Riportiamo integralmente un comunicato stampa della Associazione Per Cornigliano che, diramato il 5 aprile 2007, inspiegabilmente non è stato pubblicato da nessun giornale.
Un tempo neanche troppo lontano si sperava che nelle aree delle acciaierie, al posto degli impianti a caldo, fosse costruito un enorme distripark, che avrebbe regalato alla città una bella quantità di posti di lavoro. Con l’ultimo accordo sulle acciaierie il sognato distripark si è rimpicciolito fino a diventare uno spiazzo di soli 144 mila metri quadrati.
Categoria: Città
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Merella permettendo – Piovono su Cornigliano i container di Spinelli
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Cornigliano – Non si fermano agli Erzelli gli affaroni di Spinelli
“Le devo poi dire che qualora una ditta volesse mettere dei container nelle aree di Cornigliano io penso che Cornigliano abbia sofferto abbastanza per cui non mi pare di poter dire che l’utilizzo più razionale di quelle aree fosse un deposito di container” (Mario Margini, in risposta a un’interrogazione di Paolo Striano, seduta del Consiglio Comunale di Genova, 27 giugno 2006).
Da tempo serpeggiava la paura che tutti i container depositati a Cornigliano (Erzelli) finissero a Cornigliano (ex-Ilva). La loro discesa dalla collina dove sorgerà il “Technology Village”, iniziata da alcune settimane, l’ha confermata. Aldo Spinelli, l’imprenditore che aveva riempito di container gli Erzelli, ha ottenuto in affitto circa 100.000 metri quadrati dell’area dell’ex acciaieria e ora si prepara, con gli stessi container, a un’operazione simile a quella che per anni ha deturpato la collina. -
Porto – Che oggetto misterioso l’affresco di Piano
“Piano come Ali Babà nella grotta”, titolava Repubblica il 15 maggio del 2004. L’architetto aveva appena presentato il suo progetto di Waterfront genovese. Biasotti se ne era preso il merito. Anche per questo Burlando -le elezioni regionali ci sarebbero state dopo un anno- non aveva perso tempo e, presa carta e penna, aveva scritto a Piano una lettera che, grazie alla rete e al sito del suo circolo Maestrale, aveva raggiunto l’universalità.
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Genova – L’insostenibile uguaglianza della legge
Il fascino discreto delle due ruote. Una deroga per moto e scooter che transitano sulle corsie riservate ai bus. “Mi rendo conto che si tratta di una richiesta apparentemente in contrasto con il codice della strada”. Giovanni Calisi, presidente della circoscrizione Levante (Secolo XIX, 13 febbraio). Marta Vincenzi: “Ha senso poter utilizzare le corsie gialle, ma non in maniera ideologica”. Enrico Musso: “Sono richieste sensate, le corsie gialle ora sono usate in modo inadeguato” (Repubblica, 24 febbraio). Arcangelo Merella, assessore al traffico, caldeggia “un patto con i motociclisti su ambiente e sicurezza” (Secolo XIX, 20 marzo). Sicurezza? Ma il problema sono le multe.
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Pericu addio/1 – La vittoria sotterranea dell’auto sul bus
Chissà se i genovesi si aspettavano qualche parola di più dal sindaco e dagli amministratori di centro sinistra che li hanno amministrati durante gli scorsi 10 anni. Dieci anni, circa un terzo della vita produttiva di un individuo, liquidati con un paio di autocelebrazioni al Ducale e, di recente, con altrettante rimpatriate con lacrimuccia. Col risultato che nella campagna delle primarie si son sentite parole (meglio: allusioni) come continuità e discontinuità e tutti a chiedersi a chi o a cosa alludessero. Eppure l’occasione era buona – una roba del tipo “10 anni con noi” – e poteva avere anche una certa utilità per quelli che dovranno succedere agli attuali amministratori. -
Pericu addio/2 – Il disastro giardini ha un nome: Aster
Secondo Repubblica (14 febbraio 2007), la lacrima sarebbe apparsa sul ciglio di Pericu al momento di constatare amaramente che per i parchi della città la sua giunta “non ha potuto far molto” (nda, un eufemismo, si capisce). “Quindici anni fa, ha ricordato, c’erano 400 giardinieri mentre ora ce ne sono solo 60”. Così, con una battuta lapidaria, il sindaco ha chiarito anni di discussioni, recriminazioni e conflitti sullo stato dei giardini della città. Mortificati e abbandonati al punto da richiedere oggi investimenti massicci per il loro recupero, i giardini hanno da tempo chiuso bottega; come i giardinieri.
E perché – durante il governo del centro sinistra – i giardinieri si sono ridotti a poco meno del 20%? Erano troppi? Costavano troppo? Non lavoravano? Lavoravano troppo poco? -
Porto/1 – La Procura indaga, la politica tace
I quotidiani locali hanno dato – il 17 e il 18 scorsi – un discreto rilievo allo sviluppo dell’inchiesta in corso sulle concessioni demaniali nell’area portuale. Accertate irregolarità gravi e gravissime; si dice oltre un centinaio.
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Porto/2 – La campagna anti-Novi mostra i moventi
Ridurre quanto sta succedendo in porto alle amnesie o cecità – disinteressate o meno – di qualche funzionario è fuorviante. I furbetti, quelli che hanno tratto vantaggi concreti, ci sono. Ma in discussione c’è altro. Qual era il significato politico di conservare per anni tra i moli un abusivismo così massiccio di cui la maggior parte dell’utenza portuale, sia pure in forme diverse, si è avvantaggiata?
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Urbanistica – I tesori dell’Unesco e quelli di oggi
I quotidiani non solo locali (anche Il Sole 24 ore, sia pure con una pagina pubblicitaria) ci hanno dato dentro a manetta: “I Rolli” tra i tesori dell’Unesco, più la visita di un ministro e una lavata straordinaria a un po’ di vie del centro. I 42 edifici genovesi iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale ci riempiono di legittimo orgoglio: in fondo siamo genovesi, no? E questo arriva mentre la città – spiega un interessante dossier di Repubblica (21 gennaio 2007) – “torna a crescere”.
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Urbanistica – Dai posteggi fai da te benefici ma per chi?
Aiutatemi a capire dove sbaglio. Se volessi acquisire reddito dal bisogno che la gente qui a Genova ha di trovare spazi in cui lasciare la propria vettura, farei due cose: 1) ostacolerei in ogni modo i progetti di miglioramento del servizio di trasporto urbano; 2) renderei onerosa la sosta su tutte le superfici pubbliche disponibili in ambito urbano. Con questi due accorgimenti la gente, anche quella che non è assatanata dal godimento della guida in un traffico comatoso, è costretta a scegliere la propria auto per i suoi spostamenti in città e ovviamente è costretta a pagare la sosta ogni volta che scende dalla sua vettura.