Autore: Redazione

  • Informazione – I buoni e i cattivi

    Domenica scorsa, sulla spiaggia di Voltri, c’è stata una grande rissa: notizia di richiamo che finisce su tutte le locandine davanti alle edicole. La Gazzetta del Lunedì non rinuncia alla sottolineatura razziale: “Maxi rissa tra immigrati sulla spiaggia”, mentre Repubblica (Maxi rissa tra bagnanti a colpi di ombrellone), e Secolo XIX (Maxi rissa sulla spiaggia) tengono un profilo più neutro. Ma andiamo a vedere gli articoli.
    La Gazzetta del Lunedì unifica nella parola “extracomunitari” i protagonisti della rissa, parla degli attimi di “vero terrore” vissuti da “centinaia di bagnanti spaventati da tanta violenza”, ci dice che la spiaggia “a quell’ora era affollatissima” e che “le tante persone presenti sono scappate urlando portandosi via i bambini”, ma non ci informa di che nazionalità era questa gente.

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  • Documentari – “Come un uomo sulla terra” anche a Genova

    Teatro Eden, Genova Pegli, 15 giugno 2009: le associazioni “Genova con l’Africa” e “Art Afric” hanno organizzato la proiezione di “Come un uomo sulla terra”, documentario di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Ymer girato nel 2008, per conservare la memoria del viaggio, che Damawi, e con lui migliaia di profughi etiopi e di altre nazionalità, hanno compiuto attraverso il deserto, prima di arrivare in Italia. Dag, il protagonista e tra gli autori del documentario, studiava giurisprudenza ad Addis Abeba, fino a quando, a causa della repressione e della condizione politica nel suo Paese, ha deciso di espatriare e di cercare rifugio altrove.

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  • Ex libris – La ricetta di Kapu: curiosità, amore e rispetto

    Il prezzo quasi proibitivo (55 euro) e la veste tipografica (i prestigiosi Meridiani Mondadori) non ne consentono certo una agevole lettura sotto l’ombrellone. Eppure la tentazione di consigliare il volume delle Opere del grande reporter polacco Ryszard Kapuscinski (1932-2007) è forte. L’inquieto Kapuscinski iniziò al principio degli anni Sessanta a raccontare “l’altro” rispetto alla pacificata e sazia Europa, vale a dire l’Africa delle guerre di liberazione anticoloniali: Ghana, Congo, Mozambico, Algeria, Angola («l’Africa era un enigma, un mistero, nessuno sapeva che cosa sarebbe successo quando trecento milioni di individui avrebbero alzato la schiena e chiesto il diritto di parola»); le guerre dei poveri in America Latina, e poi l’Etiopia di Hailé Selassié I, l’ultimo Negus (il libro che rivelò il suo straordinario talento), l’Iran di Khomeini ma anche il declino e la caduta dell’Unione sovietica descritta nelle suggestive pagine di Imperium.
    In ogni libro si avverte l’urgenza di testimoniare eventi capitali come la decolonizzazione, le rivoluzioni (ne seguì ben ventisette) e di capire le persone che aveva di fronte (i suoi modelli furono da una parte il new journalism americano e dall’altra lo storico greco Erodoto). L’unico modo per farlo era quello di mischiarsi alla folla quando ascolta i discorsi del leader ghanese Kwame Nkrumah, viaggiare insieme ai guerriglieri angolani (si veda il bellissimo Ancora un giorno, non compreso nel Meridano), aggirarsi nei mercati messicani.

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  • Lettere – Vado, voto e… torno

    Sull’esito del voto ci sono talmente tanti commenti che è difficile farne una critica complessiva, vorrei però richiamare l’attenzione su quanto è avvenuto a Vado Ligure, da oltre 60 anni riserva di voti “sicura” per PCI-PDS-DS: è noto che la candidata del PD ha perso le elezioni a vantaggio di una lista civica che si è formata anche sulla spinta della lotta anti piattaforma Maersk (http://amarevado.it).

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  • Claudio Costantini – “Lettera ai compagni” (1990)

