Minori/1 – Genova spende di più ma i ragazzi fuggono

Lo scorso 27 novembre 2006 l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ha presentato a Firenze il primo rapporto nazionale sui minori stranieri non accompagnati. Per l’ordinamento italiano si tratta di minori completamente soli, o che vivono con adulti a cui non siano stati affidati con un provvedimento formale. Si tratta di giovani o adolescenti, prevalentemente di sesso maschile, che arrivano clandestinamente in Italia utilizzando diversi canali per eludere i controlli. E’ un fenomeno sotterraneo, continuamente mutevole e in crescita: 6.455 i minori censiti nel 2003, di cui 168 in Liguria, e oggi siamo sui 7.000 nuovi arrivi all’anno.


Un fenomeno difficile anche solo da conoscere nella sua reale entità e ancor più difficile da affrontare, anche a causa del “guazzabuglio normativo” con cui è stato (tardivamente) affrontato in Italia. Infatti questi ragazzi sono stati oggetto di “una pletora di interventi normativi e amministrativi in quanto minori, in quanto soli, in quanto stranieri”, cosicché nel nostro ordinamento giuridico si trovano a coesistere “molteplici disposizioni disorganiche e in parte contrastanti tra loro che danno luogo a enormi difficoltà di orientamento e, conseguentemente, a prassi giudiziarie le più disparate”.
Rispetto ai minori stranieri regolarmente soggiornanti (485.000 in Italia, 14.000 in Liguria secondo il rapporto Caritas 2006) questa realtà potrebbe sembrare marginale, ma i numeri che la descrivono sono certamente sottostimati, e, soprattutto, l’immensa sofferenza di questi percorsi solitari non si misura in base ai numeri e alle statistiche. Proprio perché l’informazione è carente in materia, OLI cercherà di capire quanto sia elevato il livello di attenzione sul problema a Genova, città che si trova all’undicesimo posto tra i 27 comuni italiani superiori ai 15.000 abitanti in cui il fenomeno è più rilevante.
Se cominciamo dai parametri scelti dall’Anci per valutare l’entità del fenomeno e l’efficacia degli interventi, ci troviamo subito di fronte a degli interrogativi: infatti Genova si trova al primo posto come spesa per ciascun minore preso in carico (13.017 euro), ma solo all’ottavo in quanto a percentuale di ragazzi che sono rimasti nelle strutture di accoglienza per almeno un mese (26,8%). Le differenze con altre città sono rilevanti: ad esempio Firenze, Roma, Torino, Milano registrano spese pro capite annuale che variano dai 6.122 ai 9.528 euro, e percentuali di permanenza nelle strutture che variano dal 35% al 48%.
A Genova circa l’80% dei ragazzi si rende irreperibile, la stessa percentuale di Roma, dove però la spesa pro-capite annuale è circa un quarto di quella genovese. A Firenze la percentuale di irreperibilità è del 60%, a Milano del 45%, a Udine del 30%, a Torino quasi zero.
Le ragioni di queste differenze possono essere molte, e possono riguardare sia le specifiche caratteristiche con cui il fenomeno si manifesta nelle diverse realtà, sia il metodo di raccolta dei dati. Cercheremo di capirlo.
(Paola Pierantoni)