiusura dei negozi. La tensione creata è tale da indurre gli organizzatori a temere un flop e a sottostimare le richieste di convogli a Trenitalia. Che ne approfitterà mettendoci del suo (cosa facilissima visto la normale condizione dei suoi treni) per sabotare l’iniziativa.

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  • Porto/1 – Si chiama governance la crisi di Genova

    La Conferenza strategica sul porto (31 ottobre 2007) voluta da Marta Vincenzi ha mostrato una preoccupante divisione nel centro sinistra locale e nel suo rapporto col governo nazionale. Il progetto Vincenzi (OLI n. 162) ha il suo principale cardine nella disponibilità dei finanziamenti derivati dal cosiddetto extragettito fiscale. Un comma contenuto all’articolo 5 della legge finanziaria in discussione al Senato prevede che una gran parte delle risorse generate dai maggiori gettiti fiscali dei porti liguri siano impiegate per finanziare il Terzo Valico.

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  • Porto/2 – Un tecnico da Bruxelles sotto la Lanterna?

    Un tecnico. In linguaggio aziendale il ruolo rappresenta esperienza, conoscenza, “saper fare”. E’ una figura importante perché conosce linguaggi e settore, ha frequentato le maestranze, ed ha le competenze per risolvere i problemi. Non è detto che abbia abilità politica, ma quando la situazione è grave questo non è un dato rilevante poiché le sue capacità superano di gran lunga questa pecca, per il semplice fatto che “il tecnico” sa di cosa parla. Al tecnico si ricorre quando la situazione è disperata. Normalmente accade durante le privatizzazioni, in situazioni al collasso o laddove gli appetiti in campo sono tali che solo una figura esterna, di esperienza comprovata, può farvi fronte. Nell’immaginario collettivo il tecnico è una figura spietata, senza remore, chiamata da un luogo lontano capace di valutare con distacco, senza contaminazioni, il quadro esistente. Il cinema ci offre numerosi esempi, sono personaggi soli, samurai, capitani coraggiosi, sceriffi.

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  • Porto – “Anno zero”? Sì, no, forse

    Oggetto: la conferenza strategica voluta dal sindaco Vincenzi per definire il destino del porto. Premessa: la città ha il suo futuro economico nel porto; in quello dei container; non in quello “vecchio” delle “merci varie”. Il porto di Genova che alla fine degli anni Novanta era il primo del Mediterraneo è scivolato al terzo posto. Se tutto andrà bene a fine anno avrà mosso 1.800.000 containers. Vincenzi: l’appuntamento è il 2015; bisogna creare le condizioni per muoverne 10 milioni. Un numero – nella discussione seguita alla relazione c’è chi farà dell’ironia – che serve a sottolineare come, per recuperare e reggere i tempi, la situazione attuale andrà moltiplicata almeno per 3 o 4 volte. Per realizzare un obiettivo così ardito Vincenzi propone uno strumento “complessivo”, un’autorità con il compito di eliminare il traffico pesante dalle strade cittadine e dell’Appennino, capace di affrontare la questione portuale nell’insieme (porto, interporti e in frastrutture -gronda, terzo valico ecc.) e non per frammenti. In pratica una società composta da comune, regione e provincia da finanziare con l’extragettito ma non solo.

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  • PD – A Genova il nuovo sempre in ritardo

    Col partito democratico comincia una nuova stagione. È la promessa- programma di Walter Veltroni, lo slogan della sua cavalcata verso la segreteria del nuovo partito, la speranza di tutti i delusi della sinistra e delle passate stagioni. E con le sue prime mosse Veltroni sta dimostrando di crederci davvero: spazio alle donne, facce nuove, organismi più agili, presenza della società civile nel sancta sanctorum del partito.

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  • Sicurezza – Vincenzi alla prova dei vigili urbani

    Prendete il Secolo XIX. A settembre 2007 gli articoli dedicati alla sicurezza erano il doppio di quelli di agosto. E a ottobre? Il doppio di settembre. Domanda facile: quanti saranno a novembre? Domanda difficile: quale relazione tra campagna giornalistica e “fatti”? A far riferimento ai normali indicatori – quelli forniti da questura, prefettura, procura ecc. – la situazione sembrerebbe stazionaria, non troppo diversa dal solito. Sarebbe invece cambiata la loro “percezione”: come la paura che non ti fa uscire di casa, o ti spinge a cambiare zona di residenza o ad avere comportamenti aggressivi. Se la “percezione” del pericolo cresce, lo spazio per ragionare si restringe, molto.

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  • Giustizia – Il silenzio di Prodi l’ira di Mastella

    La vecchia arma dell’avocazione, sempre incombente fin dai tempi dei vecchi scandali di regime (petroli e via dicendo), dunque esiste ancora, come ha ricordato il pg di Catanzaro a chi ha memoria corta dei fasti giudiziari. Il pm De Magistris, “colpevole” di avere rivolto le sue indagini sul guardasigilli Mastella e sullo stesso premier Prodi, si è visto togliere di mano dal superiore gerarchico il pesante fascicolo, destinato probabilmente a cure più riguardose. Al centro dell’inchiesta ci sono le solite intercettazioni telefoniche, quindi le tracce dei rapporti poco chiari mantenuti da affaristi ex dc con potenti di turno per lucrare sui fondi dell’Ue all’agricoltura del Sud, una truffa di dimensioni gigantesche.

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