Documentari – “Come un uomo sulla terra” anche a Genova

Teatro Eden, Genova Pegli, 15 giugno 2009: le associazioni “Genova con l’Africa” e “Art Afric” hanno organizzato la proiezione di “Come un uomo sulla terra”, documentario di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Ymer girato nel 2008, per conservare la memoria del viaggio, che Damawi, e con lui migliaia di profughi etiopi e di altre nazionalità, hanno compiuto attraverso il deserto, prima di arrivare in Italia. Dag, il protagonista e tra gli autori del documentario, studiava giurisprudenza ad Addis Abeba, fino a quando, a causa della repressione e della condizione politica nel suo Paese, ha deciso di espatriare e di cercare rifugio altrove.


Quello che aspetta chi attraversa il deserto tra il Sudan e la Libia, però, è un susseguirsi di violenza e corruzione, ad opera dei trafficanti di uomini e della polizia libica, anni di detenzione nelle carceri, create grazie ai fondi italiani, a Bengazi, Mistarah e Kufrah, soprusi e stupri, deportazioni in carri-container, sempre acquistati con sovvenzioni italiane. I confini tra polizia e trafficanti sono labili, tanto che la polizia rivende i prigionieri, a 30-35 dinari a persona, ai gestori del traffico. “Possibile” si chiede una donna intervistata, “che i giornalisti non abbiano fatto sapere subito cosa stava succedendo?”.
Il ruolo delle organizzazioni internazionali appare ridicolo e giustificatorio, come nel caso dell’agenzia Frontex, un’istituzione dell’Unione europea che coordina il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati UE: nel rapporto finale di una missione nelle carceri libiche, le conclusioni dell’agenzia recitano più o meno testualmente, che “si è potuta constatare la vastità del deserto”.
A commento del film l’avvocato Alessandra Ballerini spiega le novità del ddl sicurezza, e tra il pubblico c’è chi scuote la testa indignato e cita il comma 22. Sono quasi tutti genovesi, teste canute, tutti si conoscono e serpeggia l’impressione che si informi solo chi in realtà sa già, e che ci sia una larga fetta di popolazione che non ne vuole sapere nulla, del tutto refrattaria a qualsiasi notizia. “Mia moglie non è venuta perché è leghista”, si lamenta un signore, “mia figlia è radicale, mio cognato di Forza Nuova, insomma, basta andare a vedere un film e si scatena la lite in famiglia”.
Il progetto di diffusione del documentario tuttavia continua, e la distribuzione spontanea del film è coordinata tramite il blog comeunuomosullaterra.blogspot.com, dove è possibile trovare il calendario delle prossime proiezioni o il contatto per organizzare una presentazione.
(Eleana Marullo)