Cosa è successo alla pagina del cinema di la Repubblica-Il Lavoro? E da quanto tempo? Si può fissare un momento preciso in cui il cambiamento è avvenuto o si è trattato di un lento cedere a piccole correzioni proposte un giorno dopo l’altro da chissà chi?
No. L’evento non ha carattere di urgenza. Tuttavia va segnalato per dovere di cronaca e per attenzione nei confronti dei lettori del quotidiano. Succede che la pagina dei film, dotata di titoli, trame, orari e distribuzione, sia totalmente priva di registi e attori. Praticamente il giornale ha cancellato le due categorie principali della serata degli Oscar, di Venezia, Cannes e del Sundance Festival, quello che distingue i Vanzina da Bergman, Cruise da Scamarcio. Il caso mi ha permesso di verificare che nell’edizione di Firenze del quotidiano questo non accade.
Quindi la scelta editoriale ha carattere prettamente locale.
Ma di chi è questo film? Che attori ci sono?
“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”.
Che sia arrivato Forrest Gump in redazione?
(Giulia Parodi)
Categoria: Cultura
-
Programmi – Perché abolire attori e registi
-
Teatro – Foto segnaletiche e foto di scena
Il successo di critica e di pubblico che ha accompagnato i due giorni di presentazione al Teatro della Corte dello spettacolo “Sono felice per te”, realizzato con la partecipazione di un gruppo di studenti-detenuti del carcere di Marassi, è stato macchiato da un solo neo. Neo marginale, eppure tale da rischiare di compromettere il lavoro di tutti coloro –operatori, regista, istituzione scolastica e carceraria, detenuti stessi– che si sono impegnati nell’iniziativa. Parliamo dell’atteggiamento della stampa, che pure ha dato rilievo all’evento, ma in alcuni casi non ha resistito alla tentazione di impostare l’informazione in termini scandalistici: “l’assassino della tale nella parte di…”, “l’autore delle efferate violenze contro il talaltro nei panni di…”. I ritratti dei protagonisti sono stati allineati quasi fossero foto segnaletiche, con dettagli scabrosi e con commenti di cattivo gusto.
-
Memoria – Gli archivi delle donne
Venerdì 26 Ottobre, presso il Circolo Culturale Zenzero (Via G. Torti 35), è stato presentato il libro “Salva con nome” realizzato da Paola De Ferrari, genovese, archivista libera professionista. Si tratta dell’inventario dell’archivio che raccoglie l’attività svolta tra il 1974 e il 1999 da Alessandra Mecozzi, attualmente responsabile dell’Ufficio internazionale della Fiom nazionale.
Le donne presenti avevano tutte vissuto gli stessi anni politici della sindacalista metalmeccanica e nel pomeriggio di venerdì li hanno ripercorsi attraverso i frammenti di una biografia che ha attraversato il femminismo, l’attività contrattuale nella FIOM, il pacifismo e le politiche internazionali del sindacato, e attraverso i documenti, le fotografie, gli slogan del movimento delle donne a Genova, che le donne della Associazione “Archinaute” hanno proposto come “sfondo” della biografia della Mecozzi. -
Miopi rinvii – Una moschea per pregare lontano dalla monnezza
“Siamo stati sfrattati dall’unico luogo della provincia di Genova dove potevamo praticare la nostra religione, svolgere attività sociali, culturali, educative. Una moschea (centro culturale islamico) è un fatto di civiltà… La libertà religiosa è un diritto costituzionale”. Così diceva un volantino del lontano 1999, firmato Centro Islamico culturale di Genova.
