Categoria: Immigrazione

  • Immigrazione – PD tra inseguimenti ed assenze

    Immigrati e stranieri in primo piano. Il governo ne fa il centro di una ricerca di consenso che, a quanto pare, viene generosamente accordato dalla opinione pubblica. Oggi Guido Bolaffi, a “Prima Pagina”, parla di una fase in cui finalmente emerge la realtà. Quella che sta emergendo, credo, è soprattutto la realtà culturale profonda del paese, che ora si sente legittimata ad esprimersi senza remore. Corrado Augias (Repubblica del 15 maggio) – rispondendo ad una lettrice incredula di fronte al suo vecchio zio socialista che confessa di aver votato Lega – cita Bauman: nei momenti in cui le prospettive si fanno incerte, i timori per il futuro si trasformano, al di là della realtà concreta, in timori per la propria immediata incolumità, “per la propria casa violata, per i bambini rapiti dagli zingari come in una antica fiaba terr ificante”. Quando le cose stanno così, aggiunge Augias, è inutile parlare di risanamento del debito pubblico: “Se non si capisce questo perfino il vecchio fabbro romagnolo che sembra uscito da un edificante racconto di fine ottocento va a votare per la Lega”.

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  • Sicurezza per tutti – Studiare l’esperienza genovese

    Nella esagerata e demagogica campagna politico mediatica sulla sicurezza, contraddetta dalle molte analisi che indicano l’Italia come il paese più sicuro in Europa e nel mondo, gli immigrati ed i Rom appaiano tutti e sempre colpevoli e mai vittime a cui pure occorrerebbe garantire tutela. Che la studentessa stuprata a Roma, alla vigilia delle elezioni, fosse africana e che sempre a Roma, sia stata stuprata una donna rumena, sono notizie che non hanno la stessa evidenza delle altre.

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  • Buroidiozie – Prosegue il calvario dei sans papier

    Prosegue la storia di Irina (vedi OLI 129) che è tornata in Ucraina e poi rientrata in Italia col visto per la famosa farsa dell’assunzione all’estero. Dopo 10 mesi siamo alla fase “faccio venire qui mio figlio”.
    La normativa in vigore parla chiaramente di avere “la disponibilità di un reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale (5.061,60 euro) se si chiede il ricongiungimento di un solo familiare”. Mi lascia un pò perplesso il “lecite” messo vicino a “fonti”, mi piacerebbe conoscere quali sono le fonti illecite ai fini del reddito.
    Su http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=202883 si scopre che per il Senato della Repubblica quelle illecite sono “traffico di stupefacenti e prostituzione, o altro”! Meno male, Irina non fuma nemmeno… Anzi gioca al gratta e vinci contribuendo al Pil e vince! Rientrerà nel reddito lecito? Comunque non mi risulta che la prostituzione sia illecita in Italia, semmai lo è lo sfruttamento.

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  • Nuovo governo – Se le carceri scoppiano riapriamo i Cpt

    Il Ministero dell’Interno lavora alacremente al ddl sull’immigrazione. Stabilisce tempi e modi, chiarendo subito che si tratta, prima di tutto, di “un messaggio che va dato” (parole di Ghedini, consigliere del premier in materia giuridica – Repubblica, 12 Maggio 2008).
    Tra le innovazioni, la trasformazione dell’immigrazione clandestina in reato punibile da 6 mesi a quattro anni e la chiusura delle frontiere verso rom e romeni.
    Il disegno di legge definisce la strategia ed il nemico, il lavoro di questi ultimi mesi di campagna elettorale è riuscito alla perfezione, ora l’equazione tra clandestino e criminale viene coronata da una proposta che prospetta di aprire la stagione di caccia.
    La selvaggina non manca, come emerge dalle domande pervenute al Ministero Interni in occasione dell’ultimo decreto flussi, i clandestini in Italia sono almeno 700 mila, ce ne sarà per colmare qualsiasi crasso appetito di “tolleranza zero”.

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  • Immigrazione/1 – Sicurezza tra sanatorie e regolarizzazioni

    Interrogato dal Corriere della Sera (21 aprile 2008) se esistesse un’emergenza criminalità l’esponente della lega Roberto Maroni (probabile futuro ministro dell’interno) risponde così: “Sì. Collegata all’immigrazione, spesso clandestina. Prodi ha perso le elezioni su questo e sulle tasse. Noi le abbiamo vinte sulla sicurezza e sul federalismo fiscale”.
    La violenza sulla studentessa africana a Roma diventa tema centrale della campagna elettorale nella capitale. Alemanno dice che è tutta colpa del governo Prodi e della precedente giunta Veltroni. Rutelli risponde «Il governo Berlusconi del quale Alemanno era membro ha approvato una sanatoria per l’ingresso di 141.620 romeni”.

