“Il banco vince sempre”, l’inchiesta di Report trasmessa su Raitre il 14 ottobre, ha spinto molti a scrivere lettere al Secolo XIX: “Ho appreso con sgomento, da una delle poche trasmissioni televisive serie per le quali vale la pena pagare il canone Rai, ovvero Report, che i nostri enti locali stipulano contratti di finanziamento con banche italiane e internazionali che causano a noi tutti perdite di centinaia di milioni di euro”. “Ho seguito la trasmissione Report sul problema delle operazioni note come “swap”, della famiglia dei cosiddetti derivati”. “Dalla trasmissione Report sui derivati abbiamo saputo che il presidente della Regione Claudio Burlando… non intende far sapere ai cittadini quali contratti bidone abbia sottoscritto la Regione Liguria”.
Categoria: Politica
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Sicurezza – Un’informazione da far paura
“Sebbene per il momento in città io non veda emergenze vere sulle problematiche legate agli extracomunitari perché siamo sul fisiologico, sento una percezione di insicurezza che non va trascurata” (questore Salvatore Presenti, Repubblica-Lavoro, 27 luglio). Passata l’estate, dopo una riunione del “Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza”, Marco Preve registra le dichiarazioni del prefetto Giuseppe Romano (“L’andamento della criminalità a Genova è in decisa flessione. E questo vale per tutti reati tranne uno: i furti”). Preve osserva che “nonostante nella graduatoria dei reati sia in posizione medio basse, Genova vive periodicamente delle emergenze, più sociali che criminali” e si chiede il perché della continua mobilitazione e di “tavoli” e “patti” per la sicurezza. Perché, dice Marta Vincenzi, “in alcuni quartieri la vivibilità è drasticamente peggiorata e crescono il disagio e il senso di insicurezza dei cittadini” (Repubblica, 11 ottobre).
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Carige – La scalata di Venezia interessa Genova?
C’entra la Carige, la banca più importante della città, con i governi di Comune, Provincia e Regione? Perché un rapporto c’è: Carige è una cassa di risparmio e la legge prevede che il suo compito di indirizzo sia -detto in soldoni- quello di trasferire alla comunità, tramite la Fondazione omonima che possiede circa il 44% delle azioni della banca, le rendite provenienti da una così cospicua immobilizzazione. Per questo nella Fondazione, nei Consigli di amministrazione e di indirizzo che la dirigono, siedono rappresentanti indicati dagli enti locali.
E questi rappresentanti della politica cosa pensano di come la Fondazione, la cassaforte della città, spende i suoi soldi? Non lo sappiamo. -
Ramadam – Festa italo-islamica con qualche vuoto
Sabato 13 ottobre per la festa di fine Ramadam organizzata dalla Associazione “La Palma” tutti i posti a sedere dell’auditorium di Palazzo Rosso sono occupati, molte le persone in piedi. A sinistra le donne, prevalentemente col velo, a destra gli uomini, molti tra loro vestiti con giacca e cravatta, nessuno con la jallaba. Tantissimi i bambini. In aggiunta un certo numero di italiani che hanno raccolto l’invito alla cittadinanza e alle autorità affisso alla porta del centro di preghiera di via del Campo per questa festa.
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Scajola story – Una grande assenza al processo del G8
Credo che i genovesi non abbiano ancora capito perché mai un personaggio discusso come Scaiola debba presiedere il Copaco, organismo di una qualche importanza, né perché il personaggio non compaia tra le persone “informate sui fatti” nel processo per i disastri a Genova collegato al G8. Per la verità di informazioni dirette l’ex ministro agli Interni non si sa quante possa averne nel bagaglio della memoria, in quanto brillò per la sua assenza da Genova in quei giorni. Si accontentò di dichiarare, giorni prima, che “sarebbe stata garantita la libertà di dimostrare, non quella di devastare tutto” (cit. a mem.), poi lasciò che i vari Fini, Bornacin, Ascierto andassero a “confortare” i poliziotti antisommossa, con quali risultati tutti abbiamo visto. Né ebbe il pudore di dimettersi, come avrebbe fatto qualunque uomo politico anglosassone, ma restò saldamente sulla poltrona e a toglierlo di mezzo ci volle la vergognosa esternazione sul prof. Biagi, che pur e stava rendendo un servizio, in quel tempo, al governo Berlusconi. Da quel processo i genovesi si aspettano qualche chiarimento anche su questa penosa vicenda.
