Categoria: Lavoro

  • Sacconi – Il restyling della sicurezza

    “Restyling delle sanzioni”, un apparato sanzionatorio “rimodulato”, più contenuto rispetto all’attuale testo unico sulla sicurezza, ma “più oneroso rispetto al 626” (Sole 24 Ore del 28 marzo). Una riscrittura delle norme sulla sicurezza nei posti di lavoro decisa dal governo per “andare incontro alle richieste di Confindustria e di tutte le associazioni dei datori di lavoro…” (Secolo XIX del 28 marzo). “Sanzioni meno severe sulla sicurezza” (Repubblica del 28 marzo).
    Contro la “solita” Cgil, per non parlare della Fiom. Possibilista la Cisl che confida in un “miglioramento” del testo.

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  • Precari 1 – Farcela senza lo zio vescovo

    “Senza uno zio vescovo” è una campagna pubblicitaria di Infojobs, http://www.youtube.com/watch?v=3E_HZS5eM1I&eurl=http://www.senzaunoziovescovo.com/, un sito che permette di cercare lavoro online. Gioca con levità sulla diffusione endemica della raccomandazione nel Paese e sulla difficoltà di trovare lavoro senza qualche “santo in paradiso”.
    Il video pubblicitario raccoglie per l’Italia le facce di chi non ha uno zio barone oppure un papà industriale o ministro. Fa parte di una campagna di marketing virale, che gioca molto sull’efficacia del messaggio e mette a disposizione come strumenti di comunicazione e diffusione loghi e wallpapers per il proprio sito. Per chi ha raggiunto il tanto agognato lavoro, un attestato, da stampare ed esibire con orgoglio “Non mi è servito uno zio vescovo”. Messaggio azzeccatissimo per le schiere dei figli di nessuno che combattono ogni giorno la disoccupazione, il precariato ed un costante abbattimento dell’amor proprio.
    (Eleana Marullo)

  • Precari 2 – Infermieri o badanti: è il futuro, ragazzi!

    “Non ho mai sentito mio figlio piangere così disperato. Ragioniere precario, che ha perso il lavoro”. E’ l’incipit della lettera di un padre di Trani a Michele Serra sul Venerdì di Repubblica di 13 marzo. Quanti genitori vedranno altre lacrime? Anche a Genova è un bollettino di guerra, un esercito silente di precari, da aziende piccole, piccolissime, alle grandi multinazionali, come alcune che avevano interessi nel porto.
    Bagagli in mano e rimpianto nel cuore in quarantanove se ne sono andati via dalla Mersk, ragazzi e giovani padri di famiglia. Fuori i 14 lavoratori di China Shipping con preparazione di buon livello, ma che in questo momento non riusciranno a ricollocarsi. Così per i 27 dipendenti della Deep Sea (Corriere Mercantile, 3/3/09). Un po’ d’incentivi, sei mesi forse di cassa integrazione, a fatica concessa dalla Regione e via. Ma via dove?

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  • Casagit: l’informazione deve essere completa

    Buona norma di chiunque scrive, giornalista o no, sarebbe quella di informarsi a tutto campo e non solo su elementi legati a interventi o analisi parziali o di schieramenti di parte.
    Chi legge la nota di “e.m” deduce che la cassa integrativa di assistenza sia un bengodi in cui, nella migliore delle ipotesi, ci sono stati se non furti o ruberie, sciatteria a favore di una categoria (i giornalisti) che ha molti difetti (siamo i primi a dirlo e combatterli quando ci riusciamo), ma non quello di non avere denunciato e affrontato la situazione. Quantomeno la Liguria con il suo sindacato territoriale dei giornalisti (Associazione Ligure dei Giornalisti-Fnsi) e la Consulta Ligure della Casagit con un’altra decina di associazioni del “coordinamento”. Se non si spiegano le cose è troppo semplice, linkando qualche sito o intervento, dare e fare una informazione distorta o quantomeno parziale. Cosa poco nobile per un sito come Oli che ha nelle sue caratteristiche l’essere un Osservatorio, sempre puntuale, soprattutto quando analizza e critica. E quindi documentato.

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  • Giornalisti – Un grosso pasticcio per la Cassa di assistenza

    Quasi quattro milioni di euro di disavanzo nel 2007. Tredici milioni e mezzo di “buco” pregresso. La Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti (Casagit) si trova, a quanto pare, in un grosso pasticcio. E se non ci saranno forti interventi in proposito entro 3 o 4 anni scomparirà, inghiottita dalla voragine (http://www.infodem.it/fatti.asp?id=2331).
    Facciamo un passo indietro e proviamo a capire cosa sta succedendo, da blog e commenti dei giornalisti (la notizia non ha destato l’interesse della stampa). Innanzitutto, per i non addetti, la Casagit, è un’associazione privata, nata nel 1974, per assicurare a soci e familiari un sistema integrativo dell’assistenza dovuta dal servizio sanitario nazionale.

