OLI 347: POLITICA – Guerello bacia l’anello

Bene ha fatto Marco Doria, neo sindaco di Genova, a non presenziare sabato scorso alla processione del Corpus Domini e, la domenica precedente, al pellegrinaggio del Mondo del Lavoro al Santuario della Guardia, riti cristiani cattolici.
Meno bene ha fatto Giorgio Guerello, presidente del Consiglio comunale delegato a rappresentare l’intera Città, con tanto di fascia tricolore, a salutare l’arcivescovo baciandogli l’anello.
Male hanno fatto alcuni sindacalisti e diversi operai di Finmeccanica, Fincantieri, Piaggio e Ilva partecipanti alla processione a rammaricarsi per l’assenza del sindaco alle due manifestazioni e a criticarlo, tirando addirittura in ballo l’“educazione istituzionale”.
Si continua ad avvertire una grande confusione circa i diversi livelli e àmbiti, civili e religiosi, troppo spesso impropriamente mescolati. Sarebbe opportuno riflettere e giungere a una maggiore chiarezza, nell’interesse generale.
Processioni e pellegrinaggi sono manifestazioni di fede, che tutti sono tenuti a rispettare, ma alle quali è giusto che partecipino senza esibizionismi solo coloro che condividono il sistema di valori e di verità della Chiesa romana, siano essi operai, figure pubbliche o altri, che in Italia, paese di millenaria presenza cattolica, sono la maggioranza – per convinzione o per consuetudine o per convenienza – ma non sono certo tutti. Sono molti infatti – da sempre e ora ancor di più, con l’arrivo di nuovi cittadini da altri parti del mondo – a credere altrimenti – aderendo ad altre confessioni religiose, o per agnosticismo o ateismo – convinti che quanto proposto dalla Chiesa non corrisponda al vero.
Diverso è il discorso riguardante un evento come la processione il 24 giugno per san Giovanni, da secoli patrono della città, nella quale questioni di fede si fondono con istanze di identità civica e nella quale tutti possono riconoscersi indipendentemente dalle scelte religiose.
Un civico amministratore, che in quanto tale rappresenta la totalità dei cittadini e dei loro differenti credi, non può nella sua veste pubblica fare ciò che sarebbe liberissimo di fare in privato, ossia con l’atto simbolico del bacio dell’anello riconoscere la superiore autorità del gerarca di una delle religioni professate sul territorio – sia pur radicata da tempo e numericamente preponderante – e ribadire di conseguenza la supremazia assoluta di tale religione, data per scontata quando non lo è affatto.
Tale gesto, che non è passato inosservato, ricorda precedenti illustri: dall’ormai remoto genuflettersi a papa Pacelli del presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi nel 1955, al più recente duplice bacio del primo ministro Silvio Berlusconi all’anello piscatorio di papa Ratzinger nel 2008. Ne scaturirono dibattiti comprensibilmente accesi.
Quanto all’attenzione che il cardinale manifesta per i gravi problemi che affliggono i lavoratori, ben venga! Però la concertazione tra Doria e Bagnasco per affrontare e tentare di risolvere le difficoltà della città non ha bisogno di plateali ostentazioni, ma si sviluppa in incontri privati già avvenuti e che verranno, come ha chiarito lo stesso sindaco nella replica alle critiche mossegli (vedi articolo di Raffaele Niri su la Repubblica, edizione di Genova, 11 giugno 2012, pag. IV).
 (Ferdinando Bonora, foto di Fabio Bussalino per la Repubblica, Genova)