(Giovanni Meriana) -
Sindaci-sceriffi – Inutile ma auspicata la tolleranza zero
“Sono convinta che la lotta alla criminalità o alla microcriminalità si combatta non affidando poteri più ampi ai sindaci con la tolleranza zero di Rudolph Giuliani (che non mi pare abbia sortito grandi risultati)” (Marta Vincenzi, Corriere Mercantile, 5 settembre). Aggiungiamo un paio di considerazioni:
1) La tolleranza zero di R. Giuliani non è mai esistita. Come dimostra Alexander Stille su Repubblica (16 settembre) non è che un mito metropolitano: il calo significativo dei reati a New York negli anni Novanta non può essere ricondotto né a lui né alla tesi della “tolleranza zero”. Il fenomeno aveva una portata ben più generale perché, nello stesso periodo, in tutti gli Stati Uniti, si registrava un calo simile. Stille osserva che lo stesso Giuliani non ha mai usato l’espressione “tolleranza zero” e riporta una dichiarazione di Giorgio Kelling (un criminologo considerato uno dei padri delle strategie newyorkesi contro il crimine): “Tolleranza zero, vale a dire pugno di ferro per tutti i reati minori ovunque, implica fanatismo. E noi siamo sempre stati convinti che una valida gestione dell´ordine pubblico implica prudenza, senno, e capacità di valutare il contesto”. -
Travaglio PD / 1 – Se la società al femminile non cambia linguaggio
Donne Ds-Liguria
Linee guida per il Partito Democratico
Premesso che
La politica ha bisogno delle donne, ma anche le donne hanno bisogno della politica. Oggi più che mai è necessario coniugare il rafforzamento delle donne con una qualità “alta” della politica, a partire dall’etica pubblica.
Le Donne Ds-Liguria propongono all’attenzione del Partito Democratico
La necessità di un rafforzamento delle donne nei luoghi della decisione, attraverso politica di “empowerment” (rafforzamento/potenziamento) e di mainstreaming (nuotare attraverso il flusso principale): vedi obiettivi della Conf Mondiale delle donne a Pechino (1995) [sic!].
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Travaglio PD / 2 – Cessato allarme paladini resta
A metà settembre un giornale cittadino riportò la notizia di tal Giovanni Paladini, petalo della margherita e consigliere regionale (se non sbaglio è quello che nell’ultima tornata delle elezioni regionali compariva su manifesti giganteschi, ora in jeans, ora un abito in tiro, così tutti potevano avere di lui una immagine rassicurante…), il quale dichiarava sdegnato di starsene fuori dal futuro P.D. perché non c’erano “regole, contenuti, programmi condivisi da tutti i cittadini, dal partito, dalle associazioni, dalla gente.” Ovviamente il personaggio arringava i suoi circa la sua decisione di fare Aventino e aveva dalla sua quel collega di partito (qualcuno ricorderà) che si opponeva a suo tempo all’elezione di Alessandro Repetto a Presidente della Provincia. In molti piangevano lacrime amare al pensiero che un tal campione restasse fuori dalla sagra delle illusioni del momento. Ma tant’é, visto il modo esplicito con cui il personaggio dichiarava le sue appartenenze, in molti erano certi di perderlo e qualcuno magari tirava un sospiro di sollievo. Invece no. Lo stesso giornale in data 18 settembre titola “Primarie Pd, chiuse le liste alla fine c’è anche Paladini”.
Dunque la visione del mondo di Paladini in meno di dieci giorni ha fato una rivoluzione di 360° e il personaggio ci ha ripensato, o meglio ha considerato che essendo stato eletto nell’Ulivo (ma prima del proclama non lo sapeva?), riteneva di non tradire i suoi elettori e di rimanere nel Partito Democratico. Crisi di coscienza, o di politica, o non piuttosto paura di perdere una fetta del suo elettorato (e di potere) restando solo soletto a difendere astratti principi di democrazia e di libertà?
(Giovanni Meriana) -
Portale turismo / 1 – Povera Liguria finita nei loghi comuni
Sono un turista. Positivo, entusiasta e pieno di buona volontà: ho l’adrenalina che frizza in valigia, tutti i recettori neuronali attivati, i birkenstock che scalpitano come sudati cavalli berberi. Ho scelto l’Italia come meta delle vacanze, ma ho ancora qualche dubbio: mare, montagna o città d’arte? Google mi aiuta, e, inserendo Italia, come seconda voce, vedo comparire www.italia.it, che si autodefinisce il “portale del turismo italiano”. Sembra fare proprio al caso mio. Appare un logo inquietante, una specie di cetriolone verde, ma non mi faccio intimorire e, senza badare agli aspetti tecnici, vado dritta a cercare una regione da visitare… la Liguria, ad esempio. “Regione del Nord Italia lambita dal mar Ligure e confinante con la Francia”. Ottima presentazione per essere un portale del turismo. Mi riporta al dolcissimo ricordo del mio sussidiario di terza elementare.
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Portale turismo / 2 – Un ammasso di banalità costato carissimo
Il succitato terrificante portale è il protagonista di una tra le vicende che trovano voce prima -o unicamente- su internet. Il caso www.italia.it in breve: nel 2003 viene istituito il “Fondo di finanziamento per i progetti strategici nel settore informatico”, nel cui ambito ricade la creazione di un portale per la promozione turistica dell’Italia e di contenuti per esso. Il bando di gara viene vinto da un consorzio temporaneo di impresa costituito da IBM, ITS e Tiscover, ad aprile del 2005. Le regioni, finanziate per 21 milioni di euro, hanno l’incarico di fornire i contenuti per il portale. Dopo una spesa di circa 45 milioni di euro (di cui 100.000 euro per il logo -il cetriolone- ideato da una multinazionale di design ) e due anni di attesa, a febbraio 2007 il portale viene presentato dal ministro Rutelli alla BIT e messo on line.