Si dice che il tempo sia galantuomo; forse -più semplicemente- aiuta a dimenticare. La delibera del 28 settembre scorso non fa alcun riferimento alla tempesta che aveva investito la storia dei posteggi “a corona”. Lascia solo intendere che, passato qualche tempo, la Sistema Parcheggi era tornata alla carica avviando col Comune “un contenzioso” e invocando, per scioglierlo, un arbitrato.
Categoria: Politica
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Costumi. Biasotti, Bossi e la gente comune
L’antipolitica, quando scende in campo, usa autoproclamarsi unica rappresentante della “ggente” comune. Lo fa anche Sandro Biasotti che, dopo il lungo tiramolla, decide di rimettersi in corsa per la Regione e si presenta con una lista civica, di “ggente comune” appunto, senza dire una sola parola sul perché abbandona Polo, Casa delle proprietà, Forza Italia. (Forse tace per paura di essere bacchettato da Baget Bozzo, sacro custode dell’ortodossia berlusconiana. Chissà.)
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Casa DS/ 1. E i ventidue scelsero la via del silenzio
L’allarme che viene lanciato è rilevante. Venerdì 5 novembre, in una sala dello Star Hotel, circa 150 persone, prevalentemente iscritte ai DS, lo ascoltano dalla bocca di una parlamentare, Giovanna Melandri, di un sindacalista della CGIL, Beppe Casadio, e di uno che è stato un grande leader popolare e che è stato messo nella condizione di non esserlo più, Sergio Cofferati.
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Casa DS/ 2. Mai visto Cofferati così ingessato
Silenzio della stampa locale su l’ “Iniziativa pubblica autofinanziata per un congresso DS che parli al paese” relatori Melandri, Casadio, Cofferati. Solo due gli interventi provenienti dall’uditorio in risposta all’invito, contenuto sulla locandina, “contribuisci anche tu”. Pubblico attento ma freddo. Anche il “cinese” non coinvolge; certo non è quello conosciuto due anni fa a palazzo San Giorgio quando con Adriano Sansa galvanizzava la platea e preoccupava la “Quercia”.
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Sansa 1. Un simbolo utile ma a tempo limitato
Proposto dal Consiglio Superiore della Magistratura come presidente del Tribunale dei minori di Genova il magistrato Adriano Sansa si è visto bloccare la nomina dal ministro Castelli. Perché, ha detto il ministro, Sansa, al di fuori delle sue specifiche funzioni, avrebbe rivolto critiche al governo in carica. Quando la posizione del ministro è diventata pubblica quello di Sansa è diventato un caso cittadino e non solo.
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Sansa 2. L’intruso che reclama “passione di giustizia”
Dopo le inchieste del 1973 e la stagione da sindaco, tra 1994 e 1997, Sansa ha continuato a essere per i genovesi, anche quelli che meno gli sono favorevoli, un personaggio popolare: intransigente, netto nei giudizi, scomodo. Forse è per questo che “Il Lavoro” non ha esitato a dare rilievo a due lettere aperte indirizzategli di recente dallo stesso Sansa.
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Sansa 3. Il silenzio unica risposta alla richiesta di trasparenza
La seconda lettera di Sansa, pubblicata su “Il Lavoro” del 5 ottobre, richiama il tema della precedente, (“il programma”) e la svolta in corso a proposito della riforma costituzionale. Oggi, scrive Sansa, “il prezioso equilibrio” tra i due elementi che concorrono a formare la democrazia: “il principio di uguaglianza che tende alla eliminazione delle diseguaglianze fra individui e gruppi (democrazia sostanziale), e un insieme di procedure che garantiscono la partecipazione dei cittadini al potere e al controllo su di esso (democrazia formale)”, è messo in discussione da un progetto di riforma seriamente alterante.
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Cifre alla mano. Battere l’astensionismo dopo il centro-destra
E’ sicuramente positivo che, per questo scorcio di legislatura, trecentomila cittadini italiani (quelli che risiedono a Milano nel collegio 3, a Genova Nervi e nel collegio Napoli-Ischia) possano godere di una loro rappresentanza parlamentare non pregiudizialmente prona agli interessi di un capo. Ma è necessario non farsi prendere da eccessivo entusiasmo e guardare con attenzione, a partire dalla cruda realtà dei numeri. E i numeri (quelli assoluti, non le ingannevoli percentuali) ci dicono questo.
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Sansa meteorologo. La festa è già finita ed è sempre maccaia
L’aria fresca è arrivata, in questi giorni; ma non è quella che Adriano Sansa si augurava spirasse dalla Festa Unità Nazionale. La festa è finita, da tempo, senza che l’atteso vento fresco di idee spazzasse la maccaia persistente anche sulla sinistra.
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Ricordi d’estate. Tatzebao dal basso per la politica alta
La sala è stracolma venerdì 30 luglio al Ducale. Genovesi accaldati e sorridenti. Sobria eleganza dei quartieri alti. Speranza, tenacia, voglia di partire subito e adesso. La musica di Ivano Fossati apre il sipario. “Alzati che si sta alzando la canzone popolare! Se c’è qualcosa da dire ancora”, applausi, “Ce lo dirà!”.