PICCONARE STANCA
Cossiga con, ahinoi,
all’Ansa esternazione
scandì: “Burlando è gay!”.
Fra un po’ dirà: “In Regione
Liguria fanno guai
sia Cecchi che Paone!”.
Enzo Costa
enzo@enzocosta.net
www.enzocosta.net
PICCONARE STANCA
Cossiga con, ahinoi,
all’Ansa esternazione
scandì: “Burlando è gay!”.
Fra un po’ dirà: “In Regione
Liguria fanno guai
sia Cecchi che Paone!”.
Come il famoso cane di Pavlov, il potere risponde agli stimoli con comportamenti sempre uguali, ripetitivi, immutabili. Non manca mai di lanciarsi sugli investigatori che indagano troppo, che non guardano in faccia a nessuno, insomma che vogliono applicare la legge. Salvo poi sostenere che non è il palazzo, ma la critica e la satira ad alimentare l’antipolitica. Ultime le reazioni del guardasigilli Mastella e il coro ululante della destra (ma anche troppi silenzi del centrosinistra), alle parole dei magistrati Forleo e De Magistris, “colpevoli” di aver detto a Santoro in tv di sentirsi isolati e di subire intimidazioni non esterne, insomma dalla gerarchia. Tutto perché anche loro hanno avuto l’ardire, o la sconsideratezza, di toccare qualche “santuario”.
“Toghe rotte. La giustizia raccontata da chi la fa” (a cura di Bruno Tinti, ed. Chiaralettere, 2007, euro 12,00) farà discutere. Una testimonianza dei mali che affliggono la giustizia, una denuncia fatta da magistrati che operano quotidianamente nei tribunali e nelle procure. Il curatore, procuratore aggiunto presso la Procura di Torino, parla di una politica e di un Parlamento “bipartisan”, che negli anni trascorsi (diventati ormai decade) si sono adoperati con successo perché la giustizia italiana non funzioni.
“Sono convinta che la lotta alla criminalità o alla microcriminalità si combatta non affidando poteri più ampi ai sindaci con la tolleranza zero di Rudolph Giuliani (che non mi pare abbia sortito grandi risultati)” (Marta Vincenzi, Corriere Mercantile, 5 settembre). Aggiungiamo un paio di considerazioni:
1) La tolleranza zero di R. Giuliani non è mai esistita. Come dimostra Alexander Stille su Repubblica (16 settembre) non è che un mito metropolitano: il calo significativo dei reati a New York negli anni Novanta non può essere ricondotto né a lui né alla tesi della “tolleranza zero”. Il fenomeno aveva una portata ben più generale perché, nello stesso periodo, in tutti gli Stati Uniti, si registrava un calo simile. Stille osserva che lo stesso Giuliani non ha mai usato l’espressione “tolleranza zero” e riporta una dichiarazione di Giorgio Kelling (un criminologo considerato uno dei padri delle strategie newyorkesi contro il crimine): “Tolleranza zero, vale a dire pugno di ferro per tutti i reati minori ovunque, implica fanatismo. E noi siamo sempre stati convinti che una valida gestione dell´ordine pubblico implica prudenza, senno, e capacità di valutare il contesto”.
Cosa succede quando la ricerca scientifica mette il naso in faccende concrete quanto colate di cemento e porticcioli turistici? Se ne ha un’idea al seminario conclusivo del programma di ricerca di Interesse Nazionale “Cambiamenti del paesaggio costiero e sviluppo sostenibile”, tenutosi alla Facoltà di architettura il 4 ottobre scorso. Pubblico ridotto, una riunione tra i partecipanti al programma per confrontarsi su risultati ottenuti e i problemi affrontati. Quello che emerge dalle relazioni sono in sintesi due punti: lo scollamento tra la ricerca e la politica da una parte, e la fluttuante ed ambigua definizione di bene pubblico, dall’altra.
Il “fenomeno Grillo” trae parte della sua forza della rete, come lui stesso ammette. Il suo blog pare essere fra i 12 più visitati al mondo e il primo italiano. Si parla di 200.000 adesioni solo via web al suo “V” day, ben 17 gruppi locali cittadini, promotori di incontri e iniziative, uno creato addirittura su “Second life”. Numeri mastodontici, più volte indicati come indice della disaffezione politica e del disfattismo italiano. Può darsi che sia disfattismo, ma alcune informazioni pare che abbiano campo libero solo sul web. Due esempi: nel già citato blog di Grillo oggi si parla della sospensione da parte del preside del Liceo Sicignani di Caltanisetta adottata contro i ragazzi che hanno protestato per il trasferimento del pm De Magistris richiesto da Mastella.
“Le ragioni dell’aragosta” sono le nostre? C’è un motivo per cui mettere insieme uno spettacolo? “Come si fa a fare satira sul centro sinistra?” e “Dov’è sto centro sinistra?”
Sabina Guzzanti arriva a fine proiezione ed è la stessa persona che agisce nel film. Accanto a lei Pier Francesco Loche, identica aria incantata, distratta, cocciuta della pellicola. Sembra siano sbucati fuori dallo schermo per girare altri ciak con il pubblico. Mancano all’appello la Reggiani, Masciarelli, la Leone e Fassari, comici che con lei ci hanno restituito i ricordi della trasmissione “Avanzi”. La storia è simile a quella dei Blues Brothers: rimettere insieme il gruppo in nome di una giusta causa. Per Guzzanti & C. si tratta di tutelare i pescatori di aragoste di Su Pallosu – il toponimo è già fonte di ilarità – riunendo lo storico gruppo di Avanzi per una serata in cui si possa tornare a ridere muovendo le coscienze sul problema del calo della pesca in una zona specifica della Sardegna.
Il mondo politico indirizza ai cittadini un richiamo alla responsabilità: quella di evitare che posizioni antipolitiche e qualunquiste prendano il sopravvento, e di sostenere (in mezzo o nonostante) girotondi, blog manifestazioni e “V” day, la razionalità che attraverso informazioni oggettive e costruttive consente di esprimere giudizi di valore sull’operato dei politici senza cadere in logiche populistiche.