Città – Guardandosi intorno

“Può capitare, andando a zonzo, di inerpicarsi per le vie del Castello, sostare con lo sguardo sulle icone, in cui frammenti di vetri colorati brillano come diamanti incastonati dalla devozione popolare, di indugiare su atri di palazzi ora decadenti, ma che ancora portano eco dei fasti passati, nelle eleganti volte a crociera sostenute da severe colonne di gusto classico.
Può capitare di ritrovarsi per caso davanti alla pulsantiera di un citofono, di un edificio distinto, nel groviglio di vicoli del centro storico, nel cuore pulsante della città multietnica, negli strettissimi pressi di scuole che hanno scoperto e valorizzato la ricchezza della diversità culturale.


Allora, improvvisa come un lampo, vi coglierà un’agnizione: si, quello che leggete è proprio quello che c’è scritto. Nessun abbaglio. Nessun inganno. Ed incomincerete a farvi domande: ma chi ha trasmesso i nomi alla tipografia? E chi li ha incisi, non si è fatto domande? E chi ci abita, è d’accordo sul nome affibbiatogli? E del Comune di Genova, istituzione che conferisce quel tono ufficiale ed “istituzionale” alla pulsantiera, qualche riga sotto, nessuno ha mai avuto un sussulto, una perplessità, la percezione di qualcosa che stride?
(Eleana Marullo)