Cronaca/3 – Violenza e degrado, altro che folclore

Dunque, pare che si tratti di un fatto privato. L’ipotesi della banda magrebina sfuma, i barbari, sembra, non sono arrivati, e noi abbiamo tra le mani qualche facile soluzione in meno.


E’ un po’ irreale ripercorrere gli articoli usciti negli ultimi due mesi sul Secolo XIX e su Repubblica: un quadro quasi idilliaco del nostro centro cittadino (negozi-biblioteche, artigianato esotico, simpatiche forme di concorrenza tra i vari locali della movida, al massimo nuove regole per gli artisti da strada e vigili di quartiere che promettono poche multe e tanta socializzazione) precipita improvvisamente nel dramma e nella drammatizzazione. Si richiamano i fatti del 1993. Su repubblica del 1° Maggio le dichiarazioni di Giuliano Bellezza, presidente della circoscrizione Centro Est vengono forzate e stravolte dal titolo: “La circoscrizione: ‘Militarizzare? Era l’ora’”. In realtà, riporta il testo dell’articolo, Bellezza aveva detto: “Mi era stato detto che il delitto non aveva nulla a che fare con la microcriminalità diffusa da noi più volte denunciata … se questo è vero l’amministrazione comunale non mette in discussione l’azione di ricucitura sociale fatta finora, ma se vi sono elementi per dire che l’uccisione di Luciana Biggi è legata alla delinquenza comune non possiamo che essere d’accordo con le azioni repressive”
Altro titolo: “Il prefetto telefona al questore: presidiate i vicoli ogni ora”, ma nel sottotitolo e nel testo si trovano virgolettate dichiarazioni molto più caute: “Serve una presenza costante, ma senza dare l’impressione di essere in emergenza. Non c’è uno stato di emergenza, sottolineo che siamo in un momento di preoccupazione”
Resta il fatto che l’omicidio di via San Bernardo ha aperto la strada alla espressione di una inquietudine che alberga da tempo tra gli abitanti della zona. Episodi di maggiore o minore entità che costellano la vita quotidiana. Molta inciviltà che si è ormai consolidata senza trovare opposizione, episodi più gravi non infrequenti, e lo spaccio come normale sottofondo.
Un centro storico abbandonato ad oscillare tra folclore, promozione turistica di facciata e degrado vero.
(Paola Pierantoni)