La fotografia (cliccare qui), presa nel Giugno 2005, ritrae la vita ordinaria di uno dei centri di preghiera islamici (quello di vico dei Fregoso, accanto ai mezzi dell’Amiu), sorti informalmente qua e là nella città dopo la cancellazione della moschea di via Bologna. -
La morte di Tempo – Una vita per la musica chiusa senza una nota
Risuonavano solo le note degli angeli, ha riferito con tocco lieve Silvana Zanovello, sul Secolo XIX, nella sua puntuale cronaca dei funerali di Claudio Tempo. La musica, quella espressa dal suono di un violino, di un pianoforte o di una voce, non c’era proprio; allo stesso modo mancava, grande assente, la musica come istituzione, ente preposto non solo all’allestimento di opere e concerti, ma anche e forse soprattutto a tenere vivi i valori di questo mondo culturale. Il mesto silenzio che regnava nell’antica chiesa di San Siro, la vigilia di ferragosto, per l’addio al più famoso e impegnato critico musicale che Genova abbia avuto negli ultimi trent’anni, esprimeva il grado di partecipazione, o di indifferenza, esistente da queste parti verso la migliore “intellighenzia”.
-
Clandestini – La prosa bastarda dei sans papier
“In pasticerie di Lepanto sono uova di pasqua grandi con tule rosa, azuro, tuti colori, in bar, alimentari e fermata metro e poi uova picole di ciocolata quale costa come una giornata a fare pulizie, baby sitter o in cucina Lo Spiedo come mia cugina Dorina picolina quale pulisce verdure e pela patate poi mete divisa rosa con fioco dietro e serve a tavola seria e non parla, senza prattica, senza permeso, a paura, è clandestina, vuole fare atrice”. -
Documentario – Latinoamericani a Genova
Il video “Dibujando un cambiamento” è una riflessione sui problemi che affronta la crescente immigrazione latinoamericana a Genova. Gli immigranti, quelli con regolare permesso di soggiorno, sono circa 34.000 (5% della popolazione genovese!). Negli ultimi 10 anni i latinoamericani si sono quintuplicati e oggi ne rappresentano la metà. Di questi, 12.000 sono ecuadoriani e 2.000 peruviani. Gli irregolari, i clandestini, sono invece un numero indefinito. Il video, presentato al concorso “Sguardi latinoamericani in Liguria” recentemente indetto dalla fondazione Casa America, ha ottenuto il primo premio della categoria.
-
Concorsi – Sguardo senza voci a Casa America
Il 3 aprile scorso si è svolta la premiazione del concorso “Sguardi Latinoamericani a Genova”, indetto dalla fondazione Casa America presieduta da Roberto Speciale. I nomi e le opere dei vincitori sono stati riportati dalla cronaca locale (Secolo XIX, 4 aprile): 10 vincitori, 10 nazionalità coinvolte tra i 56 partecipanti, sguardi che si sono espressi nella cronaca giornalistica, nella fotografia e nel video. La premiazione però, sui giornali non è raccontata. A
-
Film – Bisturi e botulino ruba-anime
La regista Francesca Archibugi, dopo un periodo di assenza, propone in questi giorni nelle sale cinematografiche il film “Lezioni di volo”, un prodotto discreto, un’opera lieve e scorrevole che forse ci rimanda ad un genere vagamente “bertolucciano” ma decisamente meno lezioso. In breve, la storia narra l’iniziazione alla vita vera, alla maturità psicologica (e non solo) di Pollo e Curry, due ragazzini ingenui, sbruffoni e viziati dell’alta borghesia romana, studenti a tempo perso, abili nel ciondolare e riempire giornate vuote ed insulse con stupidi scherzi come quello di sputare dal terrazzo di casa sulle teste di ignari passanti. -
Libri – Storie di donne nel bene e nel male
C’è un modo per parlare di donne? Quali storie circolano? Cosa vorremmo si dicesse di noi?
Donne buone e donne cattive. Ecco cosa si può trovare in giro, e a fissarle questa settimana, bastano due libri. Uno di Nando dalla Chiesa, “Le ribelli” (Editore Melampo, 2006, 13 euro), l’altro di Vitaliano Trevisan “Il ponte. Un crollo” (Einaudi, 2007, 13 euro).