L’ultima immagine che ci ha lasciato di sé, quella della sua sofferenza umana, così poco ufficiale e papale (quando è alla finestra e allontana con gesto di stizza il microfono non riuscendo più a parlare), laici o religiosi che siamo, ce la porteremo a lungo nel cuore.
Autore: Redazione
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Il País, una voce fuori dal coro
Non tutto il mondo dell’informazione è paese. La Spagna cattolica ha giornali autorevoli che non cedono alla facile emotività, a un malinteso senso di popolarità, mantenendo invece la propria autonomia di giudizio. Un esempio è l’editoriale del 3 aprile di “El País”, principale quotidiano di Madrid, dal titolo significativo: “Carisma contraddittorio”. Ne riportiamo uno stralcio.
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Completezza del TG3
Venerdì 1 Aprile esco di casa accompagnata dal pensiero molesto del probabile rinvio in Liguria delle elezioni regionali. La sequenza degli impegni mi fa rientrare piuttosto tardi, e per sapere come è andata a finire ho a disposizione solo il telegiornale regionale delle 23. Accendo e mi metto a televedere: scorrono commenti sulla malattia del Papa, interviste a tre vescovi, la notizia del grave incidente nella officina di Finale e qualche piccola notizia di cronaca. Un TG brevissimo, seguito da lunghi secondi di imbarazzato schermo buio, e poi… fine della trasmissione.
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Scuola. Schedati a 7 anni per il portfolio
Era calato negli ultimi mesi un tiepido silenzio fuori dalla scuola. Le iniziative, non firmare le pagelle dei bambini, procedure di iscrizione alla prima elementare che tutelassero i programmi esistenti prima della Moratti, erano scivolate nell’indifferenza dei più, maggiormente preoccupati per le troppe chiusure – ponte di Pasqua con week end elettorale (due settimane di sospensione didattica) – o per l’inaspettata nevicata.
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Migranti/1. La trappola mortale del patto Italia-Libia
Il 26 Settembre del 2004 il Corriere della Sera annunciava con soddisfazione che “L’accordo Italia-Libia contro l’immigrazione clandestina è finalmente pronto a decollare, dopo la decisione dell’Unione Europea di revocare l’embargo al Paese nordafricano” .
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Migranti/2. Elezioni simboliche ma non tanto
Non si è trattato di una votazione ma di una dimostrazione politica.
I 262 “migranti” che hanno risposto ai richiami degli sms dell’ARCI e della CGIL per celebrare in forma simbolica il rito democratico del voto, hanno voluto denunciare la nostra democrazia difettosa che nega loro questo diritto, frapponendo così un grandissimo ostacolo alla difficile costruzione di una comunità condivisa. -
Linguaggio. Non chiamarli più extracomunitari
Si chiama ilpassaporto.it, fa parte del gruppo editoriale “L’Espresso” e si autodefinisce “il giornale dell’Italia multietnica”, offrendo approfondimenti e servizi, rassegne legislative, notizie o semplicemente spazi di espressione e dialogo. I forum sembrano l’espressione più viva di un fermento (multi)culturale che si rivela in primo luogo attraverso le parole.
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Presto ci lasceranno: tra pochi
Presto ci lasceranno: tra pochi giorni i volti a-dimensionali dei candidati regionali, svaniranno dai muri senza averci comunicato assolutamente nulla, e noi li lasceremo andare senza nostalgia.
Il fulminante atto di verità di cui può essere capace un grande ritrattista o un grande fotografo, infatti, oltre che impossibile per la rarità dell’arte che è necessaria a compierlo, era, nella fattispecie, assolutamente vietato.
Rimpiango le scarne liste di nomi di un tempo ed auguro a tutti, eletti e no, di riacquistare al più presto una consistenza tridimensionale. -
Grifo di bronzo. Con sprezzo del ridicolo
Il Grifo d’oro è la massima onorificenza concessa dal comune di Genova; e si può capire che da sempre i sindaci siano restii ad assegnarla: a suo tempo Sansa si oppose a chi proponeva di consegnarla al grande economista italo-americano Modigliani, in occasione di un suo incontro pubblico al Carlo Felice; in seguito Pericu non si è lasciato convincere a conferirla alla famosa attrice Vanessa Redgrave; mentre ora ha deciso di attribuirla a don Antonio Balletto per l’importante ruolo svolto nella vita cittadina al servizio della cultura e della solidarietà.
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Show elettorali. Comici involontari da non dimenticare
Che Berlusconi scelga l’unico spettacolo comico della TV, la trasmissione di Bruno Vespa, anziché il Parlamento, per divulgare la notizia che l’Italia si sarebbe ritirata dall’Iraq in autunno, notizia prontamente smentita col solito rigiro di parole (…era un auspicio ecc.) dopo l’immediata rampogna dell’amico padrone George, è in linea con l’involontaria comicità dell’uomo politico (si fa per dire), se non fosse che qui al comico si mescola il tragico di un modo di governare che non sappiamo dove porterà il Paese.