Servono, urgentemente, poeti. Poeti della politica, nella politica. Intendo persone (saccheggio blogs e dizionari) “capaci di suscitare emozioni”, “creatrici di mondi”, che sappiano “muovere l’anima di chi li ascolta alla ricerca di domande”. Penso a questo mentre, sabato scorso, guardo Don Gallo che sale su un palchetto in Piazza del Campo con i trans del Ghetto per dare il via alla festa organizzata dalla Comunità di San Benedetto. La scommessa di Don Gallo era quella “di portare persone, cittadini, turisti, residenti di ogni razza e colore, dentro al quartiere meno frequentato della città vecchia”. Questo è successo, ma la cosa più grande è stata che le persone socialmente confinate nel ghetto ne sono uscite, e che gli abitanti “di tutte le razze e colori” e, aggiungo: sessi, generi, condizioni sociali, abbigliamenti, si sono mischiati fino a mezzanotte inseguendo poesie, discussioni filosofiche di gruppo, canzoni di De Andrè e altri, musiche di ogni tipo fino al rock messo su dai ragazzi di Aut Aut.
Autore: Redazione
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Politica – Servono (urgentemente) poeti e giornalisti
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Psichiatria – Il campetto psichiatrico del San Martino
“Campus psichiatrico”. Di questo ha parlato Gianni Orengo, direttore Sanitario di San Martino, riferendosi ad un progetto, in fase di realizzazione, all’interno dell’ospedale. Il concetto richiama scenari spaziosi, ma nel merito la stampa genovese non ha dato informazioni dettagliate. Si suppone tuttavia che Orengo si sia ispirato ad un modello, nei fatti difficile da rintracciare, ma di cui indichiamo di seguito quelli che potrebbero essere alcuni elementi fondanti che ci sono stati dati dagli USA. Simile a un Campus Psichiatrico è un luogo in grado di accogliere diverse tipologie di pazienti. E’ immerso nel verde. Al suo interno quattro, cinque palazzine basse ospitano bambini – per i quali è prevista l’attività scolastica – adulti, pazienti in fase acuta e non.
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Diritti – Denuncia di smarrimento
“Buongiorno, vengo a denunciare uno smarrimento”
“Benissimo, signorina, si accomodi, adesso compiliamo il verbale. Cos’ha perso, il portafogli, la patente, l’assicurazione dell’auto?”
“A dirlo non ci si crede. Ho perso dei diritti. Erano lì, fissi, firmati e controfirmati, al sicuro, insomma. Poi mica ci facevo tanto caso, siamo in Italia, mi dicevo, non in uno staterello a dittatura militare del Centroamerica. Insomma, ero tranquilla, serena…
“Ah, però, omessa vigilanza, signorina cara… Ma lei dov’era nel frattempo?”
“Dov’ero? Non so, forse guardavo la tv, oppure sfogliavo il giornale mangiando un cornetto, di mattina. La cronaca, la pagina dello sport, non c’era molto altro da leggere. Mi sono girata e, toh, non c’erano più”.
La lista di ciò che si è perso si può redigere prendendo in mano la Costituzione italiana, oppure, in questo caso, un manuale di diritto, Codice dei diritti umani (Defilippi e Bosi, Edizioni Giuridiche Simoni, 2001)
Convenzione europea dei diritti dell’uomo (1950):
1)Titolo I, 5: Diritto alla libertà e sicurezza. Ogni persona ha diritto alla libertà ed alla sicurezza.
2)Titolo I, 6 : Diritto ad un processo equo. Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente ed imparziale… -
Informazione – L’anoressia spiegata ai media
Attraverso la prima pagina dei quotidiani online ci si imbatte ormai con frequenza nell’incubo anoressia gridato dalle braccia troppo esili della Paris Hilton di turno o nel dimagrimento malsano-miracoloso di Lindsay Lohan dovuto al cibo-spazzatura. Non c’è scampo neanche dal sito della propria web mail, prima ancora di raggiungere la casella di posta elettronica si è rassicurati che Katie Holmes, la moglie di Tom Cruise, è dimagrita sì molto, ma a causa dello stress lavorativo.
Gli allarmi lanciati nella rete sono solitamente corredati da nutriti album di fotografie, sulle quali gli occhi anoressico/bulemici indugiano con desiderio ed attenzione. -
Migranti – Assegno vietato per i troppo poveri
Un cittadino marocchino divenuto invalido in seguito ad un incidente sul lavoro chiede all’INPS l’assegno d’invalidità ai sensi della legge 118/1971, ma la sua domanda viene rifiutata per mancanza della carta di soggiorno. La legge 388/2000, art. 89 infatti dispone che per avere diritto a provvidenze economiche di natura sociale è obbligatorio un permesso di soggiorno di lungo periodo, cioè la carta di soggiorno. Solo che, per ottenere la carta, l’immigrato deve dimostrare di possedere almeno un certo livello di reddito.
