Categoria: Cultura

  • Linguaggio politico – L’elevata diatriba su chi fa schifo

    E’ possibile che a qualcuno sia sfuggito perché non tutti i lettori arrivano in fondo al resoconto di una riunione di partito; e la “perla” era proprio nell’ultima riga, dove si riferiva (Secolo XIX del 6 marzo) l’exploit di Biasotti all’inaugurazione del point di Forza Italia per le prossime amministrative: dopo il Comune e la Provincia “sarà facile riprenderci la Regione, liberandola -ha sentenziato l’ex governatore- da questa sinistra che fa schifo”. Espressione elegante ma niente affatto originale, essendo solo una ripetizione della precedente invettiva rivolta a Berlusconi dal segretario dei comunisti italiani, Diliberto.

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  • Anteprima – Il porto di dentro, film proibito

    “De mä – trasformazione o declino” è un documentario sul porto di Genova e sul lavoro portuale, che fa discutere. L’anteprima di alcune parti a bassa risoluzione che gira su internet, ha già provocato scontri accesi e reazioni a dir poco furibonde. A San Benigno sono comparsi cartelli e graffiti intimidatori: “infame”, “okkio al kranio”. Indirizzati a quei portuali che, intervistati, avevano criticato la attuale gestione della Compagnia. Pietro Orsatti, autore del film, ha detto che si aspettava critiche, anche polemiche feroci e che è “consapevole che in ogni caso il film ha per la prima volta svelato interamente un mondo assolutamente sconosciuto se non al ristretto ambito degli addetti ai lavori”. Comunque, Orsatti ha dovuto tornare al montaggio per “apportare modifiche funzionali alla tutela delle persone minacciate” per aver collaborato con il film (http://orsatti.blogspot.com/index.html).

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  • Mode – L’ambiguità nera della pubblicità

    Dolce & Gabbana sono due famosi stilisti che ci propongono senza tregua immagini di giovani discinti, un po’ ambigui, visibilmente ricchi, nullafacenti e perciò annoiatissimi, usualmente stravaccati “in posizione scomposta”, come si sarebbe detto a scuola negli anni ’50. Ora però si cambia: questa volta in posizione scomposta c’è una donna, uno sta per violentarla, gli altri intorno, in piedi, guardano con distacco. Forse aspettano il loro turno. Il tutto è molto estetico, si intende. E magari è solo un gioco, forse sotto sotto lei ci sta, dopotutto porta una vertiginosa minigonna e i tacchi a spillo.

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  • Teatro – L’insostenibile sofferenza della verità di Yuri

    “Di qui si va via tutti insieme.” L’umanità non è divisa tra beati e dannati nel dopo morte pensato da Petruzzelli e Calandri per il loro splendido apologo sui crimini che i medici nazisti hanno compiuto sui bambini cavie nei lager.
    Nell’aldilà di “L’olocausto di Yuri” presentato lo scorso 20 febbraio al Teatro Duse, c’è solo un’immensa folla che cammina in continuazione. Ognuno apparentemente cerca gli altri: i figli uccisi, la moglie, il carnefice, ma quello che davvero importa nell’incontro con l’altro sono i frammenti di sé che ne vengono riflessi e restituiti, e che lentamente ricompongono la verità di ciascuno. Si potrà andare via solo dopo che tutti avranno capito, solo dopo che per ogni singolo si sia compiuto il percorso della consapevolezza di sé, della parte di colpa che ciascuno ha anche nelle tragedie di cui è stato vittima.
    Nessuno potrà andarsene finché anche l’ultimo non sia uscito dal circolo della ripetizione dei gesti che continua a compiere in attesa del coraggio di affrontare l’insostenibile sofferenza della verità.
    (Paola Pierantoni)

  • Libri – La fatica della vecchiaia secondo Roth

    Vi voglio parlare di Philip Roth. E’ necessario. Ci sono cose entusiasmanti che vanno condivise con altri. Roth è una di quelle. Potete iniziare a conoscerlo con uno qualsiasi dei suoi romanzi, da quelli dell’esordio o dall’ultima pubblicazione. Ma iniziate. E fatelo subito.
    Era la mia convinzione sulla quale non avrei arretrato di un passo, se non fosse stato per una mail, letta a Fahrenheit – Radio Rai Tre – venerdì 23 febbraio. “Non dovevate recensire “Everyman”, l’ultimo libro di Roth – troppo crudele il modo in cui tratta la vecchiaia…Gli ascoltatori della radio sono spesso anziani. Una visione di quel tipo li può sconvolgere.”

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  • Incontri – Cultura, non consumo, per i giovani latinos

    Alla biblioteca Berio si ha l’impressione che, per un collasso della materia, i confini mondiali si siano ristretti. L’occasione è la conferenza (10 Febbraio 2007) che ha accompagnato la donazione di quasi duecento libri in lingua spagnola da parte del consolato ecuadoriano, ed in particolare dell’Universidad Técnica di Loja. Tanti italiani, tra cui molti frequentatori sabatali della biblioteca, altrettanti latinoamericani.

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  • Nuove tecnologie – Né cultura né memoria senza una politica

    Due occasioni diverse. Una è il “XII colloquio dell’Istituto Europeo del lessico intellettuale”, che discute in questi giorni a Roma il significato del termine “natura”. L’altra è la conferenza tenutasi a Firenze tra il 14 ed il 15 dicembre, sul tema “Cultural heritage on line”, volta ad studiare il legame tra cultura, memoria e “nuove tecnologie”, nei suoi aspetti tecnici, legali ma prima di tutto sostanziali.

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  • Premio a Carmi – Gli artisti in fabbrica; breve fu la stagione

    Sala piena a Villa Croce per il conferimento del premio della fondazione “Mario Novaro” a Eugenio Carmi. Manca solo il sindaco, la cui presenza era stata annunciata dalla stampa. L’assessore Borzani sottolinea la svolta nei rapporti tra impresa e cultura, inaugurata all’Italsider dall’allora direttore generale Gian Lupo Osti, realizzata grazie alle intuizioni del “art director” Eugenio Carmi ed al lavoro dei funzionari e consulenti addetti alle relazioni pubbliche.

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  • Libera Tv – Arte in tutta Europa meno che in Italia

    L’Italia è l’unico paese della Comunità europea escluso da Arte, il canale televisivo, dal nome nostrano, ma di lingua franco-tedesca, dedicato ai temi della cultura e privo di pubblicità. Inizia con queste parole l’appello lanciato, già alcuni anni fa, da Claudio Abbado e rimasto finora senza esito. Non senza risposte, perché alla firma dell’illustre musicista se ne sono aggiunte numerose altre e sono seguite anche assicurazioni ufficiali, come quella del ministro dei beni culturali del tempo, Urbani, che nel 1994 definiva la possibilità di inserire il programma nel digitale terrestre “una grande occasione da non perdere”. Puntualmente perduta.

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  • Libri – Dove abbiamo vissuto e dove viviamo

    S’intitola “Sragione di Stato” (BUR 2006) e parla di “deviazioni, intrighi e complotti di un passato mai chiuso”. E nelle parole “mai chiuso” c’è la ragione del libro. Non può approdare alla normalità la vita politica di un paese che non ha diritto alla verità. Un paese costretto all’ignoranza su vicende terribili che hanno travagliato la sua vita negli ultimi 40 anni – a cominciare dalle stragi impunite – avvilito da depistaggi e con armadi pieni di segreti di stato.

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