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  • Immigrazione/2 – I difficili confini della legalità

    M. è una giovane straniera extracomunitaria che vive a Genova con la sua famiglia, con regolare permesso di soggiorno. Per sbarcare il lunario fa le pulizie ad ore la mattina presso varie famiglie genovesi e la babysitter per altre famiglie il pomeriggio: naturalmente in nero. Un pomeriggio M. viene investita sulle strisce, assieme al bambino che accudiva. La sua prontezza le permette di spingere a lato il ragazzino e solo lei viene centrata dall’auto. Si riprendono velocemente: arriva la polizia, arriva l’ambulanza. M., consapevole della sua situazione spiega che il giovanotto è figlio di un’amica cui ogni tanto fa un favore. Ha qualche costola spezzata, una spalla lussata e varie escoriazioni, ma il bambino ha la precedenza, quindi dovrà andare con lui al Gaslini, attendere i genitori per poi venire anche lei ricoverata. La famiglia del bambino consapevole della sua situazione la assiste al meglio: le paga un avvocato, continua a retribuirla come in precedenza nonostante sia prima in ospedale e poi a casa a letto per qualche mese. Naturalmente M. però perde gli introiti dei lavori mattutini che non può più fare, e sarà difficile dopo ricominciare. M. nonostante tutto difende le famiglie per cui lavora: non è stata colpa loro, è lei che non può più lavorare. Se le si parla di contratto, malattia e contributi continua a difendere i suoi datori di lavoro, è un lavoro casalingo, non è mica in una fabbrica, restare in nero conviene economicamente sia a lei che alle famiglie. E poi lei se la sa cavare. In pratica c’è una sostanziale alleanza della lavoratrice e del datore di lavoro all’insegna dell’illegalità, e questa giovane straniera che viene in Italia con una sincera voglia di lavorare, fa presto a capire che, se te la sai cavare e sei disponibile un posto lo trovi, ma in barba alle leggi.
    (Maria Cecilia Averame)

  • Immigrazione/3 – Settecentomila click per tornare a galla

    Se si volesse immaginare un accompagnamento sonoro per l’onda delle centinaia di migliaia di persone che vivono senza permesso nel nostro paese, mentre si infrange contro le muraglie della burocrazia, basterebbe cliccare sul mouse che sicuramente avete sotto mano mentre leggete e moltiplicare quel click per 700 mila.
    L’ultimo decreto flussi (dicembre 2007), ha preso il via a dicembre con le tre date del click day: tutti pronti, alle 8 di mattina, a schiacciare il pulsante ed inviare la domanda, sperando che la connessione del pc fosse abbastanza rapida, che non ci fossero black out, con la vita letteralmente appesa ad un filo, o meglio, ad un cavo di rete.

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  • Giovani immigrati – Una bella notizia attesa 10 anni

    Fino al 28 marzo scorso, quando i giovani immigrati compivano 18 anni e diventavano maggiorenni erano costretti a scegliere tra permesso di soggiorno per motivi di studio e permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nel primo caso, una volta completati gli studi, non potevano più richiedere un permesso di soggiorno per lavoro, e impiegare così in Italia la professionalità appena conseguita, ma dovevano lasciare il Paese, e quando gli studi andavano male e non venivano raggiunti i requisiti previsti, le questure rifiutavano il rinnovo del documento, decretando la clandestinità di fatto dei giovani. Se invece avessero lasciato gli studi e avessero scelto il permesso per “motivi di lavoro” i giovani immigrati rischiavano la clandestinità quando perdevano il loro lavoro e non ne trovavano un altro entro sei mesi.

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  • Burocrazia – Timbro per la vita o per la morte

    “Questo ufficio si sta riempiendo di fantasmi e se non trovo il coraggio di rendere testimonianza alla loro vita ed alla loro morte, soffoco io e saranno dimenticati loro”. Questo è l’incipit di una mail che circola dai primi di dicembre negli ambienti che si occupano di immigrazione e che è stata pubblicata sul sito http://www.peacelink.it/editoriale/i/2663.html.
    L’ha scritta una funzionaria della Prefettura di Firenze, Daniela Pierini, che ha deciso di rendere pubbliche alcune storie (mortali) di “ordinaria burocrazia”.

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  • Migranti – La pantomima bipartisan delle leggi sui flussi

    La distanza tra il numero 350.000 e il numero 47.000 fornisce una misura della separazione tra politica e realtà, un metro su cui misurare il livello della ipocrisia nazionale. Quarantasettemila sono i posti disponibili per fare “entrare” in Italia lavoratori provenienti da Stati con i quali il Governo italiano ha stipulato accordi di cooperazione (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia). Trecentocinquantamila è il numero delle domande che sono arrivate, tutte, certamente, riguardanti stranieri che sono già qui, in Italia.

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