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  • Sicurezza – Narrare gli infortuni

    C’è una iniziativa dell’Inail che – mi pare – non ha avuto eco sulla stampa locale. Si tratta di una campagna di comunicazione che va sotto il titolo di “Diritti senza rovesci”: racconti e considerazioni firmati da noti scrittori italiani “ispirati a storie ed esperienze di lavoratrici e lavoratori che hanno vissuto situazioni condizionate da un mancato rispetto dei propri diritti”.
    Questi racconti sono stati recentemente pubblicati in una antologia, “Lavoro da morire”, edita dai tipi della Einaudi (collana super tascabili).
    Uno di questi scritti si concentra sul tema della rappresentazione mediatica degli incidenti sul lavoro, e sulla condizione di chi sopravvive: i compagni di lavoro, i parenti, di chi muore, o anche di chi subisce un infortunio senza perdere la vita: si tratta di “Trasformare il trauma in dolore” di Antonio Pascale, che non racconta una storia, ma sceglie di svolgere una serie di riflessioni che prendono avvio dalla intervista allo psicologo del lavoro che era intervenuto a sostegno degli operai sopravvissuti al rogo della Thyssen. L’intervista allo scrittore ed il testo del suo scritto si trovano sul sito dell’Inail http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=News_prima_pagina/2009/Cultura/info-1360604200.jsp.
    (Giulio Andrea Tozzi)

  • Ilva – La crociata di una giovane avvocato

    Taranto – Perde suo padre a 19 anni, ma non si arrende: consegue una laurea in Giurisprudenza, diventa avvocato penalista e difende i diritti negati di tutte quelle famiglie per le quali al dolore della morte sul lavoro di un proprio caro si unisce la disperazione di non trovare giustizia.
    E’ la storia di Mariangela Stasi, una bella ragazza tipicamente mediterranea, professionista affermata e legale dell’associazione 12 Giugno-Morti sul lavoro. Undici anni fa, l’avvocato Stasi era una ragazzina come tante altre. Poco più che maggiorenne, aveva tanti sogni nel cassetto, tante aspirazioni da inseguire, alcune oggi in parte raggiunte. Ogni giorno avrebbe voluto condividerle con suo padre Salvatore, operaio dell’Ilva di Taranto, se questi non fosse precipitato da un’altezza di 19 piani.

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  • Infortuni – Se i rumeni diventano una notizia di nicchia

    È un fatto: se si scorre la stampa locale di questi ultimi mesi la parola romeno o rumeno ricorre molte volte nei titoli e nei testi degli articoli, associata a: razzismo, stupri, mendicanti, baraccopoli, criminali, clonazione di bancomat, xenofobia… con la debita eccezione di “elezioni europee” (i rumeni infatti potranno votare come noi: sono europei).
    Ma per sentire parlare di rumeni, lavoro e infortuni bisogna andarsi a leggere “Metropoli” del 7 dicembre 2008, il supplemento domenicale di Repubblica dedicato alla immigrazione. Una notizia di nicchia, evidentemente, affidata ad un foglio che è difficile vedere esposto nelle edicole.

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  • Cornigliano – Il fantasma delle acciaierie

    Strana giornata quella di venerdì 20 febbraio per le Acciaierie di Cornigliano, anzi per il loro fantasma mentale, in due diverse sale genovesi.
    Da un lato tirate in causa in modo insolitamente rude ed esplicito da chi è venuto da fuori, da Vendola, che nella sala più che gremita in cui è riunita la “Costituente per la sinistra” dice con bella veemenza: “Troppo facile fare come ha fatto Riva, a comprarsi a prezzo di saldo un’area d’oro. Certo, ora è un po’ arrabbiato con me perché gli sto chiedendo di restituire un po’ dei soldi che si è fatto per sanare i problemi ambientali e della sicurezza” (applausi convinti e liberatori).

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  • Sciopero 13 febbraio – A Roma contro l’umiliazione

    Due enormi striscioni bianchi percorrono in tutta la sua lunghezza un terrapieno davanti al Colosseo: “A TARANTO DI INQUINAMENTO E LAVORO SI MUORE”. Le grandi lettere compongono le parole in verticale. La firma è di un gruppo di giovani i Tarantini fuori sede, studenti universitari che, dalla capitale, tengono d’occhio la loro città. Il corteo sfila davanti a loro, indifferente al monito e agli insulti che i pochi ragazzi urlano verso Riva, presente solo in spirito tra i suoi operai in sciopero
    Un freddo nordico a Roma venerdì 13 febbraio, e un sole allungato che, a tratti, riscalda la manifestazione. Tantissime bandiere rosse e pettorali gialli per difendere, oltre a tutto il resto, anche la costituzione.

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