Categoria: Informazione

  • Informazione/1. A Genova la stampa elemento di turbativa

    Due episodi di questa settimana.
    La leggenda dei “trecento kamikaze ceceni telecomandati”, che ogni telegiornale italiano di domenica 20 giugno annunciava in apertura e che ogni giornale di lunedì pubblicava in prima pagina con caratteri cubitali, è stata smontata perché priva di fondamento da Adriano Sofri in un articolo apparso su “la Repubblica” del giorno successivo.

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  • Informazione/3. Dal NYT una lezione difficile da seguire

    Il New York Times, archetipo negli U.S.A. di equilibrio e di indipendenza giornalistica, ha dovuto correggere una rotta che minacciava di travolgerlo. Dopo lo scandalo di Jayson Blair, il giornalista che si inventava le notizie, il giornale ha pubblicato, tra settembre 2002 e giugno 2003, una serie di servizi sull’Iraq basati esclusivamente su fonti che veicolavano gli interessi del Pentagono e dei falchi neo conservatori insediati nel governo.

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  • Informazione di regime. La liberazione degli ostaggi secondo la stampa polacca

    Cari Amici Osservatori,
    Vi segnalo la significativa discrepanza tra i contenuti e le modalità delle comunicazioni relative alla liberazione degli ostaggi italiani in Iraq tra i media polacchi e quelli italiani. La TV Polacca ha trasmesso la notizia scarna e asciutta dell’azione del commando polacco in cui è stato liberato l’imprenditore polacco Jerzy Kos.

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  • Libri d’oggi. Colpo di stato e scoop proibiti

    Perché tornare a parlare del golpismo e delle stragi italiane? Perché, scrive Camillo Arcuri (Colpo di Stato. Storia vera di una inchiesta censurata. Il racconto del golpe Borghese, il caso Mattei e la morte di De Mauro, Rizzoli 2004, pp. 143), è inaccettabile seppellire ciò che è rimasto impunito e – peggio ancora – nell’oscurità.

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  • Boomerang. Parole di Gasparri giuste per il governo

    L’offensiva a comando del centro-destra contro il Tg 3, unica voce fuori dal coro tv sulla vergogna delle torture, si è rivelata non solo imprudente: una sorta di attacco preventivo, da kamikaze esaltati, di fronte al rischio che qualche sprazzo di verità possa incrinare il muro dell’informazione di regime.

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  • Pensiero unico 1. Onanismo culturale al supermarket mediatico

    Non più cittadini informati ma semplici consumatori di informazioni. Non più protagonisti della società democratica ma solo utenti del sistema. E’ questo il percorso scivoloso che da qualche anno si starebbe mettendo in atto nella società consumistica occidentale. L’allarme arriva da Cass Sunstein, docente di giurisprudenza alla Law School della Chicago University, che ha pubblicato le sue riflessioni sul rapporto tra democrazia e informazione in un saggio intitolato “Republic.com” e stampato in Italia dalla società editrice “Il Mulino”.

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  • Pensiero unico 2. Radiorai: cronaca di una morte annunciata

    Qualcuno, come chi scrive (che pure per ragioni professionali avrebbe dovuto essere informato) è stato colto di sorpresa e si è rivolto all’elettrauto: chissà che cosa ho toccato, non sento più due reti Rai. Nemmeno il tecnico, dopo aver armeggiato un po’ nell’autoradio, è riuscito a ripristinare l’ascolto. Così, niente “baco” né musica classica del 3, per qualche giorno in macchina. Poi la scoperta: la Rai ha comunicato che dal 15 maggio le trasmissioni a onde medie proseguiranno soltanto per la programmazione di RadioUno.

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  • Quarto potere 2. Giornalisti: da dove vengono e dove stanno andando

    L’Associazione ligure dei giornalisti, come si chiama il sindacato regionale della categoria, compie cent’anni e tra le buone ragioni per ricordare questa data, c’è di sicuro il ruolo che tale organismo ha svolto non solo per la difesa degli interessi di chi fa questo mestiere, quanto soprattutto per far crescere la dignità dell’informazione.

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  • Quarto potere 3. Ma il trasporto pubblico non è solo bilancio

    Genova città della cultura, 4 maggio 2004, ore 10 e 50. Alla fermata AMT di via Roma il quadro luminoso annuncia 19 minuti di attesa per un “20” e 20 minuti per un “18”. In attesa un folto gruppo di persone: nessuna protesta. Solo una signora si rivolge a un “giovanotto”: il “18”, dice, prevedibilmente arriverà stracolmo, e lei, deve assolutamente raggiungere l’ospedale. Vorrebbe che lui l’aiutasse a salirci; “comunque”, precisa.

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