Il cittadino marocchino ricorre, e il Tribunale di Genova (ordinanza n. 635/09 del 17.04.2009) gli dà ragione, affermando che è sufficiente il permesso di soggiorno. La decisione del tribunale aveva una solida base: infatti la Corte Costituzionale, con due sentenze (306/2008 e 11/2009), aveva già dichiarato l’incostituzionalità della legge 388/2000, nella parte in cui esclude dal diritto alla indennità di accompagnamento e alla pensione di invalidità i cittadini immigrati soltanto perché non avevano i requisiti di reddito necessari per il rilascio della carta di soggiorno. -
Versante Ligure
ALBARO ALFANOL’ambientalista grido
è forte, e io lo odo,
ma una vocal (lo vedo)
ad altri lai fa scudo:
si grida per il Lido
si tace per il Lodo.
Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://lanterninoenzocosta.blogspot.com
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://proveaglaja.blogspot.com
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Psichiatria – Oltre le gabbie
Dichiarazioni stampa relative alla nota di OLI 228, ripresa da Marco Preve su Repubblica il 4 giugno u.s. sulle condizioni della clinica psichiatrica: “Si sta provvedendo alla ristrutturazione dei reparti psichiatrici” dichiara il direttore sanitario di San Martino Gianni Orengo “Questo vuol dire che presto la clinica verrà trasferita e nel frattempo abbiamo già ridotto il numero dei ricoverati. Sono state avviate le procedure di gara per portare la clinica al padiglione 11, dove si trova già – in locali ristrutturati – il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura della Asl 3. L’idea è quella di creare un campus psichiatrico, con la clinica che occuperà i locali del piano superiore. E in quel contesto ci sarà a disposizione un vero e proprio parco, con spazi ampi da dedicare ai pazienti”. E precisa: “Ci sono dei problemi, si possono criticare le scelte e trovare percorsi diversi, ma questo, vorrei essere chiaro, non mette in discussione i principi della legge Basaglia”.
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Migranti – Liste di proscrizione: i volenterosi complici degli aguzzini
I fatti risalgono ai primi di febbraio 2009 ma sulla stampa se ne è parlato solo a metà del maggio scorso (su Repubblica vari articoli tra il 20 e il 25 maggio). A Genova una preside che si presenta nelle aule di tre istituti superiori ai quali sovrintende (Einaudi, Casaregis, Galilei) e dice “dite al vostro compagno o alla vostra compagna tale dei tali che se non si presenta coi documenti le mando i carabinieri a casa”. Per maggiore chiarezza, l’elenco dei destinatari interessati al messaggio compare anche sulla lavagna. Pochi giorni dopo, il 16 febbraio, una sessantina (molto meno della metà!) di docenti di quegli istituti sottoscrive una protesta: chiedono spiegazioni dell’inusuale comportamento.
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Migranti – Basterebbe una circolare
Scade il permesso di soggiorno, e contemporaneamente scade anche l’iscrizione del cittadino immigrato al Sistema Sanitario Nazionale.
Una iscrizione temporanea (che dura tre mesi) si può avere portando alla ASL la ricevuta della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, e finalmente, quando arriva il permesso, l’immigrato dovrà tornare ancora una volta alla ASL, per avere una iscrizione ancora una volta pari alla durata del permesso. Ma molto spesso, dati i lunghissimi tempi del rinnovo, una iscrizione temporanea non basta, per cui è necessario tornare alla ASL più volte per rinnovarla. Un andirivieni che ingrossa le code alla ASL, aumenta la mole di lavoro agli sportelli ed irrita gli anziani che devono stare in coda per più tempo, non tutti possono avere la sedia, qualcuno pensa che la colpa è degli immigrati. -
Migranti – Lascio Genova perchè ho paura
Incontro, nei dintorni del Suq, un immigrato che conosco da tempo. Persona di cultura, nella manciata di anni che vanno dalla metà degli anni ’90 ad oggi ha percorso la strada che porta dalla accettazione, per sopravvivenza, di qualunque lavoro, alla conquista di una professionalità elevata, riconosciuta “anche” qui, e a un lavoro qualificato, a tempo pieno, in un grande ente. Una strada, la sua, costellata da esperienze di valore, che ne hanno fatto un punto di riferimento non solo per la sua comunità. Ora lascerà Genova e se ne andrà in Francia dove lo aspetta un lavoro ancora più qualificato, ma il motivo che lo porta via non è professionale: “In Francia – dice – ci sono problemi e durezze, ma c’è anche un quadro chiaro di diritti che vengono garantiti. Qui no. Qui ormai ho paura”.