Categoria: Immigrazione

  • Razzismo – La differenza tra noi e loro

    Prima pagina, 15 marzo. La persona che telefona è sincera, disarmante. Commenta l’atto di violenza avvenuto a Roma, il gruppo di una quindicina di ragazzi che ha sfasciato un call center bengalese, ferito quattro persone, urlato frasi razziste, senza dimenticare, alla fine, di rubare alcune centinaia di euro. Mentre l’ascoltatore parla prendo appunti, ne vale la pena. Dice testualmente: “Certo è un atto di violenza, ma bisogna vedere le motivazioni …”

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  • Migranti – Interazioni

    Interazione è parola densa. E’ parola giusta. Rappresenta soggetti che interagiscono, soggetti che stanno sullo stesso piano o almeno che aspirano allo stesso piano. Che si pongono sullo stesso piano di uguaglianza fondativa, che abitano lo stesso spazio–mondo e si muovono nel comune spazio-tempo, pur a partire da luoghi distanti e da collocazioni nei fili della storia, differenti per spessore, colore, nodi, tragitti.

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  • Primo marzo – A Genova il paese che cresce

    Un fiume di gente. Alle sei di sera non era immaginabile. Alla Commenda sembrava ci fossero i soliti. Quei genovesi testardi che alle manifestazioni di piazza “in difesa di” testimoniano la loro esistenza politica, immigrati e genovesi stranieri insieme. E poi bambini, palloncini gialli ad incorniciare gli interventi al microfono prima di partire in manifestazione. Poi il corteo, avanzando verso il centro, si è riempito e le persone si sono aggiunte una dopo l’altra unendosi ai soliti. Quelle persone parlavano tutte la stessa lingua (galleria di immagini).

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  • Globalizzazione – Laboratori sociali e isole multietniche

    Dopo l’omicidio di un ragazzo egiziano e i disordini che ne sono seguiti ora a Milano si invocano i rastrellamenti, si fanno fiaccolate del Pdl: tutti cittadini, come dice il candidato della Lega a governatore in Piemonte, che chiedono tutela per i propri diritti. Ma chi governa quel territorio da quindici anni? Ora si scopre che ci sono quartieri-ghetto, scuole a “maggioranza” straniera, lavori rubati agli italiani: luoghi comuni e mezze verità che la crisi economica ha portato allo scoperto in Italia come in tutta Europa.

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  • Migranti – Via Padova arriva da lontano

    Via Padova a Milano del 2010 mi ricorda il centro storico di Genova del luglio 1993. Quei problemi Genova li ha superati aprendo ai migranti, ai loro diritti ed alla loro integrazione. Le giunte Sansa e Pericu operarono con intelligenza e determinazione fortemente sostenuti dall’allora arcivescovo di Genova Tettamanzi, dal sindacato confederale e dalle associazioni laiche e religiose. Sulle politiche abitative, ad esempio, il Comune di Genova ha dato il diritto all’iscrizione nelle graduatorie agli immigrati regolari molto prima della legge nazionale. Sul diritto al voto amministrativo la delibera del consiglio comunale di Genova è stata cancellata dal governo nazionale. I migranti si sentivano riconosciuti e rispettati, Genova iniziava ad essere anche la loro città. Milano è stata governata da un sindaco leghista Formentini, dal 1993 al 1997, da un sindaco di Forza Italia Albertini, fino al 2006, da un sindaco di Forza Italia, Letizia Moratti, fino ad oggi. La Regione Lombardia, dal 1995 ad oggi, è governata da Formigoni, Forza Italia. Dal 1993, il paese è stato governato per circa il 70% del tempo da Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega.

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  • Migranti – La legge era buona: cancelliamola

    Erano importanti le misure contenute nell’art. 48 del disegno di legge recante “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2009”, in discussione la settimana scorsa in Aula al Senato (OLI 247).
    Garantivano retribuzioni e contributi previdenziali anche ai lavoratori immigrati privi di permesso di soggiorno assunti irregolarmente ed il diritto del sindacato a difenderli, prevedevano il rilascio di permesso di soggiorno temporaneo per ricerca lavoro per i lavoratori irregolari che denunciano lo sfruttamento lavorativo o le condizioni di illegalità del loro rapporto di lavoro e soprattutto prevedevano la non applicazione delle sanzioni a carico di quei datori di lavoro che scegliessero di autodenunciarsi e fossero disposti a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati clandestinamente.

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  • Immigrazione – Questa non è una sanatoria

    Che l’argomento clandestini non fosse chiuso, era scontato. Troppi interessi in gioco, troppo impatto sociale, troppo peso elettorale.
    “Per noi non esiste la parola sanatoria”, tuonava Maroni, a maggio 2009, gonfiando i muscoli e rassicurando l’elettorato impaurito dal bombardamento mediatico. Invece nell’estate è arrivata la “sanatoria badanti”, che seppure non abbia riscosso il successo sperato e sia ancora impantanata nelle tortuosità burocratiche in molte città, ha fatto emergere dalla clandestinità tante persone, uomini e donne, tra cui – presumibilmente – anche qualche badante.

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  • Migranti – Sant’Egidio e il sogno dei black italians

    Claudio, che è un ricercatore all’università e maestro volontario di italiano agli immigrati, tiene a braccetto Saliou: un metro e novanta di muratore senegalese con una coccina terribile. Insieme se la ridono mentre la band intona una vecchia canzone di Toto Cotugno; «lasciatemi cantare, con la chitarra in mano», cantano a squarciagola e sul finale, alzano ancora la voce: «io sono un italiano, un italiano nero».
    Domenica. Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Chissà dove sono andati a ripescarla questa ricorrenza, quelli della Comunità di Sant’Egidio: era il 1914 e un papa genovese, Benedetto XV, alla vigilia della Grande guerra proclamò una giornata in cui riflettere sul dramma dei rifugiati.

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  • Migranti – Mimetismo e ghetti culturali

    Capita di chiedere ad un genovese “ma come fai a dire che gli immigrati sono tutti delinquenti quando Mohammed è uno dei tuoi migliori amici?”, e di sentirsi rispondere: “Mohammad è bravo, ed è diverso dagli altri immigrati”.
    Specularmente, chi arriva intuisce subito che per farsi accettare dagli italiani deve lanciare il messaggio di essere “diverso” dagli altri migranti, e che occorre pagare il prezzo di dissociarsi dalla propria cultura e religione d’origine. E’ esperienza comune, che nasce dalle chiacchiere e dai rapporti quotidiani, ma in una ricerca di qualche anno fa si ritrovano, nero su bianco, le stesse cose. Nel gennaio 2001 nel corso della iniziativa “Schegge di Nord Africa” la Cgil presentò tredici interviste a donne nord africane: al centro c’era il loro rapporto con la città e i suoi abitanti. Bene, in dodici su tredici si trovano fasi come:

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  • Migranti – Quando il governo ci ripensa

    Il decreto sicurezza entrato in vigore ad agosto, prevede per i migranti l’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno per gli atti di stato civile, ma la circolare del Ministero dell’interno n. 19 del 07 agosto 2009 chiarisce che “Per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto”.

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