Patto del cemento – Gran scandalo a Savona scoperchiare gli affari

Il nervo è stato scoperto durante una innocua conferenza tenuta venerdì 18 maggio a villa Cambiaso di Savona. Chiusi i tradizionali luoghi della politica, ridotti i partiti a modesti clan tribali, può capitare che una semplice conferenza si trasformi in una assise che infiamma una città. Succede quando a parlare sono chiamate persone che non nascondono i loro pensieri dietro le parole; che non fanno accademia ma parlano di ciò che tutti possono vedere. Persone che alla domanda ricattatoria del “da che parte stai?” rispondono semplicemente: da quella di chi cerca la verità.


Venerdì 18 maggio ’06 a parlare a villa Cambiaso era Sansa e Repubblica del 21 maggio ha dato un bel resoconto della serata. L’occasione: le imminenti elezioni per il consiglio comunale di Savona; protagonista il cemento. Un cemento che sta per coprire la città in un business senza eguali che ha unito immobiliaristi, politici della sinistra storica e meno storica, transfughi dell’opposizione (Cdl), parenti (anche stretti) dei medesimi, affaristi con un passato colmo di ombre e simili. Grattacieli, palazzi, torri e – immancabili – i porticcioli sono, ha detto pressapoco Sansa, l’occasione del patto del cemento che, con la benedizione della politica, ricoprirà con effetti nefasti la città. Le conseguenze sulla politica sono già oggi visibili, quelle materiali non si dovranno aspettare per molto.
Non l’avesse mai detto. Svelare la nudità del re, così, in una seratina dedicata alla cultura. Occupandosi per giunta di politica, un territorio riservato agli addetti ai lavori. No, Sansa, proprio non lo doveva fare. Il primo a dirglielo è stato il segretario provinciale dei DS savonesi: ha confessato (Repubblica 24 maggio) d’aver letto “con sconcerto e amarezza il tono e i contenuti dell’articolo” e ha sostenuto che in realtà, Savona si sta “mettendo in gioco… scommettendo sul proprio futuro”. Un altro stupito e scandalizzato è stato il console della Compagnia portuale che ha rivendicato gli “innegabili effetti positivi” dei progetti imminenti. Stessa musica quella del locale assessore alle finanze, in passato console della stessa Compagnia. Insomma, la famiglia ma quella di seconda fila .
Col passare dei giorni il tentativo di mettere la sordina alle parole di Sansa è risultato difficile. Repubblica del 25 maggio è tornata sull’argomento pubblicando una lettera (“Grattacieli e Palazzi. Che cos’è questa se non speculazione?”) dove si diceva che Sansa aveva contribuito “a scoperchiare il pentolone di un malessere e di un dissenso rimasto troppo a lungo sopito, anestetizzato, in un clima tra l’omertoso… e la rassegnazione per l’ineluttabile”. Parole pesanti che richiedevano una risposta forte e autorevole. Arrivata su Repubblica del 27 maggio con una intervista all’ex sindaco Ruggeri. Titolo: “Savona e i nuovi conservatori”. Si capisce che i nuovi conservatori sono quelli del dissenso, quelli che non stanno al gioco o che, come Sansa, denunciano il gioco sporco: malaffare, speculazioni, parentele strette tra imprese e politica, personaggi chiacchierati, conversioni politiche clamorose… Siamo di fronte ad una ingiustificata polemica politica, ha detto Rugg eri, che ha aggiunto: “Il ministero delle Infrastrutture ha messo Savona al primo posto come città che meglio ha usato gli strumenti urbanistici attuativi”. Come dire: se questa è l’opinione del Ministero, di cosa si immischiano i cittadini?
(Manlio Calegari)