OLI 298: LAVORO – Il futuro è nelle tue mani?

Il manifesto è talmente brutto e respingente da indurre degli interrogativi: a chi si rivolge? Come può pensare di essere in qualche modo attraente, invitante? Che mondo rappresenta?
A meno di non supporre una totale incompetenza del pubblicitario incaricato della campagna, c’è da pensare ad una intenzionalità. Una amica infatti mi avverte “Se non ti piace vuol dire che non sei target”.
Stiamo parlando di una pubblicità comparsa di recente in alcune zone della città, quella dell’azienda Futurweb SpA che dal 30 marzo cerca “per la città di Genova e provincia consulenti per la vendita di servizi vodafone, enel energia, sky e teletu”, e anche “telefonisti/e per lavoro di presa appuntamenti, no vendita. Zona di lavoro Certosa. Offresi fisso, formazione e supporto fornite direttamente dall’azienda” . Tipo di contratto: “da definire”.
Queste informazioni non compaiono sul manifesto, ma in alcuni siti dedicati alla pubblicizzazione di offerte di lavoro: (http://lavoro.trovit.it/lavoro/futurweb-genova; http://www.n-jobs.it/lavoro-futurweb.html). Sul manifesto c’è solo un numero di telefono e una domanda: “Cerchi un lavoro sicuro?”. La risposta, implicita, è che Futurweb te lo può garantire. Dopodiché, si presume, le giovani persone che verranno scelte potranno subire la metamorfosi che le renderà simili alla schiera di ultracorpi rappresentata in fotografia. Altrimenti, visto che “il futuro è nelle tue mani”, se ne deduce che la colpa devi darla solo a te stesso.
Sul sito della azienda (http://www.futurwebonline.it/ ) si può leggere che “Se stai cercando di sviluppare un business innovativo con elevata redditività e ti piacciono le sfide, potresti essere il candidato ideale per diventare un consulente Futurweb S.p.A.
L’esperienza di vita dei molti precari che conosciamo può farci intuire la natura delle sfide che ti devono piacere per correre l’avventura, tra un contratto “da definire”, un “offresi fisso” di natura non meglio precisata e una “elevata redditività” da conquistarsi salendo e scendendo molte scale.

Al tempo stesso i pensionati stanziali che abitano i condomini nelle lunghe ore diurne, possono darci una idea della natura del lavoro dei cosiddetti consulenti, a qualunque azienda appartengano: quando il campanello di casa suona, e si apre la porta, ci si trova di fronte a giovani uomini o donne che ti parlano non come da persona a persona, ma come da robot a persona. Dietro deve esserci la famosa formazione aziendale. Nel tempo lo stile si è fatto più aggressivo e insistente. Vengono poste domande perentorie. Se stai facendo dell’altro, se semplicemete non ne hai voglia, se cerchi con cortesia di sottrarti, vieni esplicitamente rimproverata “Contenta lei!”, “Se preferisce pagare di più!”. A volte le reprimende ad alta voce ti inseguono anche a porta ormai chiusa. Te ne resti lì con dispiacere e imbarazzo, consapevole che per le scale ci sono persone che stanno facendo un lavoro ingrato, accettato perché non c’era altro, o perché erano un po’ target e magari all’inizio ci hanno anche creduto.
(Paola Pierantoni)