Autore: Redazione

  • Cinque Terre – Monterosso-Vernazza: vietato se gratis

    Sul sito di Beppe Grillo si possono leggere, tra milioni di altre doglianze, anche quelle relative al sentiero delle Cinque Terre…I sentieri percorsi ogni anno da centinaia di migliaia di persone, sono in uno stato pietoso. Pericolosi per gli escursionisti e nei casi di emergenza per i soccorritori, non hanno ricevuto alcuna manutenzione…Tuttavia il parco tramite alcune convenzioni con i tre Comuni riesce ad esigere un pedaggio molto elevato il cui ricavato complessivo annuale non è mai stato reso pubblico. Un vero pozzo di San Patrizio: si fa pagare il ticket, con il consenso di tutti, delle amministrazioni comunali e anche delle cooperative locali con i loro punti vendita e controllo dei biglietti, e non si dà nulla in cambio agli escursionisti…

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  • Dico – Ma l’obbedienza non è più virtù

    La nota riportata di seguito era stata inviata al settimanale della Diocesi “Il Cittadino”, che però non l’ha pubblicata.
    Non c’è da sorprendersi per quanto un settimanale diocesano sia riuscito a scrivere la settimana scorsa sulla proposta legislativa inerente diritti e doveri delle persone conviventi. Piuttosto c’è da rattristarsi se il settimanale in questione è quello della tua diocesi cui, nonostante tutto, sei legato.

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  • Precari/1 – E’ suonata l’ora dei senza diritti

    8 febbraio. A Palazzo Ducale la grande sala del Maggior Consiglio è strapiena, la Regione è lì per presentare il suo piano di graduale stabilizzazione del lavoro precario e per raccogliere consensi: nei prossimi tre anni, attraverso il metodo dei concorsi con riserva di posti, 1000 lavoratori verranno assunti in pianta stabile da Regione, Arpal, Datasiel. L’evento è pilotato da una attenta regia. La sala è divisa in aree: qui i precari della Regione, lì quelli di Arpal, in quell’altra zona quelli di Datasiel, a destra la sanità, a sinistra gli Ircs Gaslini ed Ist che per il momento non sono inclusi nel processo. Vietato sedersi nei posti sbagliati.

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  • Precari/2 – La grande assenza del sindacato

    A conclusione dell’incontro tra il presidente della Regione e i “suoi” precari nella sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale, l’ultima parola viene data a Giovanni Floris. “Come giornalista, dice il conduttore di Ballarò, oggi la cosa che mi salta agli occhi è che questa situazione non è stata strappata alla politica: è la politica che ha messo insieme qui queste persone e le ha fatte parlare”. Floris coglie nel segno: infatti non è la Regione ad essere stata convocata dai lavoratori e dal loro sindacato, ma sono i lavoratori che affollano la sala ad essere stati chiamati a raccolta dal loro diretto o indiretto datore di lavoro. Coerentemente, si potrebbe dire, non solo tra gli interventi ufficiali non è stato previsto nessun sindacalista, ma il sindacato non viene nominato mai nemmeno per sbaglio dagli oratori ufficiali.

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  • Alta voracità – Il ministro-giudice svela: il prezzo non è giusto

    “Alta voracità”, una inchiesta di Riccardo Bocca, documentava come la saga dell’alta velocità era diventata una voragine per le casse dello Stato (l’Espresso, dicembre 2006). Costi eccezionali rispetto a quelli del resto dell’Europa (anche considerando la complessa conformazione orografica dell’Italia), ma anche rispetto a quelli previsti inizialmente (quintuplicati!). Uno sperpero di cui ha dovuto tener conto l’ultima finanziaria per sanare il buco generato. Sottratta al bilancio dello Stato dalla finanza creativa del governo Berlusconi, la voragine di circa tredici miliardi di euro si è finalmente palesata. A provocarla è stato un sistema perverso per cui tutte le opere sono state assegnate con trattative private a consorzi controllati dalle solite poche imprese. Nemmeno l’ombra di gara pubblica.

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  • Incomprensioni – L’ermetismo di Burlando favorisce la sordità

    “Spiegherò a Prodi che deve cominciare a occuparsi di più del Nord Ovest dove ci sono territori che stanno diventando decisivi per il paese”. Sono più o meno le parole pronunciate da Burlando alla vigilia delle primarie (Repubblica, 31 gennaio 2007). L’ora del Nord Ovest è arrivata, dice Burlando, mentre noi stiamo qui ad attardarci in beghe da paese. La “opinione pubblica” e molti dei protagonisti della politica locale, vittime del loro stesso municipalismo, trattano ad esempio Erzelli o Iit come questioni locali senza coglierne la capacità di indurre ulteriori dinamiche. E di esempi, aggiunge Burlando, se ne potrebbero fare altri. Esempi di una pericolosa miopia che oggi impedisce di vedere come “per Genova e la Liguria questo è un momento molto simile al ’90-’92 quando l’opinione pubblica, la stampa, non capivano cosa stava accadendo e le Colombiane si risolsero in una riprovazione”.

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  • Turismo – L’eccesso di cinismo sfocia nel ridicolo

    Si dice che il giornale del giorno prima serva soltanto per incartare il pesce e forse avrei fatto bene ad usare così le due pagine di Repubblica del 30 gennaio dedicate a Savona e ai progetti di “sviluppo” della città alla ricerca di una sua identità tra l’architettura “iconica” di Fuksas e Boffil e gli accordi con Costa Crociere per diventare sempre più “appetibile” per i crocieristi.

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  • Riti – Mini-bare e funerali per chi non è nato

    “Signora che destinazione ha previsto per il feto? Preferisce che ce ne occupiamo noi, mettendolo in una fossa comune o forse ha in mente un funerale privato?”
    Succederà in Lombardia, e la domanda – declinata forse in altri termini – verrà posta dai funzionari delle Asl a molte donne che ricorreranno all’interruzione di gravidanza anche sotto le venti settimane di gravidanza.

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  • Suppliche – Le campane dei vescovi e quelle di Nervi

    Ezio Mauro, direttore di Repubblica mercoledì 7 febbraio dedica un editoriale alla Chiesa e al suo percorso politico degli ultimi anni. Una domanda fa da incipit al testo: “è ancora consentito nell’Italia del 2007, credere in Dio e votare a sinistra?”, facendo riferimento al “suono delle campane dei vescovi”.

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  • Primarie – Da evento partecipativo a rito di sottomissione

    Dopo un’attenta lettura dei quotidiani cittadini, qualche riflessione pare doverosa.
    Primo: perché alcuni fatti sono tanto sottovalutati, da scomparire? Nel 2005 votarono alle primarie per il candidato premier, nei 71 seggi di Genova città, 61.706 elettori. Il 4 febbraio scorso se ne sono presentati 35.296. Una diminuzione di 26.410 votanti, pari al 42,8%, è da considerarsi fisiologica? Tutti i giornali hanno snobbato la questione, si sono affrettati a proclamare l’affluenza un successo. Siamo certi che sia così? Che sia normale un simile scarto? Che non sia un sintomo di una qualche delusione in una parte dell’elettorato di sinistra? I politici, si sa, coltivano solo certezze, ma i giornalisti?

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