Città – Ode all’Amiu


Capita di ricevere un regalo, o magari di interpretare come regalo un atto di buon governo del territorio, forse scontato, forse doveroso, di certo atteso. L’umore, comunque, migliora immediatamente. Così pochi giorni fa la sparizione dei cassonetti della spazzatura e relativi ammassi di rifiuti collaterali dalla piazzetta dietro la cosiddetta “colonna infame” e dal vicoletto poco più sotto, ha diffuso in Via del Campo una ventata di primaverile allegria. Al loro posto, in Vico dei Fregoso, un ordinato locale a piano terra, illuminato di blu, con i contenitori per la raccolta differenziata: carta, lattine, plastica, vetro.


Spropositata reazione di gratitudine per un fatto tutto sommato ordinario? Forse, ma a favore della gratitudine gioca il fatto che questo cambiamento è saltato fuori senza che in zona vi fossero appelli, raccolte di firme, comitati di quartiere. Può darsi che siano giunti fino a Via del Campo gli effetti della azione dei “liberi cittadini della Maddalena” (nel caso: grazie!), o forse l’amministrazione comunale ha semplicemente messo a fuoco un problema e gli ha dato soluzione.
Di fatto questa azione apparentemente minimale porta con sé un bel po’ di ottime conseguenze. La prima è che i cassonetti ammucchiati erano diventati l’informale, ma frequentatissimo, orinatoio del quartiere. Ora piazzetta e vicolo sono tornati ad essere piazzetta e vicolo, luoghi percorribili, magari per andare nelle strade dietro Via del Campo, nel cosiddetto ghetto, che non viene più separato dalla zona urbana e “civilizzata” da barricate di spazzatura, deiezioni umane e topi. Già i topi. Contemporaneamente alla rivoluzione della spazzatura è stata fatta una derattizzazione come si deve, e i topi sono clamorosamente diminuiti. Qui in zona c’erano molto più degli otto topi pro capite della canzone di Max Manfredi. C’erano riunioni di topi, assemblee di topi, manifestazioni di topi. Tutti in zona eravamo diventati abili nel lancio del sacchetto della rumenta: centrare il cassonetto stando a qualche metro di distanza per evitare l’incontro coi topi in fuga dopo l’impatto.
Pulizia e decoro hanno tuttavia il loro prezzo. Lo pagano i topi, appunto, sterminati dalle esche e messi alla fame dalla sparizione delle ricche riserve di cibo prima a portata di zampa, ed ora confinate in un locale ostile. I topi in genere fanno orrore, a meno che ci si mettano i film di cartoni animati. Da Walt Disney a Ratatouille. Allora la loro immagine si trasfigura, e noi nella nostra ipocrisia, solidarizziamo, ci divertiamo e commuoviamo. Ma qui, in via del Campo, nella concretezza dei vicoli, tra uomini e topi un rapporto, alla fine, si era creato: ricordo l’incontro, una sera, tra lo spazzino di mezzanotte ed uno dei topi di quartiere: “Cosa fai in giro a quest’ora? E’ ora che vai a casa, vai, vai …”. Così, amichevolmente, senza aggressioni o colpi di scopa.
(Paola Pierantoni)