Quarto potere 3. Ma il trasporto pubblico non è solo bilancio

Genova città della cultura, 4 maggio 2004, ore 10 e 50. Alla fermata AMT di via Roma il quadro luminoso annuncia 19 minuti di attesa per un “20” e 20 minuti per un “18”. In attesa un folto gruppo di persone: nessuna protesta. Solo una signora si rivolge a un “giovanotto”: il “18”, dice, prevedibilmente arriverà stracolmo, e lei, deve assolutamente raggiungere l’ospedale. Vorrebbe che lui l’aiutasse a salirci; “comunque”, precisa.


Qualcuno si ricorda ancora del manifesto diffuso in città e sui mezzi pubblici “Per una nuova cultura della mobilità in Liguria- Manifesto del trasporto locale promosso dalle associazioni degli utenti, dei lavoratori e degli ambientalisti”? La data era il 20 gennaio e le firme prestigiose. Vale la pena di ricordarle: CLCU (Consulta Ligure dei consumatori e degli utenti), FILT-CGIL, FIT-CISL, FAISA-CISAL, UGL-Ferrovie/Autoferrotranvieri, Legambiente, Italia Nostra. I cittadini utenti, i lavoratori del settore e le associazioni ambientaliste stringevano un patto in difesa del trasporto pubblico e per un sua promozione che prevedeva potenziamento delle corse, estensione delle corsie riservate, integrazione con la rete ferroviaria ecc.
Il significato dell’iniziativa era semplice e materia di buon senso: il trasporto delle persone e delle cose in città è un problema sociale rilevante. La circolazione delle persone attiene infatti all’esercizio dei diritti più elementari, lavoro, divertimento, cultura: più mezzi, feriali e festivi e negli orari notturni, vuol dire più civiltà, più dialogo, orari commerciali più vari, insomma quello che ci vuole per una città l’anno della cultura. Invece è successo l’opposto e da quasi 4 mesi la stampa locale si limita a registrare le “proposte di risanamento”, rigorosamente tecniche e finanziarie, dell’AMT, una azienda che si dice perda 36 milioni di Euro l’anno e le osservazioni, egualmente “tecniche e finanziarie” del Comune e della Regione: scorpori, vendita dei gioielli di famiglia, abbandono del turnover, pensionamenti anticipati, taglio delle linee, delle corse, ecc. ecc. Il tutto mentre esplode il traffico privato e nella città paralizzata l’inquinamento diventa altissimo tanto che da una recente inchiesta risulta che Genova è una delle città più compromesse di tutto il Nord Italia.
E il quarto potere, la stampa? In attesa dei comunicati stampa del “governatore” e dei suoi assessori, del presidente dell’AMT, del sindaco, degli assessori, dei partiti che compongono la giunta, la stampa locale non ha ancora trovato il tempo per notare la ressa di cittadini alle fermate degli autobus e i cartelloni luminosi che annunciano attese improbabili. Rappresentano il lato sociale del problema, in auge fino al 20 gennaio e che in seguito la politica ha preferito dimenticare. Anche la cronaca. Perché?
(Manlio Calegari)