    Claudio Costantini è morto a 75 anni nel pomeriggio di domenica 31 maggio 2009. Per ricordarlo l’Osservatorio Ligure sull’Informazione pubblica una lettera che lui stesso indirizzò ad un centinaio di amici – molti gli studenti dei suoi corsi più recenti – all’inizio dell’estate del 1990. Si intitolava “Lettera ai compagni”: un invito alla discussione, una proposta politica. La lettera piacque e ci si incontrò per parlarne. Oggi, a distanza di quasi 20 anni, si può dire con tranquillità che la maggior parte di noi non ne colse a fondo lo spessore o, come anche si dice, la valenza politica. Ma ci appassionò e sicuramente fu utile a tutti. Ci furono anche delle obiezioni di cui Claudio tenne conto nello stendere una ulteriore versione della “Lettera”. Passò qualche mese e della “Lettera” non si parlò più. In seguito, nel 1994, Claudio la pubblicò – col titolo di “Eguali” – insieme ad un’altra dozzina di lettere indirizzate a persone diverse nel primo numero di “Lettere di storia, politica e varia umanità”, una pubblicazione di cui era il solo redattore, legatore, editore, distributore e le cui copie erano destinate ai suoi amici. Uno dei tanti prodotti artigiani di cui era orgogliosissimo che, insieme ai “Quaderni di storia e letteratura” avrebbero poi trovato posto sul sito “www.quaderni.net. Nell’edizione del 1994, Claudio antepose alla “Lettera” – reintitolata “Uguali” – un breve corsivo. Ricordava come a suo tempo uno dei destinatari del documento (che ne aveva apprezzato il contenuto) gli avesse detto che la sua era davvero “una bella provocazione intellettuale”. Ma io, scriveva Claudio, “non volevo provocare nessuno, dicevo sul serio: mi pareva tutto molto ragionevole, molto fattibile, molto urgente. Avevo perfino steso un preventivo di spese e scritto un regolamento interno (principalmente diretto a escludere dall’associazione i matti e i perditempo che si intrufolano sempre in questo genere di iniziative). All’inizio pensavo che a Genova non convenisse essere più di venti o trenta. Ma le persone disposte a far qualcosa non sono mai state più di cinque o sei in tutta Italia”.

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  • Versante Ligure



    BORN IN PDL

    Le body-guard? Passate,
    antichità da spleen.
    Le ronde? Superate,
    già out e non più in.
    Per due botte ben date
    è trendy Bornacin.



  • Psichiatria – Diagnosi ricovero e posologia ma senza troppi ideali

    Hanno costruito alle spalle del reparto una gabbia per polli. Ha le grate alte e verdi, del colore delle persiane genovesi, e un cancello. Gli infermieri lì non li vogliono portare. Dicono sia umiliante. Spiegano che sarebbe il pollaio per farli fumare. Se ci si affaccia dalla sala da pranzo il “pollaio” si vede: sembra il giardinetto di un asilo. Nella sala da pranzo il problema fumo è ampiamente superato dalle patologie, la sigaretta qui è sostenuta, fornita in gran quantità da parenti e amici che provvedono alle scorte anche di chi è solo e dimenticato.

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  • Prevenzione – Infortuni Cosa ne pensano i lavoratori?

    Per saperlo si sono messi insieme due assessorati regionali (Politiche del lavoro e Sanità), la direzione regionale dell’INAIL e un gruppo di ricercatori universitari diretti da un docente della Facoltà di Scienze della Formazione. Lo scopo: produrre materiali utili ad una successiva campagna di comunicazione – condotta dagli stessi soggetti – sullo stesso argomento. I risultati sono finiti in un libricino “Infortuni e malattie professionali. Cosa ne pensano i lavoratori?” con allegato un DVD, pubblicato a fine 2008. Presentazione pubblica (con relativa inevitabile passerella) del volume – sulla cui copertina non appare l’editore – e successiva scomparsa del medesimo. Chissà se i promotori avranno fatto riunioni congiunte per riflettere sul materiale raccolto? Se ne avranno discusso coi sindacati magari per approfondire le questioni più calde?

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  • Migranti – L’accesso “ad ostacoli” al pubblico impiego

    Intervistata il 28 maggio 2009 da Radio 24Ore, la segretaria della Funzione Pubblica CGIL ha detto che con la decisione di non ammettere i cittadini immigrati al concorso per operatori socio-sanitari, l’ospedale San Martino è recidivo, che sono almeno una decina i ricorsi vinti nella nostra città da cittadini immigrati contro il San Martino, il Galliera e l’ASL3.
    Infatti, il primo è stato vinto nel 2001 da un infermiere professionale marocchino con la sentenza, n. 129/2001, del TAR Liguria.

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  • Ex libris – Premi letterari? Meglio “Alassio cento libri”

    In attesa che a metà giugno venga nominata la cinquina da cui uscirà il vincitore del Premio Strega 2009, le polemiche divampate intorno al celebre premio letterario sembrano essersi placate. Ma per almeno un mese sulle pagine culturali dei maggiori quotidiani (in particolare Corriere della Sera e la Repubblica) tra editori che s’incazzano (Mauri-Spagnol), autori che si autocandidano (Scurati) o si autoescludono prima ancora di essere nominati (Del Giudice), insospettabili critici letterari che fanno outing (Asor Rosa) il panorama che ne è uscito fuori, di giorno in giorno, non può certo definirsi dei più garbati.

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